domenica 21 aprile 2024

11. Quell'Articolo dimenticato...


"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". (Articolo 11 della Costituzione)



Noi restiamo sempre dell’idea che il Patto Nato vada sciolto, come fece il Patto di Varsavia nel 1991. Sergio Mattarella, lecitamente, è di diverso avviso. Però non è lecito che vada affermando che la Nato è un’alleanza difensiva che attacca solo chi aggredisce un suo membro. 

Proprio lui non può dimenticare che nel 1999, senz’alcun mandato Onu, la Nato attaccò la Serbia di Milosevic che non aveva attaccato nessun membro Nato: oltre 2 mila morti, quasi tutti civili. Proprio lui che era ministro della difesa e vicepremier di D’Alema  quando fece partecipare l’Italia a 78 giorni di bombardamenti su Belgrado e il Kosovo, con 1.200-2.500 morti (quasi tutti civili) e fiumane di profughi, proprio lui che  chiamò la prima guerra in Europa dal 1945 “ingerenza umanitaria”.

Definisce “ingerenza umanitaria della Nato” che nel 2001, senza mandati specifici dell’Onu, la Nato invase l’Afghanistan dei talebani, che non avevano attaccato nessun membro Nato: oltre 200 mila morti, più 80 mila in Pakistan? Oppure che, nel 2003, sempre senza avallo preventivo dell’Onu, Usa, Inghilterra, Italia e Spagna invasero l’Iraq di Saddam Hussein, che non aveva attaccato nessun membro Nato: dagli 800 mila al milione di morti? Oppure che, nel 2011, aggirando ancora l’Onu, la Nato bombardò la Libia di Gheddafi, che non aveva attaccato nessun membro Nato, ma fu messo in fuga dalle bombe e brutalmente trucidato, a tacere i morti e i migranti? Oppure che, sempre senza mandato Onu, la Nato stia partecipando alla guerra contro la Russia che non aveva attaccato nessun membro Nato?

Non ci sono i soldi. Per sanità e scuola. Ci sono per le armi.

Non ci sono soldi. E’ il caso dell’istruzione, per la quale il nostro Paese -ultimo in Europa- destina l’8% della spesa pubblica contro una media Ue27 pari al 10%. È il caso della sanità con un rapporto spesa/Pil del 6,8%, contro il 10,9% della Germania. E’ il caso del massimo storico delle famiglie in povertà assoluta, che oggi sono l’8,5% delle famiglie residenti; si tratta di 5,7 milioni di persone, tra le quali 1,3 milioni sono minorenni. Anzi, l’ulteriore aumento  per le spese militari peggiorerà il debito pubblico e l’impatto sociale. 


Rete Ambientalista  

movimentodilottaperlasalute@reteambientalista.it


sabato 20 aprile 2024

L'alternativa veg-nonviolenta...

 


E’ un periodo di profonde incertezze, inquietudini, paure. I conflitti in corso (Ucraina, Palestina; Israele, Iran) minacciano di trasformarsi in una guerra totale; l’economia vacilla, la disoccupazione incombe, lo spettro della fame e di nuove malattie  si allarga minaccioso, poi c’è la tragedia dei migranti che disperati bussano alle porte del continente europeo, i delitti giornalieri che rasentano il delirio, la vigliacca violenza alle donne  che l’OMS stesso considera un problema di proporzioni epidemiche; la droga, la violenza giovanile, il clima impazzito, l’inquinamento, insomma una vera e propria visione apocalittica.

A queste enormi tragedie, che oggi più che in passato caratterizzano la storia umana, noi contrapponiamo l’edificante cultura dell’universalismo/vegan, biocentrica, sincretista, perché…


La scelta vegan va alle cause dei problemi, non cura i sintomi e questo rende migliore l’essere umano perché lo rende responsabile delle sue azioni, favorisce lo sviluppo di una coscienza umana più giusta e solidale, apre alla compassione, alla condivisione delle altrui necessità vitali, al rifiuto della violenza in tutte le sue manifestazioni verbali, morali, fisiche; induce una mentalità di pace, di non predominio, di rispetto dell’altro, valorizza le differenze e la vita in tutte le sue espressioni,  aumenta la responsabilità personale verso se stessi e verso la collettività, sviluppa il senso critico positivo, costruttivo.


