sabato 31 maggio 2014

Treia - IMU, TASI... ed altre ancora


Casa Comunale

La mattina del 31 maggio 2014 al baretto di Treia il discorso verteva sulle rate ed aliquote dell'IMU e TASI, ovvero le inique tasse sulla casa che di fatto cancellano la proprietà privata. Lo stato, anzi il comune, imponendo una gabella annuale sulle abitazioni private praticamente ne oblitera la proprietà chiedendo all'abitante "proprietario"  (o peggio ancora se non abitante, nel caso di seconda casa) di pagare una tangente sull'ipotetico valore dell'immobile (valore stabilito dal pubblico catasto). In questo modo chi possiede una casa si trova a dover pagare “l'affitto allo stato” e come ogni affittuario se non paga si vedrà sfrattato (con espropriazione definitiva) e potrà (forse) abitare in strada o -se gli dice bene ed è raccomandato dal parroco- recarsi come sfollato agli ospizi religiosi (che per accordi con lo stato non pagano tasse e ricevono anzi finanziamenti per le opere di bene). Qui a Treia l'ultimo atto del commissario prefettizio è stato quello di alzare  le aliquote IMU e TASI, così che molti cittadini se non potranno pagare saranno esposti al rischio “sfratto”. Gli unici a fregarsene, come detto sopra, sono i preti, vescovi e cardinali vaticani che anche se i loro immobili vengono adibiti a negozi, alberghi, aziende, etc. non debbono versare alcuna tassa (e non pagano nemmeno luce acqua gas etc.), anzi ricevono anche un lauto stipendio dallo stato per lo svolgimento del loro”ministero”. Questa esenzione “urbi et orbi” risale al 1992 l'anno in cui il furbo Amato s'inventò l'ICI (capostipite di tutte le imposte immobiliari), affrancando contemporaneamente il vaticano da ogni incombenza fiscale. Le pecore da tosare sono i semplici cristiani, non i pastori. Dicevo che al baretto di Treia si è parlato molto di questo tema.. anche perché il pagamento del “dovuto” (alcuni lo chiamano “maltolto”) è imminente. Diversi avventori laici proponevano di raccomandarsi al neo eletto sindaco Franco Capponi affinché mitighi le aliquote... ma le speranze che le preghiere laiche vengano esaudite sono flebili, mica si tratta di orazioni da preti, vescovi e cardinali....


Cronache Treiesi di Paolo D'Arpini, cittadino "pro tempore" di Treia





Cronache amare di Grottammare: "...animal friendly?"


Noto cinofilo di convenienza...

       La comunicazione giornalistica indigena è quella che è, che vogliamo farci. Un titolo malfatto come “Sconto sulle tasse a chi adotta un cane”, seguito dalla scarna velina che (dopo gli scioglilingua Tari-Tasu-Ta-quello-che-ti-pare, cifra del nostro tempo demente) annuncia che avrà uno sconto sulla tassa dei rifiuti chi adotterà un cane dal canile comunale, e stop - non chiarisce, non spiega, non approfondisce - non ha certo giovato alla comprensione.

Così qualcuno è partito lancia in resta, “indignato” dall’iniziativa che - dice - anziché educare ad un rapporto consapevole con gli animali, spingerebbe ad adottarne uno per scopi utilitaristici.

        Indignazione sprecata, che vede il marcio dove (per una volta!) non c’è. Perché è vero che il borgo selvaggio non ha brillato né brilla per politiche animaliste (e, pur autonominatosi pomposamente “Comune animal friendly”, non si risolve a vietare i mercati con animali vivi nelle feste paesane. E già San Paterniano incombe, e il brutto spettacolo si replicherà…).

Ma questo provvedimento potrebbe essere (mi fa strano dirlo..) più intelligente di quanto le veline comunali acriticamente scopiazzate dalla stampa facciano sembrare.

       Intanto (come si legge altrove, in giornali che almeno s’informano e sanno spiegare le cose, dal Sole24ore, alla Gazzetta di Parma, fino a quella di Castelvetrano Selinunte…) l’iniziativa non nasce qui ma, partita dalla Sicilia (Solarino) già dal novembre 2013, ha risalito la Penisola come la spedizione dei Mille, coinvolgendo varie Regioni e un ampio numero di Comuni (lambendo pure la vicinissima Teramo), per approdare ora a Grottammare umbilicus mundi.

