martedì 9 giugno 2015

Mare Adriatico condannato a morte con l'Air-Gun



Lo scorso 3 giugno 2015 è stato adottato con prescrizioni, nonostante i
pareri negativi di diverse Regioni, il decreto di compatibilità
ambientale (Via) per i progetti di prospezione per la ricerca di
idrocarburi «d 1 B.P-.SP» e «d 1 F.P-.SP» presentati dalla società
Spectrum Geo. Le aree interessate sono immense, collocate nel Mare
Adriatico centrale e Meridionale (Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo,
Molise, Puglia) ed hanno un’estensione di 14.128 chilometri quadrati e
16.169 chilometri quadrati, pari a tre volte l’Abruzzo.

Le attività di prospezione saranno effettuate con la tecnica
dell’air-gun, una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire
cosa contiene il sottosuolo. Si tratta di una tecnica molto diffusa
tra chi cerca il petrolio nei fondali marini, una tecnica di ispezione
dove si procede emettendo spari fortissimi e continui di aria
compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla
composizione del sottosuolo. La tecnica è una delle più contestate
dagli ambientalisti di tutto il mondo che sostengono che questi spari
sarebbero dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci,
e soprattutto la perdita dell’udito.

Nei mesi scorsi sembrava che il governo Renzi volesse bandire questa
tecnica tanto da inserire il divieto nel decreto sugli eco reati. Poi
una improvvisa sterzata e lo stop è stato annullato.

Adesso il Coordinamento nazionale No triv e il Forum Abruzzese dei
Movimenti per l’Acqua esprimono la loro indignazione per
l’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente di questo progetto
nell’Adriatico e chiedono alle Regioni, alcune delle quali avevano
espresso parere negativo (Marche, Abruzzo e Puglia), di impugnare il
provvedimento.

«Ricordiamo che questo intervento di prospezione per la ricerca di
idrocarburi prevede l’uso intensivo su larga scala dell’air-gun»,
contestano i comitati, «la tecnica che ha un impatto sui cetacei e sui
pesci, come acclarato da ricerche scientifiche di livello
internazionale. Guarda caso l’approvazione del Decreto avviene ad un
mese dal diktat di Renzi che ha preteso l’esclusione dell’air-gun dal
disegno di legge “ecoreati” dopo le pressioni di Confindustria; un
vero regalo per i petrolieri i cui effetti si vedono oggi».

Secondo No Triv e Forum questa sarebbe l’ennesima conferma della
volontà del Governo di avviare verso la deriva petrolifera l’intero
Adriatico che è uno tra i mari più fragili e vulnerabili dal punto di
vista ambientale. «Riteniamo che sia indispensabile», sostengono i
portavoce delle associazioni, «un’azione comune tra tutte le comunità
della fascia Adriatica per scongiurare tutto ciò e costringere il
Governo a cambiare strada e abbandonare la corsa agli idrocarburi
anche in considerazione del drammatico cambiamento climatico in atto».




(fonte: www.primadinoi.it)

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