giovedì 11 maggio 2017

Il mondo scoppia - Resilienza bioregionale... unica cura!


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Sono tornato dalla montagna, da una zona che dovrebbe essere uno dei Parchi naturali italiani più belli (il Parco Adamello-Brenta). Che tristezza! Camion, fuoristrada, cantieri, ruspe, macchinari giganti, alberi abbattuti. Per fortuna, in alcuni angoli ci si può ancora immergere in qualche bosco, o sedersi sotto un albero.
Si pensa solo all’inverno, allo sci da discesa, alle piste, cose che portano “sviluppo” e denaro: così aumentano i consumi anche lontano da qui. I prati vengono rivoltati, non devono più ricrescere, per “facilitare” la neve (?): l’aspetto estivo delle piste da sci è veramente orribile. Ovunque ci sono enormi ferri ricurvi per impedire che i “veri” turisti, quelli invernali che vanno a cento all’ora, vadano a sbattere contro un albero.
Botole per l’acqua e cannoni per l’innevamento artificiale si vedono ovunque: sono impianti che consumano enormi quantità di energia (e acqua). Forse la “maggioranza” vuole questo: non vogliono gli alberi, i prati, i boschi e i fiori, vogliono il male, per quanto sia spietato con la Vita.
Degli escursionisti bioregionali estivi non si occupa quasi nessuno: portano pochi quattrini, consumano poco.
C’è un rifugio che porta il nome di una Casa automobilistica, vende le relative magliette.
Tutto viene sacrificato a due divinità maligne e sanguinarie di questa civiltà: la velocità e la competizione. Sci e auto sono servi degli stessi dei. Questo, in modo ancora più grave, sta accadendo in tutto il mondo: 100.000 Kmq di foreste spariscono ogni anno. I prati spontanei sono cementificati e diventano materia inerte. Il territorio viene distrutto e degradato a vista. Nel frattempo la percentuale di anidride carbonica nell’atmosfera cresce di tre punti all’anno e il mostruoso eccesso di popolazione umana peggiora sempre: 80 milioni in più ogni anno, tre bambini in più ogni secondo, destinati a una vita molto grama.
Solo la fine dei combustibili fossili può salvare la Terra: è una speranza, anche se i traumi non fanno piacere a nessuno. Ma è meglio che accada al più presto.“If there is not an economic collapse soon, something terrible is going to happen”, così finiscono le mail di un mio amico canadese. Se non collassa il mondo economico, la Terra si troverà in guai gravissimi, e quindi anche noi.
Un’amenità finale: ho visto una comunicazione inviata agli alberghi da un ente turistico che invitava a non stampare le mail pensando che così si salva un albero del Parco!
Guido Dalla Casa
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1 commento:

  1. Commento di Franca Oberti:

    “Tutto vero, ahimè, hai mai visto come preparano i campi per il golf? Prima allestiscono un luogo quasi in maniera artificiale, poi distruggono l'ecosistema di un altro luogo per creare prati intensivi e sradicarli per spostarli nell'altro luogo, quello dei giocatori... ma nei prati coltivati a erba in maniera intensiva, muoiono tutti gli insetti che nutrivano i rospi e i gamberi di fiume e così viene annullato un sistema perfettamente circolare, una catena alimentare perfetta, che controllava anche la proliferazione delle zanzare. Un'ennesima tragedia ai danni della Natura....”

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