Noi siamo profondamente convinti che è la coscienza degli uomini a determinare la condotta personale e collettiva, che ogni azione buona o malvagia è sempre il frutto di un pensiero che a sua volta è l’essenza stessa del sentimento che alberga nella coscienza di ognuno; che l’adozione su scala mondiale dell’universalismo/vegan pone le basi per una società libera dai problemi che l’affliggono, crediamo sia il modo più semplice e potente per rendere migliore questo mondo, per i seguenti motivi:


Violenza, prevaricazione, guerra

La filosofia vegana ripudia la violenza in qualunque forma si manifesti, sull’uomo, sull’animale, sulla natura. E se un essere umano rispetta l’animale e rinuncia a mangiare carne per non nuocere ad un essere diverso dalla sua specie certamente non nuocerebbe al suo simile.  L’accettazione indifferente e passiva di ciò che causa l’uomo agli animali abitua a convivere con la logica della supremazia del forte sul debole, induce insensibilità del cuore e disprezzo della vita in senso lato. Questo preclude all’uomo lo sviluppo di una coscienza giusta, sensibile e solidale che è la condizione morale, civile e spirituale imprescindibile per porre le basi di un mondo finalmente libero dalla violenza, dall’ignoranza, dalle malattie e dal dolore.


Le malattie

L’OMS afferma che il 90% delle morti nel mondo sono causa di cattivo stile di vita e che il 75% delle malattie sono dovute alla cattiva alimentazione, che il 34% delle neoplasie è attribuibile al consumo di carne ed un altro 30% è attribuibile al fumo di sigaretta. 

 Infarto, ictus, diabete, ipertensione, Alzheimer e moltissime altre patologie moderne sono direttamente relazionate al consumo di grassi saturi e proteine animali. La scelta vegan è in grado di assicurare longevità e ottima salute, come confermano gli istituti di ricerca più accreditati nel mondo e coloro che hanno adottato questo stile di vita.

Economia, lavoro, disoccupazione

In Italia ogni anno l’apparato medico sanitario assorbe 115 miliardi di euro, 26 di questi solo per prodotti farmaceutici. Il 75% della spesa sanitaria in Italia e in Europa viene assorbita per curare gli effetti della cattiva alimentazione. L’alimentazione vegan risulta essere molto meno costosa in termini di spesa rispetto ad una alimentazione onnivora. La cultura vegan fa riferimento alla produzione alimentare biologica che rispetta la biodiversità. Questo favorisce un maggior impiego di personale, di conseguenza ne possono beneficiare  le economie personali, locali e sociali. Il settore per la produzione della carne ha un deficit di 10 mila miliardi di euro l’anno, oltre ad una bassissima possibilità di impiegare personale lavorativo.

In una realtà sociale vegan, eserciti, industrie delle armi,  farmaceutiche, tribunali, istituti di sperimentazione ecc. gradualmente si ridurrebbero fino a scomparire o a ridursi drasticamente e la sconfinata massa umana che ora lavora in questi settori non resterebbe disoccupata, perché  il sistema vegan rinnova l’essere umano nel suo modo di pensare e agire e lo proietta verso la sintonia di forze concordi in onestà, senso di giustizia, capacità di condivisione, solidarietà, in cui ci sarà benessere e lavoro per tutti.


Inquinamento generale

Gli animali d’allevamento producono gas serra più di tutti i veicoli del mondo, compresi treni, aerei e navi.  Il 51% dei gas serra è attribuibile al settore agro zootecnico. Ogni mucca produce ogni anno gas quanto un’automobile per 70.000 km. Tutti gli animali d’allevamento sommati generano 130 volte più escrementi dell’intero genere umano. Inoltre gli allevamenti sono responsabili dell’80-90% di emissioni di ammoniaca che provocano le piogge acide. Il biossido di carbonio generato per produrre una sola bistecca è pari alla quantità prodotta da un’automobile per 40 km.