Potrebbero alcuni furbetti voler mettersi un cane in casa per vedersi ridurre la tassa sui rifiuti, come dubitano gli indignati speciali? Forse sì, nel Belpaese che non teme rivali in furbizie pubbliche e private: ma a contrastare le mefistofeliche intelligenze decise a munirsi di cane anti-tasse, i Comuni prevedono ovviamente controlli pre e post affido. Che dovranno esserci veramente: seri, severi e ripetuti. (“Abbiamo stabilito – dicono al Comune di Fiumicino – che questa detrazione avvenga dopo una serie di attente verifiche sullo stato di salute e mantenimento del cane. Deve trattarsi, infatti, di un’adozione dettata esclusivamente dall’amore per l’animale”. Elementare.)

        Sulle fragili obiezioni degli indignati prevale dunque quanto di buono c’è nel provvedimento. Se infatti il peso economico spesso scoraggia i molti che pur saprebbero occuparsi amorevolmente di un animale, uno sgravio fiscale che incentivi la bellezza e la gioia di “essere occupati” da un cane, non può che avere ricadute positive, sollecitando “la responsabilità di tutti a vivere in un ambiente in cui il rapporto uomo-natura trovi il perduto equilibrio”. 

Perché si tratterebbe di cani ospitati in strutture di accoglienza con consistente impiego di forze e di fondi pubblici, e della cui adozione – già di per sé efficace contrasto al randagismo - “le famiglie si avvantaggerebbero in termini affettivi ed economici, regalando un posto sicuro a creature che potrebbero scrollarsi di dosso il fardello di un trascorso non semplicissimo” (cfr. Comune di Lecce). 

Con buona pace di indignazioni in servizio permanente effettivo.

     Sara Di Giuseppe

venerdì 30 maggio 2014

Bicicletta romantica - Marco e Tiphaine pedalando sulla via della seta alla scoperta di realtà ecosostenibili



Ciao Paolo, ti rendo partecipe del nostro progetto. Siamo una coppia, io Marco di origini campane e Tiphaine, francese, che da qualche giorno abbiamo iniziato a viaggiare in bicicletta....

Comunicato: Sulla via della seta, in bicicletta

Dal 20 Maggio 2014 Marco e Tiphaine hanno iniziato il loro viaggio in bici in giro per il Mondo alla scoperta di realtà in cui, come in bicicletta, i ritmi sono più lenti e sostenibili per l'uomo e la natura. Il nome del loro progetto è CycloLenti.

Sono diretti verso l’Est Asiatico e l’itinerario prevede un detour per l’Europa del Mediterraneo per poi arrivare in Indocina e chissà ancora dove. Partiranno dalla costa atlantica francese e dopo aver attraversato Spagna, Portogallo e Italia, passeranno il primo inverno in Grecia. Da qui proseguiranno verso i Paesi del Caucaso e poi via alla volta dell’Asia.

“Un viaggio per inseguire i nostri sogni, nutrire lo spirito, assaggiare la vita nella sua essenza. Vogliamo scoprire il Mondo, mescolarci tra la gente, osservare modelli di vita diversi da quelli in cui siamo cresciuti. La frenesia, le ansie, le contraddizioni della società capitalista che sottrae tempo al sé, all'otium, ci spingono a rallentare, a cercare ritmi più vicini alla natura, a noi stessi”

Durante tutto il viaggio visiteranno realtà che già sperimentano tutto ciò: fattorie biologiche della rete wwoof, ecovillaggi, progetti di permacultura, comuni virtuosi, villaggi agresti, di nomadi, di pastori…dal vecchio Continente alle immense steppe dell’Asia.

La bici, il mezzo a propulsione umana per eccellenza, rappresenta bene lo spirito con il quale i due ragazzi affronteranno il viaggio. 

