sabato 13 maggio 2017

Naturalismo, bioregionalismo e spiritualità della natura


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"Quando mi sono reso conto che l’antica saggezza era stata tramandata di generazione in generazione per migliaia di anni, pur arrivando ai nostri giorni quasi inalterata, mi pentii di aver iniziato troppo tardi ad attribuire alle leggende dell’antichità l’immenso significato che ora mi rendo conto che posseggono”. (George Gurdjieff)

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Lo spezzettamento del cristianesimo nelle sue componenti essenziali è già iniziato sin dai suoi primordi. Da un lato l'interesse verso lo stoicismo, Seneca in particolare, che fu preso come modello dai padri della chiesa per tratteggiare la figura di cristo. Poi Marco Aurelio, il grande re, e tutti a cercare di attuare un personaggio "giusto" per eccellenza, che nella cultura diffusa di allora era Socrate, ed il di lui discepolo per eccellenza, Platone, creatore di quella filosofia che pervade il cristianesimo filosofico.
D'altra parte, ai nostri giorni, ritorna prepotente il desiderio di una religione naturalistica, per reazione contro la scissione tra uomo e natura. Religione naturalistica, la più sana religione possibile, la divinizzazione degli astri, delle forze naturali, dei luoghi naturali! Quando gli dei erano tra gli uomini non erano solo dei, vi era la divinizzazione della natura! L'uomo coltivava, venerava, apprezzava, temeva, anche, la natura ma gli stava "dentro"!

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Oggi invece la natura è perduta per l'uomo. Il sentimento millenario dell'immedesimazione deve essere riconquistato. Per cui, se esiste ancora la possibilità della rinascita del sentimento religioso, questa non può avvenire sul piano dello "spirituale astratto", perché  questo ci disincarna dalla natura. L'uomo che respira, sente, tocca, vede la natura si arricchisce e rafforza il suo amore per la vita. Amore per la vita altro non è che partecipazione sensoriale alla realtà. 
Ecco perché occorre recuperare il senso del reale contro le fumisticherie  delle mitologie e delle ideologie nate al di fuori del sano realismo mediterraneo di cui noi dobbiamo recuperare il senso....
Giorgio Vitali

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Ronciglione. Incontro della Rete Bioregionale 2016


Commento/integrazione di Paolo D'Arpini:
"...mi piace questa discorso in cui si cerca di tirar fuori un "senso"  che unisca  religione e scienza, natura e cultura. Ma il punto chiaramente è che il "messaggio naturalistico" deve integrare lo  "spirito" (intelligenza e coscienza) e la  sostanza (materia)... 

Riporto perciò l'attenzione a come la "santità naturale" possa manifestarsi in ognuno di noi. Santità significa interezza, onestà, integrità... e per viverla consapevolmente dobbiamo per forza di cose partire da noi stessi, metterla in pratica nella nostra vita quotidiana, tenendo conto dell'equilibrio nel dare-avere e del giusto respiro, mangiare e bere che ci compete. " 

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