Risorse energetiche

Per produrre proteine dalla carne serve 4 volte più energia rispetto un’alimentazione a base vegetale, 10 volte più terreno coltivabile, 25 volte più acqua, 130% più pesticidi, 1200% più fertilizzanti. Servono 25 kcal di cereali per ottenere una sola kcal di carne bovina, 11 volte più rispetto all'energia necessaria per produrre grano. Il rapporto è di 57 a 1 per la carne di agnello, 40 a 1 per quella di manzo, 39 a 1 per le uova, 14 a 1 per il latte e la carne di maiale, 10 a 1 per il tacchino, 4 a 1 per il pollo. Per produrre carne di maiale si consuma 15 volte più energia di quanto occorre per produrre frutta e verdura.


Distruzione delle foreste

La superficie di un terreno grande 7 volte l’Europa viene utilizzata per produrre mangimi per gli animali d’allevamento. Il 70 % delle terre coltivabili in Occidente è usato per allevare e nutrire gli animali. Il 75% delle foreste pluviali è stato abbattuto per coltivare monoculture e per adibire il terreno a pascolo di animali.

Fame nel mondo

 La causa della fame nel Terzo Mondo sono i debiti contratti dai contadini costretti a coltivare prodotti voluttuari e monoculture invece di vegetali utili al loro sostentamento. Le monocolture oltre al impoverire rapidamente il terreno richiedono molti fertilizzanti che i contadini sono costretti ad acquistare chiedendo prestiti ai quali gli usurai applicano interessi anche del 60%. In breve diventa impossibile pagare i debiti e i contadini devono vendere le loro terre per somme ridicole. Il numero di contadini che si è suicidato in India tra il 1997 e il 2007 ha raggiungo la cifra di 183.000 persone, in media uno ogni 30 minuti.

Il consumo di carne è la causa principale indiretta della povertà e della  fame. Oltre 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame, e per capire cosa significa bisognerebbe provarla. Mandare a letto i bambini che piangono perché hanno fame è un dramma che chiede giustizia. Senza il minimo sostentamento alimentare si è inermi di fronte alle malattie e si muore per deperimento. Un esercito sconfinato di volontari è impegnato ad arginare la fame nel mondo ma se abituati a consumare carne essi stessi, senza volerlo, ne sono la causa.


PROMUOVERE

Programmi di educazione morale, civile e spirituale delle masse attraverso l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado dell’etica universale del biocentrismo e del veganismo spingendo ogni Stato ad impegnarsi a formare la coscienza morale dei cittadini: la pace, la giustizia, la fraterna collaborazione, l’onesta ecc. devono essere insegnate a scuola con lo stesso impegno delle altre discipline scolastiche; al infine di:

- uscire dalla cultura sintomatologica e perorare lo sviluppo della cultura delle cause dei problemi;

- evidenziare gli aspetti etici, salutistici ed economici del sistema vegano;

- creare un Parlamento Mondiale con l’obiettivo di tutelare la pace nel mondo

e la sovranità dei popoli smilitarizzati;

- adottare una lingua comune, oltre alla lingua nazionale;

- educare l’infanzia alle virtù morali, alla giustizia, alla rettitudine, alla tolleranza, all’altruismo, alla dignità, alla fraterna collaborazione;

- sensibilizzare l’animo umano alla bontà, alla compassione, alla condivisione, alla valorizzazione delle differenze formali e sostanziali, al rispetto della vita in tutte le   sue manifestazioni.

 

Franco Libero Manco - francoliberomanco@fastwebnet.it




venerdì 19 aprile 2024

Ridurre l’impronta ecologica é un percorso di massa...



L’Ecologia non é la Cenerentola delle Scienze.


Aprendo un motore di ricerca alla voce ‘impronta ecologica’ - ’ridurre l’impronta ecologica’ troviamo una serie di link dello stesso tenore, univocamente impostati per essere rivolti a un singolo individuo che vuol modificare in senso ecologico i propri stili di vita.