“La scelta della bicicletta è stata del tutto naturale, non ha impatto negativo sull’ambiente e ci consente di avanzare a ritmi sufficientemente lenti (per questo siamo cyclolenti) in modo da osservare il Mondo ed entrare in contatto con le persone che conosceremo lungo il tragitto”

“Cambiare si può! Può essere alla portata di tutti e si può fare in qualsiasi momento. E’ questo il messaggio che in forma silente risuona dalle nostre bici tra una pedalata e l’altra. Un proverbio africano recita: Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa". Noi non siamo né ricchi né degli sportivi, semplicemente dei sognatori.”


Marco e Tiphaine  328.894.0305

giovedì 29 maggio 2014

Quaderni di Vita Bioregionale 2014 e schema programma del Collettivo Ecologista 2014 di Montesilvano


Montesilvano - Olis, il luogo dell'Incontro Collettivo Ecologista 2014

Bene.  Cari amici ho appena sentito Daniela Spurio e le ho chiesto di  impaginare i Quaderni di Vita Bioregionale 2014.  Lo farà.  
Devono essere pronti per l'Incontro Collettivo Ecologista che si tiene il 21 e 22 giugno a Montesilvano, perciò il tempo stringe....
In copertina ci sarà un suo disegno con il titolo e nell'ultima di copertina andrà il programma completo.   

Gli articoli per i Quaderni mi ha chiesto Daniela di mandarglieli separatamente uno per uno con l'eventuale immagine da inserire per ognuno così non si sbaglia.  Le pagine della rivista (Quaderni) sono 10 (venti facciate da cui vanno tolte la copertina e l'ultima, quindi per i testi restano solo 18 facciate), perciò servono  testi brevi.....  Vi chiedo estratti sintetici (mezza pagina) dell'intervento. Anche considerando che dovrò mettere un paio di articoli esplicativi sul bioregionalismo ed ecologia profonda. 

Aspetto quindi il materiale a stretto giro di posta (da inviare non oltre  il 7 giugno 2014)  e poi manderò tutto a Daniela....

Un abbraccio, Paolo D'Arpini

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Ah, qui di seguito lo schema del programma dei due giorni, prossimamente faremo una scaletta dettagliata con i nomi dei partecipanti  che avranno confermato la loro presenza all'incontro, in caso non abbiate ancora confermato fatelo immediatamente.....

Per iscriversi  ed avere notizie sulla permanenza e sul come raggiungere il luogo  contattare:
Tel. 393.2362091 - 085/4683554

Per avere informazioni sui temi generali trattati e per inviare gli articoli  rispondere a me a: bioregionalismo.treia@gmail.com 

Cari saluti ed a presto, Paolo D'Arpini
Tel. 0733/216293

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Incontro Collettivo Ecologista 2014 - Montesilvano (Pescara) 
CIBO E SOSTENIBILITA’
Analisi, riflessioni, proposte tra
natura, cultura, società ed economia

Sabato 21 Giugno 2014
Dalle ore 11.00 in poi
Accoglienza e sistemazione

Ore 16.00
Raccolta dei fiori

17.00 – 18.50
Testimonianze ed Esperienze dai territori  
Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi

18.50 – 19.10
Pausa

19.10 – 20.50
Tavola rotonda

21.00 – 22.00
Cena

22.00 – 23.00
Musica e Falò


Domenica 22 Giugno 2014

Ore 9.30
Seduta di Yoga

Ore 10.15 - 13.00 (Pausa 11.30 – 11.50)
Testimonianze ed Esperienze dai territori:
Esempi di buone prassi e comportamenti virtuosi

Prima di Pranzo
Battesimo Laico con l’acqua benedetta
A cura Adriana Gandolfi

Ore 13.00 – 14.00
Pranzo

14.30 – 16.00
Spazio Benessere olistico

16.00 – 17.30
Prospettive e progetti comuni

Ore 18.00
Saluti finali

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Introduzioni all'incontro:
Informazioni pratiche: la partecipazione è gratuita, si può campeggiare con tenda propria, oppure adattarsi nella struttura con sacco a pelo.  Per chi lo desidera c'è un bed and breakfast vicino a 25/30 euro a notte. Portare proprie suppellettili e biancheria, durante i due giorni si potrà compartecipare ai lavori di sostentamento e organizzazione. Per i pasti è richiesto un rimborso spese di 6 euro a persona, sono graditi apporti di cibi bioregionali autoprodotti. Si potranno esporre libri in sintonia e propri materiali e creazioni artigianali ed agricole. 

