martedì 15 novembre 2016

L'alternativa agli idrocarburi esiste... basta cambiare sistema propulsivo - Schizofrenia di una società che vuole difendere l'ambiente inquinandolo


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C'è l'inquinamento ambientale, ci ripetono da per ogni dove, allo scopo di raccogliere voti. Bene.


Il motore a scoppio, bruciando idrocarburi, emette calore (il 75% dell'energia liberata fuoriesce in questo modo, l'automobile a benzina è una stufa ambulante), anidride carbonica, ossido di carbonio, composti alchilici, piombo tetraetile, idrocarburi incombusti.


Tutte emissioni nocive per l'ambiente, il clima, la salute.

Eppure non abbiamo l'obbligo di abbandonare l'automobile: basta cambiarla.
Sono disponibili tecnologie per automobili elettriche, anche fotovoltaiche, e miste, ad esempio ad elettroidrogeno (che aumenta l'autonomia del mezzo, accumulando energia anche in sosta e traducendola in idrogeno elettrolitico.
I motori elettrici non sono una novità: all'inizio del XX secolo metà del parco auto degli $tati Uniti era elettrico. Pure l'alimentazione solare non è una novità: benché mancassero cinquant'anni alla tecnologia fotovoltaica, all'inizio del secondo decennio del XX secolo la Sun Power Company impiantava pompe industriali a drenare l'acqua del Nilo, dotata di motori elettrosolari (solare termico).


La tecnologia elettrica nei trasporti finì a causa della prima guerra mondiale petrolifera, che impose i motori a idrocarburi in quanto allora più potenti e veloci.

Oggi non è più così, l'efficienza della trazione elettrica e della alimentazione solare fotovoltaica permettono addirittura di far volare un aereo intorno a tutto il mondo, e la combinazione tra tecniche elettriche ed idrogeno abbatte le emissioni inquinanti a livelli imparagonabili rispetto alla trazione ad idrocarburi.

E, naturalmente, si possono citare altre fonti energetiche alternative, inclusa la "fusione fredda" (in realtà LENR) italiana, economicamente basata sulla trasmutazione nikel-rame.

Eppure sulle strade continuano a circolare quasi solamente motori a scoppio.

Allora, vediamo: quanti cittadini e soprattutto quanti politici sono informati e propagandano queste tecnologie, disponibili ormai da decenni, come contributo alla soluzione del problema ecologico (ma non solo quello) ?

Generalmente, quando un politico apre bocca sulle variazioni climatiche io gli chiedo "Che soluzioni proponi" e generalmente la risposta è "Di fare prevenzione", fine.
Quando emerge il problema sismico, idem.

Poi i politici si lamentano che tanta gente li accusi di non sapere niente e di pensare solo alla propaganda per la raccolta voti, ma forse qualche motivo c'è.

Vincenzo Zamboni

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