Si tratta ovviamente di un approccio estremamente riduttivo e fuorviante, che nasconde un inganno: che vi sia un percorso di correzione (e una responsabilità) di tipo individuale nel danno ambientale.

Strano che in tutte le discipline si critichi il ‘fai da te’, mentre nel caso dell'Ecologia lo si incentivi.

Direbbero gli economisti ecologici (voce a cui vi rimando) che ancora una volta l’Ecologia é trattata come la Cenerentola delle Scienze.

Da intelligenti abitanti del Pianeta però almeno noi ‘ecologisti’, e – con dovizia di argomenti e cognizioni- i nostri Maestri ‘economisti ecologici’, sappiamo che il nostro impatto individuale, pur non trascurabile, é solo un atomo nell’Universo, e, anche che tanti atomi in collisione fanno una reazione a catena micidiale, non é dall’atomo che dipende la bomba atomica, ma dalla collisione tra atomi orchestrata da mente umana con l’ausilio della tecnologia.

In conclusione sono le decisioni di indirizzo politico e industriale che determinano l’impatto della società umana sugli equilibri planetari, in termini di crescite e decrescite, consumi, sprechi, inquinamenti...
(Saro)



mercoledì 17 aprile 2024

Cibo sano e biologico - La natura aiuta se stessa...


Risultati immagini per il messaggio e le qualità psichiche delle piante bioregionalismo treia
Basterebbero circa 7 miliardi all’anno per sostenere la riconversione biologica di tutta l’agricoltura e la zootecnia italiana.
Ne abbiamo a disposizione circa 12, tra fondi PAC e Pani di Sviluppo Rurale, dal 2016 al 2020.
Mentre spendiamo oltre 100 miliardi all’anno di terapie per malattie degenerative collegabili in “Concausa aggravante a sinergia negativa moltiplicativa” ai numerosi residui chimici agricoli presenti negli alimenti e nelle acque potabili…
E almeno altri 10 miliardi all’anno a causa dei danni idrogeologici per alluvioni e dissesti, causati anche dall’uso di disseccanti “Agenti arancio”, concimi e pesticidi chimici che hanno distrutto l’humus dei terreni, i quali pertanto non trattengono più l’acqua a monte.
L’uso dei prodotti chimici di sintesi in agricoltura resta sempre e comunque pericoloso e i rischi derivanti dall’esposizione sussistono in ogni circostanza, per cui sempre e comunque prevale il diritto alla salute (Art 32 Cost.), all’ambiente salubre (Art. 9 Cost.) ed all'utilizzo razionale dei suoli (Art. 44) e mai è possibile anteporre qualsiasi interesse economico, quando vi sia un danno arrecato all’interesse sociale (Art. 41, 42, 44 Cost.).
E dal momento che i più deboli rappresentano le principali vittime di patologie cronico degenerative, i Pesticidi che si accumulano nell’ambiente e nella catena alimentare violano anche l’Art. 3 della Costituzione, sul principio di uguaglianza e pari dignità.
Purtroppo, nonostante un referendum tenutosi nel 1992 sui residui di pesticidi, le norme di legge non prevedono il limite massimo ammesso della sommatoria dei diversi residui chimici di sintesi che si possono trovare negli alimenti, ma solo un limite per ogni singolo prodotto chimico.
Ciò espone i cittadini ad assorbire Cocktayls di residui chimici, la cui somma spesso supera di gran lunga quella dei limiti ammessi per ogni singola sostanza chimica pericolosa, i cui danni risultano molto più gravi per la “sinergia negativa di tipo moltiplicativo” scientificamente dimostrata, cui si somma l’interferenza endocrina anche a bassissime presenze.
Ciò ha indotto la comunità europea a definire, in leggi e Regolamenti i Pesticidi chimici impiegati in agricoltura “pericolosi per la salute”, chiedendone la sostituzione attraverso la coltivazione biologica a pagamento pubblico… per non continuare ad essere “avvelenati a norma di Legge”.
I dati statistici ARPA confermano che in un piatto misto mediamente ingeriamo da 8 a 13 residui chimici, ma talvolta si è arrivati a rilevarne oltre 30 …fino a 91!! (Lorenzin et al.)
Infine è assolutamente antiscientifica l’affermazione che le piante producono Pesticidi pericolosi come quelli chimici sintetici, a meno che non si tratti di OGM, organismi transgenici in cui sono stati inseriti pezzi del dna di batteri produttori di tossine, per fortuna in Italia vietati dalla coltivazione.
In realtà, la co-evoluzione di miliardi di anni dei vegetali con gli animali che se ne nutrono e con l’Uomo, molto ben selezionato ed adattato, ha fatto si che proprio le sostanze che le piante producono per difendersi dai parassiti siano preziosi antiossidanti e complessi enzimatici molto utili per la salute umana ed animale.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Risultati immagini per Giuseppe Altieri