mercoledì 28 maggio 2014

Alberto Spurio Pompili: "L'ascesa clamorosa del PD a Treia ed analisi del voto amministrativo"


Treia 2013 - La capo vigilessa da il benvenuto in città a Matteo Renzi

Il risultato del PD alle elezioni europee è clamoroso.
Se poi  guardiamo il dato di Treia e lo compariamo con le stesse elezioni del 2009, in tutti i comuni della provincia di Macerata,l'incremento del Pd a Treia che passa da 998 voti a 2179 (delle ultime elezioni europee del 25 maggio 2014) è nettamente il più eclatante: più che un raddoppio! Una piccola/grande soddisfazione.

Il risultato delle elezioni amministrative ci dice anche che le tre liste civiche erano realmente trasversali e non rispondevano a logiche prettamente politiche o ideologiche, ma piuttosto  alle loro leadership.

Penso che questo "bisogno" di nascondersi dietro liste civiche che avviene ormai in tutta Italia per le competizioni amministrative, sia  il frutto oltre che degli errori della classe politica anche dell'eccesso di  auto-referenzialità e delega all'amministratore che ha un grande potere senza un reale controllo. Una giungla nascosta dietro la facciata del bene comune, che ha casi assolutamente virtuosi e forieri di ottima amministrazione ed esempi imbarazzanti di malaffare. 

Certamente se la "Politica" avesse motivo di vergognarsi di meno per quello che ha combinato in questi anni potrebbe tornare a metterci la faccia evitando queste ambiguità. E'evidente che le furbizie, le infiltrazioni, i personalismi, gli affarismi non spariranno in un amen, ma visto che ora c'è meno trippa per gatti e  nei territori, comunali e provinciali ormai si fa vero  volontariato, impegnando una montagna di tempo e spesso anche spendendo di tasca propria, forse le cose possono cambiare.

Maggio 2014 - Tavolo elettorale del PD a Treia

Il Pd può e deve dare un contributo in questo senso, ma non ha una delega in bianco. Diciamocelo chiaro: senza Renzi tutto questo non sarebbe successo...

E' solo l'inizio e a qualcuno può sembrare ancora poco ma l'inversione di tendenza c'è. Spero solo che l'euforia per il risultato elettorale si trasformi in energia per operare il cambiamento con ancora più decisione. L'elettore è stanco di false promesse e non perdona, vuole un riformismo vero, sano, reale e che migliori le condizioni di vita e di lavoro.

Centrodestra, Centrosinistra...una sana competizione per una politica dell' alternanza. E che il Centrodestra impari la lezione, faccia le primarie, abbandoni l'idea del partito dinastico e si ricomponga nel rispetto delle diversità abolendo il metodo Boffo, (buttare fango sul nemico interno o esterno che sia). Insomma che abbia il coraggio di archiviare Berlusconi e il suo macroscopico conflitto d'interessi.

E il Centrosinistra abbandoni del tutto quella insopportabile spocchia, che in alcuni è ancora evidente, per cui devi per forza dare l'idea di essere più bravo e più intelligente degli altri, e cerchi con ancora più forza e costanza un confronto con i Cinque Stelle. Là ci sono giovani e idee e ora forse la rigida legge del capo che ha impedito il dialogo può essere superata in favore di una vera democrazia interna liberando energie a favore dell'intera comunità.

Per il resto qualcosa a sinistra, più radicale, che è giusto che ci sia e un po' di Lega, che spesso in malo modo ma comunque cerca di stare vicino ai bisogni dei cittadini e dei lavoratori...E' sparito il centro ? Forse sì...Evviva!!!. Renzi ci ha messo un attimo a decidere di aderire al PSE, sono dieci anni che se ne parlava e sembrava che questo spaccasse definitivamente il partito... 

Sono sicuro, Pertini da lassù, ha sorriso per questo ma ci controlla e ha un bastone nodoso pronto all'uso, nel caso gli diano il permesso di scendere una mezz'oretta...

Alberto Spurio Pompili


Segretario del Circolo PD di Treia

martedì 27 maggio 2014

Ghiacciai montani in aumento, perché in ritirata...

