venerdì 1 gennaio 2016

...sui "porcellini di Sant'Antonio", i più antichi abitanti di Treia



Questa che segue è la descrizione scientifica del più antico abitante di Treia, volgarmente chiamato "porcellino di Sant'Antonio", un animaletto che viene dal lontano passato e che ha colonizzato la terra rendendola quella che noi oggi la conosciamo. Che Treia sia piena di porcellini di Sant’Antonio (anche detti “di terra”) è un buon segno, significa che l’ambiente è per loro ancora favorevole.  Essi non sono insetti ma appartengono alla famiglia dei gasteropodi,  e sono  stati fra i primi organismi a popolare la terra, anzi con il loro lento rosicchiare le rocce avevano contribuito a rendere la terra come noi oggi la conosciamo, un terreno fertile e ricco di humus.  Spero che questi animaletti possano continuare ad esistere qui a Treia e che non vengano cambiate le condizioni ambientali che consentono la loro sopravvivenza e la nostra... 


Alcune informazioni  su questi simpatici animaletti: 



L'Armadillidium vulgare, comunemente noto come porcellino di terra o onisco, è un piccolo crostaceo terrestre molto comune nelle zone costiere dell’Europa, in particolare nelle regioni mediterranee.

Esso appartiene al sottordine degli oniscidi (da qui il nome comune “onisco”), che rappresenta il gruppo di crostacei meglio adattato alla vita al di fuori dell’acqua (gli oniscidi, ad eccezione di alcune specie come la “Ligia oceanica”, sono tutti animali terrestri).

Il più evidente adeguamento alla vita sulla terra ferma è costituito dalla “conversione” delle branchie, presenti sui pleopodi (gli arti della regione addominale), in pseudotrachee, anche se l'Armadillidium vulgare (come in generale tutti gli oniscidi) necessità di un ambiente piuttosto umido per la sopravvivenza. Durante il giorno si ripara sotto le pietre o all’interno dei tronchi degli alberi, di notte, quando l’umidità ambientale è superiore, esce alla ricerca di cibo, costituito da materia organica vegetale e animale morta (detritivoria).

Il porcellino di terra è un animale gonocorico (a sessi separati) con riproduzione di tipo sessuale. Per garantire l’umidità necessaria allo sviluppo delle uova (risultato di un accoppiamento) la femmina le trasporta in una sacca sotto l’addome fino alla loro schiusa.
I piccoli di Armadillidium vulgare nascono già con le fattezze degli adulti, colore del tegumento e dimensioni a parte; le fasi larvali, tipiche di molti crostacei, si completano a livello embrionale.

Variando il proprio comportamento giornaliero può resistere a condizioni ambientali relativamente mutevoli. In ogni caso temperature inferiori a -2° C e superiori a 36° C non sono tollerate e determinano la morte dell’animale.

Durante il periodo invernale, per cercare di sopravvivere alle basse temperature, gli onischi cercano un rifugio protetto ed entrano in uno stato di quiescenza (sospensione temporanea e reversibile di molti processi metabolici).

Quando riposa o si sente in pericolo ritira in dentro le zampette e si piega su se stesso formando una “pseudo-sfera”, lasciando esposta solo la parte dorsale, più resistente e coriacea, e occultando, invece, quella ventrale più vulnerabile.

Come per tutti gli organismi dotati di esoscheletro, ogni volta che l’animale cresce troppo rispetto al suo tegumento esterno effettua una muta. Tuttavia, differentemente dalla maggior parte degli artropodi, la muta avviene in due fasi distinte (caratteristica comune a tutti gli oniscidi), la metà posteriore è sostituita per prima, la metà anteriore segue a distanza di due/tre giorni. In genere i resti del vecchio esoscheletro non vengono abbandonati, ma usati come cibo.


L'Armadillidium vulgare è dotato di 7 paia di zampette uguali (ordine Isopodi) con le quali si riesce a muovere agevolmente sul terreno. La lunghezza dell’animale (adulto) varia tra 1 e 2 cm.
(Fonte: A.K.)

Nessun commento:

Posta un commento