martedì 16 aprile 2024

Manuale di sopravvivenza spicciola...

 


La vera sopravvivenza della nostra specie non è garantita dalle multinazionali che  proseguono nella distruzione del patrimonio genetico delle essenze naturali, portata avanti con l'immissione degli OGM, bensì dalla conoscenza e conservazione dei valori nutritivi delle piante spontanee presenti in natura. La propagazione di questa conoscenza è quel che tentò di fare Linneo, il botanico che amava la natura.

L'analisi sistematica delle specie vegetali presenti nel mondo iniziò nella fredda Svezia nella metà del '700, dove Linneo e la schiera dei suoi discepoli si presero la briga di raccogliere informazioni sulle specie arboree, sistemando un catalogo botanico di tutto ciò che cresce sulla faccia della Terra. Potremmo dire che Linneo avviò la prima "banca del seme" egli era un ricercatore amante della natura e la sua opera era a vantaggio di tutta l'umanità. Oggi, strano a dirsi, l'onere della conservazione delle erbe commestibili ed officinali è passata dai ricercatori erboristici alle multinazionali (fra cui Monsanto e Syngenta, i due colossi del geneticamente modificato), infatti in un luogo freddo come la patria di Linneo, nell'isola di Spitzbergen nel mare di Barents, esse  hanno costruito una mastodontica superbanca di tutte le sementi presenti nel mondo. Una banca scavata nel granito, con speciali aeratori, portelloni e muraglie in cemento armato a prova di bomba.

Forse ci si aspetta la fine del mondo? Oppure semplicemente si cerca attraverso i brevetti di appropriarsi dei diritti d'autore della vita sul pianeta? Non voglio però assumere un atteggiamento catastrofista, poiché di situazioni drammatiche il pianeta Terra ne ha vissute ben altre. Quello che conta è il mantenimento dell'intelligenza e della capacità di sopravvivenza e tale capacità, come abbiamo visto accadere nell'isola di Bikini, sede degli esperimenti nucleari francesi, ha una forza inimmaginabile. Infatti lì dove ci si aspettava la morte si è invece scoperto un ecosistema eccezionalmente vitale e prospero, soprattutto in "assenza" dell'uomo.

L'isola dei "pazzi stranamore" di Spitsbergen sarà come la torre di Babele, ne son certo, in quel fortilizio del "valore aggiunto" resterà solo un accumulo morto di informazioni. La capacità elaborativa della vita si farà beffe dell'arroganza "scientifica" e, malgrado l'apparente cecità, l'uomo non potrà distruggere la vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo nonostante la sterile ricerca umana di "gossip", che ha preso il sopravvento sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della vita, alla fine la capacità di conservazione saprà "affermarsi". Lo vedo in quel che succede negli interstizi dell'asfalto, in mezzo alle immondizie, tra i veleni più pestilenziali di questa società opulenta e un po' tonta... 


Eppure l'uomo è la somma di una complicata rete di complessi, psicosi, nevrosi, istinti, fissazioni e intuizioni. Sapete poi come le scimmie vengono prese in trappola? Si mette nella foresta una gabbietta inchiodata al suolo in cui è ben visibile un grosso frutto, la scimmia l'afferra con la mano ma poi non può più estrarla, se non lasciando il frutto, ma la sua avidità è talmente tanta che preferisce restar lì finché arriva l'ideatore della trappola e afferra la scimmia per la collottola....