Oggi sono 896 mentre negli anni '50 erano 824: i ghiacciai italiani sono aumentati di numero ma questa non è una buona notizia. Il numero è infatti aumentato per via dell'intensa frammentazione, sistemi glaciali complessi riducendosi si dividono in singoli ghiacciai più piccoli, mentre la superficie dagli anni '80 è passata da 609 kmq agli attuali 368 kmq. 
Sono stati presentati il 19 maggio 2014 all'Università Statale di Milano i risultati del Nuovo Catasto dei Ghiaccia Italiani realizzato dall'equipe del dipartimento di Scienze della Terra, con il contributo di Levissima e in collaborazione con l'associazione EvK2Cnr e il Comitato Glaciologico Italiano. I precedenti catasti risalgono al 1962 e al 1984 e rispetto ai dati rilevati allora, risultano visibili gli effetti e l'impatto sui ghiacciai italiani del cambiamento climatico in corso: aumento del numero, sensibile riduzione della superficie e del volume, cambiamento della morfologia stessa del cuore freddo delle Alpi.

In gran parte i ghiacciai italiani risultano essere di piccole dimensioni con un valore areale medio di 0,4 kmq. Un dato significativo poiché le ridotte dimensioni espongono in maniera esponenziale i ghiacciai a ulteriori fenomeni di fusione dovuta all'innalzamento delle temperature medie annuali. Le novità non sono solo dovute ai cambiamenti climatici ma in alcuni casi anche ai risultati dei nuovi studi: il ghiacciaio più vasto è risultato essere infatti non più quello dei Forni come indicato nel precedente catasto ma il ghiacciaio del complesso Adamello-Mandrone che grazie a recenti rilievi si è scoperto essere composto da un corpo glaciale unitario.

’’Nonostante sia tutt’ora in atto una lunga fase di regresso glaciale, l’incremento della copertura detritica superficiale potrebbe ridurre i ritmi di fusione, mentre l’incremento di polveri naturali o antropiche potrebbe aumentarla. La variabilità meteo-climatica, con inverni molto nevosi ed estati fresche ed umide, favorirebbe inoltre periodi di rallentamento di questa attuale fase negativa”, spiega Claudio Smiraglia, a capo del progetto di ricerca. ”A fine estate 2013, ad esempio, la riduzione di spessore di molti ghiacciai italiani è stata minore rispetto a quella registrata negli anni precedenti, a causa delle forti nevicate dell’inverno 2012-2013. E’ chiaro che, per avere una vera e propria inversione di tendenza, dovrebbe verificarsi una successione, almeno decennale, di queste caratteristiche meteo-climatiche, come quella del 1965-1985”.

(Notizia ambientale ADNkronos)

lunedì 26 maggio 2014

Treia - Concluse le formalità elettorali, è stato indicato il nuovo sindaco...



In questo mondo sorge il sole al mattino e la sera vien notte. Non si può sbagliare di molto, tutto ha un suo ciclo -come le stagioni- e dire che l'autunno piove, che l'inverno fa freddo, in primavera crescono i fiori e d'estate maturano i frutti sono previsioni con le quali ci si azzecca più o meno sempre (malgrado i cambiamenti climatici, etc.). Così in questi giorni del 2014, siamo al 26 maggio, nel pomeriggio alle 14 mi sono recato al seggio del centro storico di Treia per lo spoglio elettorale delle amministrative, da cui è risultato il nome del nuovo sindaco di Treia. Le liste in lizza erano tre e ricordate il pronostico che feci: “il nuovo primo cittadino si chiamerà: .oni!"? http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2014/04/il-cavallo-di-treia-del-25-maggio-2014.html


Ebbene non sono stato smentito dai fatti!


Per allentare la suspence vi confermo che il nuovo primo cittadino di Treia è: Franco Capponi con il 41,49, il nuovo secondo cittadino è Andrea Mozzoni con il 32,28, ed il terzo (anzi la terza) è Daniela Cammertoni con il 26,22... Onore ai vincitori! La sera del 26 maggio 2014 nella Sala Consigliare i presidenti dei seggi elettorali hanno ufficialmente indicato gli eletti consiglieri di maggioranza e pure quelli di minoranza. Subito dopo c'è stato un breve discorsetto del neo Sindaco Franco Capponi il quale ha dichiarato che da dopodomani si insedierà come il sindaco di tutta Treia, di chi l'ha votato ed anche di chi non l'ha votato. I giorni e gli anni a venire dimostreranno la veridicità di quanto affermato. Intanto va accettata la promessa come gesto di “buona volontà” e di pacificazione dopo una campagna elettorale alquanto rovente....


