sabato 11 giugno 2016

Una gita bioregionale a Pietracolora di Gaggio Montano, sulle propaggini degli appennini emiliani



La mattina del 11 giugno 2016, Caterina ed io,  siamo partiti da Spilamberto, per  andare in un borghetto sito oltre Montese,  a  fare una gita "bioregionale" a Pietracolora, una frazione di Gaggio Montano, sulle propaggini degli appennini bolognesi.  Un villaggetto antico, andato distrutto durante l'ultima guerra per gli aspri combattimenti fra americani e tedeschi, e poi completamente ricostruito in parte con le macerie ed in parte  con vecchie pietre dei precedenti insediamenti etruschi e romani e medioevali, e forse da qui il nome di "Pietracolora". 


Le case tutte nuove o rivestite da nuovi intonaci facevano uno strano effetto su quell'altura che domina una valle con in lontananza montagne completamente verdi e prive di costruzioni in vista. Un contesto quasi "innaturale" (per i tempi in cui viviamo), o forse semplicemente improbabile. In particolare risaltava, nei pressi della chiesa, una torre molto kich, costruita ex novo sul cucuzzolo del monte da tutti gli abitanti, come segno di "rinascita". 


Credo che l'opera passerà alla storia per il suo aspetto estremamente naive e surreale. Purtroppo non avevamo con noi la macchina fotografica e non possiamo quindi mostrarvi nostre  immagini (personali), quelle che vedete sono di repertorio. Veramente un paio di foto le ha fatte la nostra ospite, Tiziana, ma chissà se e quando ce le farà avere. Dopo il pranzo, consumato nella nuova/vecchia casa di tre piani dove abita da sola Rossana, l'anziana madre di Tiziana, siamo andati assieme ad un amico del posto a visitare un altro luogo fantastico ed impensabile. 


Proprio su un'altra collina (900 metri sul livello del mare) dove abita un vecchio contadino, che semina ancora l'orzo a mano, allevatore di tre mucche con il cui latte produce un formaggello fresco e ricotta. Ci ha accolti nella cucina, con la stufa a legna accesa (perché, ci ha spiegato, lì sopra fanno la ricotta ed il formaggio) mentre la moglie si dava da fare a servire in tavola caffè caldo e digestivi. Io mi sono accontentato di mezzo bicchiere di ottima acqua di sorgente, era fresca!

Paolo D'Arpini



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