Vediamo cosa succede all'uomo!

Paolo D'Arpini

lunedì 15 aprile 2024

Psicosomatica vegetale e proprietà psichiche delle piante...

 


In natura tutto segue uno schema di corrispondenze. Potremmo affermare che ogni forma vivente assume aspetti psicosomatici che corrispondono alle qualità incarnate.

Questo fatto era noto sin dalla più remota antichità, all’uomo ed agli animali. Infatti confidando nella innata comprensione essi si curavano sentendo attrazione o repulsione per certe specifiche piante o alimenti. Questa naturale pre-conoscenza è stata alquanto offuscata dal momento che l’uomo ha preferito seguire un metodo limitatamente scientifico che, essendo imperfetto data la natura stessa dei mezzi utilizzati, nel corso del tempo ha impedito la continuità di questa innata pre-conoscenza.

Pian piano l’uomo scientifico, per mezzo della sperimentazione empirica, ha tentato di ricostruire un sistema di conoscenza che però –tutto ritorna infine- oggi si scopre sempre più affine alla pre-conoscenza connaturata degli antichi.

Il viaggio a ritroso verso la riscoperta di ciò che era ovvio inizia proprio contemporaneamente alla ricerca scientifico-medica. Una pietra miliare di questa riscoperta è la individuazione degli oligo-elementi le cui tracce sono presenti ovunque nel regno vegetale ed animale. Un’importante parte in questo processo di identificazione fu compiuto dal bolognese Meneghini che nel 1745, in pieno secolo dei Lumi, scoprì la presenza di ferro nel sangue umano. Poi nel 1775 Schelle individuò il manganese nelle ceneri vegetali e da allora la lista degli oligo-elementi non ha fatto altro che crescere. Nell’uomo ne sono stati individuati una ventina, essi risultano indispensabili all’equilibrio fisiologico ed ogni carenza in uno di questi comporta manifestazioni patologiche più o meno gravi.

“L’organismo appare come un tipo di oligarchia in cui un’enorme massa di elementi passivi è dominata da un piccolo numero di elementi catalizzatori” (Gabriel Bertrand) Gli oligo-elementi infatti presiedono agli indispensabili processi catalitici degli scambi di cui il nostro organismo è la sede permanente. Da ciò si può intuire l’importanza degli oligo-elementi nei fenomeni biologici avvalorata dalle funzioni vitaminiche ad essi collegati. Ma torniamo alla pre-conoscenza che ha consentito agli esseri viventi il mantenimento della struttura psicofisica in euritmia.

E qui dobbiamo iniziare un discorso che avrebbe dell’eretico se volessimo ragionare solo in termini di analisi scientifica. Nell’antichità –sotto forma di proverbi e detti popolari- sono stati tramandati alcuni “segreti” sulle qualità delle piante, Purtroppo in Europa in seguito alla grande persecuzione legata all’oscurantismo religioso molti di questi segreti e parecchi liberi pensatori finirono in cenere… Perciò molti “saperi” scomparvero o vennero travisati e
contorti. Ciononostante in varie parti del mondo restò la preveggenza, sia a livello istintuale sciamanico (come nel caso delle tribù primitive dell’Amazzonia che conoscono tutte le qualità delle loro piante) sia a livello di tradizioni popolari più o meno valide. In questo contesto si inserisce la classificazione delle piante e delle loro qualità sulla base del colore, del sapore e della forma…

Questa descrizione psicosomatica –ad esempio- è tutt’ora eseguita nel sistema integrato cinese in cui psiche e natura sono considerate strettamente interconnesse. Questi stessi aspetti sono per altro utilissimi nell’individuazione delle carenze di oligo-elementi.