Letterina aggiunta

Caro Paolo. Hai votato per le elezioni europee o anche amministrative?

Io ho votato solo per le prime... qui a Fi, e un po' in tutta la Toscana, il clima è caldo soprattutto in attesa dei risultati delle amministrative...

l'astensionismo... mmh... riflettevo che per me significa non coraggio. Tante volte mi sono "astenuta" dal fare qualcosa, dire qualcosa, portare avanti progetti, credere in me..., il tutto perché rimanevo ferma nei miei pensieri, non mi confrontato, non cercavo il supporto altrui, nemmeno mi informavo circa altre possibilità. Immobile.

Ma tutto questo non crea equilibrio, non crea armonia (idem riportato nel macro- ovvero la politica-)

Ho ritrovato nelle parole dei molti astensionisti tanta laconicità... nessuno sapeva motivare il perché la scelta giusta sia astenersi, se non con i classici "fanno tutti schifo", "è tutto uno schifo" ecc... vanno per luoghi comuni, sentito dire, piccoli interessi non tutelati, senza spirito critico... senza curiosità e motivazioni... se poi l'unica informazione che ricevono passa dalla tv o dalla mediocrità di tanti quotidiani... non dobbiamo stupirci se la gente nemmeno va più a votare...

Federica



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Cara Fede, ho votato sì, sia alle europee che alle comunali... Volevo esprimere un voto ghibellino a casa e guelfo in Europa, o magari anche il contrario, visto che non ero sicuro di nulla...  Alla fine è andata che ho votato per il PD  alle europee... e per una lista "accomodante" per il Comune, siccome l'ho detto pubblicamente ho ricevuto subito insulti via web.

Sono d'accordissimo  che l'astensionismo sia peggio che votare chiunque (sia esso  Berlusca o Renzie o Grillo). Infatti un amico mi ha scritto:  “Meglio quel 41% che sono andati a votare per Renzi  di chi ha preferito non recarsi nemmeno alle urne. Questo secondo una recentissima opinione che ho ascoltato in un video sulla democrazia: chi non va a votare non è vero uomo”

Per vivere senza rimpianti ci vuole molto coraggio e fiducia in sé... Diceva Osho: "Meglio sbagliare seguendo le tue idee che trionfare senza convinzione in quel che fai". La fortuna o la sfortuna, il successo o l'insuccesso,  sono termini relativi, l'importante è sapersi riconoscere e volersi bene per quel che siamo. 

Come dire: "Riconoscersi in ciò che è..." (http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e) 

Un caro abbraccio, ciao 

Paolo D'Arpini


Norme di difesa dai veleni usati in agricoltura

Finalmente uno strumento di difesa per tutti quei cittadini che debbono ogni fine primavera subire i rischi prodotti dai fitofarmaci.


Il 24 maggio 2014 a Viterbo presso l'ordine dei medici si è tenuto un importante convegno sul rischio salute causato dalla presenza di arsenico nelle acque del viterbese e dall'uso eccessivo di prodotti chimici in agricoltura. Alle parole di allarme di medici e scienziati sull'incidenza di tumori nel viterbese, probabilmente innescati anche da pesticidi e diserbanti vari, rispondono in questi giorni uomini scafandrati che irrorano piante e terreni con potenti veleni. Anni ed anni di azioni di sensibilizzazione da parte non solo degli ambientalisti, ma degli scienziati non sono serviti a nulla. Veleni a "go go" vengono sempre di più usati in agricoltura e in particolare sui noccioleti e da qualche tempo anche sui castagneti del viterbese. Inevitabili i rischi alla salute non solo per chi maneggia queste sostanze, ma anche e purtroppo per gli ignari cittadini che debbono subire passivamente i cosiddetti danni collaterali. Quindi per i medici riuniti nel convegno a Viterbo sabato scorso, non c'è da meravigliarsi più di tanto se nel viterbese i tumori siano diventati una specie di epidemia.

