venerdì 1 aprile 2016

La pianura alluvionale. Un ecosistema bioregionale da proteggere


La pianura alluvionale è l'area accanto al letto di un fiume che è più o meno frequentemente coperta di acqua quando vi è grande affluenza nei fiumi adiacenti ed è un ecosistema molto importante perché, trattenendo l’acqua, può attenuare gli effetti delle precipitazioni abbondanti e quindi proteggere le attività economiche e le comunità più a valle dai danni provocati dalle inondazioni.
Tuttavia, molte pianure alluvionali naturali di antica formazione sono minacciate dall'espansione urbana, dallo sviluppo delle infrastrutture, dai cambiamenti nell'utilizzo del territorio, dall'inquinamento delle acque e dalle attività agricole. Si stima infatti che negli ultimi secoli siano andate perse, o non siano più in grado di assolvere ai loro compiti funzionali, fino al 90% di pianure alluvionali.
Alcune delle più grandi e meglio conservate in pianure alluvionali d'Europa si trovano in Austria, Croazia, Ungheria, Slovacchia e Slovenia. Invece, uno degli ultimi corridoi fluviali delle Alpimorfologicamente intatto è quello del Tagliamento in Italia, mentre alcuni tratti morfologicamente intatti dei fiumi Allier e Durance in Francia sono esempi profonda connettività con le pianure circostanti.
Le restanti pianure possono ancora giocare un ruolo importante nella conservazione delle risorse naturali e rientrare nel piano di ripristino di almeno il 15% degli ecosistemi degradati che la strategia UE per la biodiversità si è data come obiettivo entro il 2020.Inondazioni 1980-2010
La relazione dell'Agenzia Europea dell'Ambiente “Flood risks and environmental vulnerabilityrielabora le informazioni relative agliimpatti economico-sociali delle inondazioni segnalate tra il 1980 e il 2010, pubblicate nella banca datiEuropean flood impact databasea partire dalla reportistica degli Stati membri richiesta secondo laDirettiva sulle alluvioni e da altre informazioni fornite da autorità nazionali competenti, e le incrocia con quelle derivanti da un apposito questionario somministrato agli Stati membri.
Il rapporto evidenzia i vantaggi di un approccio integrato alla gestione del rischio da alluvioni e sostiene che un'attuazione coordinata della normativa UE, come ad esempio la Direttiva quadro sulle acque, le Direttive Uccelli Habitat e della Direttiva sulle alluvioni attraverso misure e azioni coerenti, potrebbe migliorare l'efficacia delle politiche in essere.
Il ripristino degli ecosistemi, come precedentemente detto, potrebbe essere molto efficace per prevenire e mitigare le inondazioni e anche nel caso fosse necessario attuare delle misure di impatto, tipo la costruzione di dighe, queste dovrebbero essere integrate con soluzioni a lungo termine di tipo naturale, come, appunto, il recupero di una pianura alluvionale.
Nel rapporto viene anche evidenziato che:
  • tra il 1980 e il 2010, nei 37 paesi europei sono state registrate un totale di 3.563 alluvioni. Il picco si è avuto nei mesi di maggio/giugno del 2010 con 321 alluvioni che hanno colpito 27 paesi, specialmente dell'Europa centrale;
  • estrapolando i dati dalla reportistica disponibile di nove paesi (Germania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Ungheria, Romania, Slovenia, Croazia e Italia) l'Italia ha la percentuale più alta di popolazione (11% pari a 6,7 milioni di persone) che vive in zone soggette a inondazioni, mentre l'Ungheria ha la più alta quota relativa di persone che vivono in queste aree (1,8 milioni, il 18% della popolazione). Inoltre, complessivamente, più del 40% delle pianure alluvionali è utilizzato per l'agricoltura arabile e l’Italia, con il suo 56% (quasi 14.000 km2) situato nelle aree Nord bacini del Po e Reno, guida la classifica;Danni annuali da alluvione
  • gli studiosi si aspettano che idanni annuali provocati dalle inondazioni aumentino di cinque volte entro il 2050e fino a 17 volte entro il 2080. I danni saranno però principalmente dovuti allo sviluppo socio-sconomico e al cambio di uso del suolo e, solo in minima parte, ai cambiamenti climatici (10%-30%);
  • le soluzioni basate sugli ecosistemi e sulle infrastrutture verdi sono, in molti casi, fondamentali nel garantire un approccio conveniente ad uno scenario di incertezza per ritardare o evitare una gestione classica delle acque che preveda la costruzione di infrastrutture. Infine, le strategie per la gestione del rischio di alluvione dovrebbero tener conto di misure specifiche per le realtà locali.
(Fonte: Arpat)

Nessun commento:

Posta un commento