Altrettanto valida è anche la macrobiotica giapponese ma tali conoscenze non scarseggiano nemmeno nella tradizione erboristica nostrana. Secondo la tradizione popolare la forma il colore ed anche il sapore delle piante che spontaneamente crescono nella propria bioregione di appartenenza sono correlati ed interagiscono con gli organi cui esse corrispondono. Ad esempio la noce, che assomiglia al cervello umano, è correlata ed influisce positivamente con questo organo. Oppure la coda cavallina (che ricorda la coda dell’equino) è raccomandata per le carenze di minerali. Poi scopriamo che le foglie della polmonaria (somiglianti visivamente a questi organi) vengono raccomandate dai contadini come antiasmatico, oppure lo stramonio (una pianta psicotropa detta anche erba del diavolo) con i suoi fiori osceni e cavernosi è abbinato ai mali della psiche… Insomma tutto corrisponde al tutto e per essere in buona salute gli organi del corpo umano debbono mantenere un equilibrio funzionale interno e rapportarsi armonicamente gli uni con gli altri e perciò si dice che la forma, il colore ed il sapore delle piante rimandano all’organo sul quale agiscono. Nella tradizione cinese si fa un preciso riferimento ai colori ed agli organi. I cibi di colore verde sono collegati al fegato (legno), quelli di colore rosso agiscono sul cuore e sulla vista (fuoco), i gialli (terra) su stomaco, milza e pancreas, i
bianchi (metallo) sui polmoni ed infine quelli blu scuro o nero (acqua) espletano un’azione sui reni. Ed anche i sapori hanno una forte influenza sulle funzioni fisiologiche. Il sapore acido è astringente quindi in grado di sciogliere i blocchi che ostruiscono la circolazione dei liquidi interni. Il dolce rilassa, armonizza e porta energia. Il piccante mobilizza l’energia, esteriorizza i liquidi ed è considerato ottimo contro le malattie da raffreddamento. Il salato è emolliente, scioglie noduli e masse.

Questo è solo un piccolo input per approfondire la memoria spontanea di ciò che è sempre stato e sempre sarà. Quella conoscenza –o pre-conoscenza- che consente spontaneamente alla vita di procedere per il suo giusto verso. Termino con una definizione linguistica sul significato di “catalizzatore”. Secondo Polonovsky “i catalizzatori sono sostanze che con la loro semplice presenza, senza alcuna partecipazione attiva, causano reazione che senza di loro non si sarebbero prodotte..”

Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana



domenica 14 aprile 2024

Porre fine all’occupazione USA-NATO e UE!

 


L’Italia è un Paese occupato e dobbiamo liberarlo. 

Evidenza  dell’occupazione sono:


- le 120 basi USA-NATO ufficialmente presenti su suolo italiano e per le guerre di aggressione in Africa, nel Medio Oriente e nel sostegno militare al governo fantoccio di Zelensky in Ucraina e allo sterminio del popolo palestinese da parte dei sionisti di Israele. Molte di queste basi e poligoni sono strumento di morte e devastazione anche per la stessa popolazione italiana, civile e militare, che all’interno e nei pressi di queste basi ci vive o lavora (esemplare il caso della Sardegna);


- le decine di progetti di natura militare in cui sono coinvolte le università, i centri di ricerca e altre istituzioni italiane con gli istituti della NATO, con aziende e agenzie israeliane e aziende italiane (esemplare la Leonardo) e straniere (esemplare la RWM) produttrici di armamenti e sistemi di controllo;


- la mano libera concessa alle multinazionali come Stellantis (ex FIAT), ArcelorMittal, Whirlpool, ecc. e ai fondi di investimento come KKR e Melrose di saccheggiare le risorse del nostro paese e successivamente di delocalizzare e produrre altrove, lasciando decine di migliaia di lavoratori sul lastrico, grazie alla collaborazione dei governi delle Larghe Intese che si sono succeduti negli ultimi trent’anni...


Chiedere a simili governi di cambiare rotta, di essere più generosi con i lavoratori e più coscienziosi nello sperpero di denaro pubblico per le missioni militari all’estero, per la guerra in Ucraina e nel sostegno allo Stato sionista di Israele intento a sterminare il popolo palestinese, è da illusi o da imbroglioni. Dobbiamo liberarci dai governi delle larghe intese...!



Delegazione del (nuovo)PCI -  delegazione.npci@riseup.net