A questo punto Accademia Kronos vuol ricordare a tutte quelle amministrazioni comunali che tollerano o in alcuni casi condividono l'avvelenamento dei suoli e delle acque, che oggi esistono norme e leggi a tutela della salute dei cittadini. Le recenti normative comunitarie rendono prioritario il corretto impiego dei prodotti fitosanitari per una gestione "sostenibile" dell'agricoltura. In particolare il D.Lgs. 150/2012, che ha recepito la Dir. EU 128/2009 sull'uso sostenibile dei pesticidi, prevede la riduzione del rischio e dell'impatto dei prodotti fitosanitari sulla salute umana e sull'ambiente. Questa nuova legge afferma che non è più possibile trattare con veleni chimici che possono provocare la deriva di sostante al di fuori delle proprietà, ovvero inquinando la terra, i bacini idrici e le abitazioni dei vicini (anche nelle polveri domestiche si concentrano i pesticidi).

Questo vuol dire, soprattutto per i noccioleti del viterbese, il divieto assoluto dell'uso di fitofarmaci nebulizzati, in prossimità di corsi d'acqua, di abitazioni civili e lungo le vie in cui le persone sono solite andare in bicicletta, fare jogging o semplici passeggiate a piedi. In caso di malori causati dalla presenza nell'aria di sostanze tossiche provenienti da trattamenti fitosanitari impropri, sappiano i cittadini che possono ricorrere per vie legali nei confronti non solo degli agricoltori che non hanno rispettato i limiti imposti dalla legge (almeno 100 metri dalla strada), ma soprattutto nei confronti dei sindaci che non hanno predisposto ordinanze specifiche in merito.

Accademia Kronos a tal proposito informa quei cittadini, vittime di avvelenamenti da fitofarmaci, che possono contare sugli avvocati dell'associazione, esperti nel settore risarcimento danni causati da usi irregolari di prodotti tossici in agricoltura.


 Filippo Mariani 

domenica 25 maggio 2014

Accademia Kronos: "...prossima uscita di AKnews, nuovo giornale ambientale"



I dirigenti dell'Associazione Accademia Kronos  hanno deciso di registrare al Tribunale di Viterbo una nuova testata ed uscire tra breve come un vero è proprio settimanale d'informazione meteo-climatico e ambientale. Da "AKinforma" si passerà quindi ad "AKnews" con un nuovo logo. La redazione e il comitato scientifico sarà formato da personalità d'alto rilievo che molti giornali anche di prestigio ci invidieranno. Il Direttore è stato già deciso, sarà: Carlo Sacchettoni, già noto giornalista della RAI, mentre il Responsabile scientifico sarà Vincenzo Ferrara premio Nobel. A seguire altri scienziati e giornalisti, tra cui il nostro informatico che ha realizzato il nuovo portale internet di AK.


Questo il progetto: La Redazione di "AK news" punterà a nominare suoi inviati speciali e cronisti locali. Sarà così possibile creare pagine locali che trattano problemi ambientali periferici. Ogni redazione periferica dovrà individuare giornali locali, enti ed istituzioni pubbliche e private a cui inviare gratuitamente il nostro settimanale insieme all'inserto. In questo modo nell'arco di poche settimane potremmo raggiungere un considerevole numero di nuovi utenti e a quel punto ottenere sponsor capaci di sostenere anche i costi delle redazioni locali.


Uno degli scopi scientifici e concreti che ci potrà distinguere da altri giornali sarà quello della partecipazione attiva ai PNA, ossia ai piani nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici in cui tutti i comuni italiani dovranno nell'arco di pochi anni dotarsi. Ma oltre a ciò continueremo a trattare temi che ci hanno contraddistinto fino ad oggi su questa newsletter.

Per partire con il nuovo settimanale abbiamo calcolato di spendere inizialmente non meno di 4.000 euro, concentrati nei costi per le autorizzazioni, tasse varie, potenziamento della redazione con ulteriori computer, stampanti, ecc.


Quindi vi si chiede di aderire come cronisti locali, procacciatori di sponsor o semplici sostenitori, aiutandoci inizialmente anche con 10 o 20 euro al fine di raggiungere la quota d'investimento prevista, ma anche entrando a far parte della proprietà di AK news versando un contributo minimo di 100 euro. (scrivere per info a: accademiakronos@gmail.com)



Se riusciremo ad uscire con il nuovo giornale prima di settembre, avremmo realizzato finalmente uno strumento d'indagine e di denuncia ambientale nazionale e locale di indubbia utilità e di grande "forza contrattuale". Anche questo è un modo per difendere il nostro futuro. 


Accademia Kronos

sabato 24 maggio 2014

Puglia - Parte il progetto C.A.N.A.P.A. (Coltiviamo Azioni per Nutrire Abitare e Pulire l’Aria)



Ripristino dei terreni inquinati grazie ad una pianta che è stata demonizzata, ma più che demoniaca a noi pare faccia veri e propri miracoli.

CanaPuglia, partendo da Brindisi, ha avviato il progetto C.A.N.A.P.A. (Coltiviamo Azioni per Nutrire Abitare e Pulire l’Aria)

Siamo all’inizio di una rivoluzione, perché la canapa povera pianta diffamata per ragioni politiche ed economiche, diffamata perché poteva rappresentare l’alternativa alla civiltà della plastica, è una pianta sorprendente per tutto ciò che può dare. In più tra le tante caratteristiche c’è la capacità di assorbire i metalli pesanti, quindi di essere ideale nei territori inquinati per le bonifiche, e quindi la piantagione di canapa a ridosso di insediamenti industriali che hanno una forte storia di impatto ambientale inquinante, ha anche un significato di riqualificazione dei terreni.

E come ci ha raccontato Andrea Carletti, presindete di Assocanapa Puglia e della società agricola Terra del sole, che avevamo intervistato in occasione della coltivazione sperimentale effettuata l’anno scorso, “il progetto proseguirà probabilmente anche a Priolo Gargallo, nei pressi di Siracusa, dove sorge un importante polo petrolchimico. Abbiamo avuto i primi contatti con la Syndial, società del gruppo Eni che gestisce l’impianto, per utilizzare la canapa per bonificare i terreni. E’ un’area di 5mila metri quadrati e stiamo valutando la fattibilità del progetto”.

Tra le varie doti della canapa che possono favorire l’ambiente in cui cresce, la pianta, che radica in profondità, contribuisce a migliorare il terreno in vista delle coltivazioni future, anche a rotazione. Inoltre, come altri vegetali, ha doti di fitorimediazione, un processo per il quale, tramite l’azione di assorbimento dell’apparato radicale della pianta, vengono estratti dal terreni componenti organici o inquinanti come i metalli pesanti... 


Notizia inviata da Domenico D'Ambrosio 


(Fonte: Canapaindustriale.it) 

venerdì 23 maggio 2014

Altragricoltura Nordest: "Carta d'intenti per la biodiversità e contro gli Ogm"



Cari amici bioregionalisti, dopo gli incontri di Vicenza al Terre Resistenti festival e di Roma, per Genuino Clandestino, vi mandiamo  la bozza della “Carta d'intenti per la tutela della biodiversità e contro la diffusione degli Ogm”, curata da Altragricoltura Nordest e aperta al contributo di
tutte e tutti.

Vi aspettiamo inoltre  sabato 24 maggio 2014, giornata internazionale di boicottaggio della Monsanto. A presto,

Chiara Spadaro

347.9087538,  spadaro.chiara@gmail.com 




Carta d'intenti per la tutela della biodiversità e contro la diffusione di Ogm

Bozza in costruzione a cura di Altragricoltura Nordest

Noi cittadini, consumatori e produttori, associazioni e movimenti contrari alla coltivazione e alla commercializzazione di Organismi geneticamente modificati (Ogm), riteniamo necessario e urgente intervenire subito a tutela della salute umana e animale, dell'ambiente e della biodiversità, per costruire un modello agroalimentare ecologicamente e socialmente sostenibile.
Sottoscrivendo questa carta di intenti ci impegnano ad affermarne i principi e lo spirito in tutti gli ambiti della società in cui siamo inseriti, nonché a costruire un movimento sociale ampio e incisivo, organizzando o sostenendo tutte quelle pratiche e forme di lotta che permettano di incidere a tutela della biodiversità e di fermare la diffusione degli Ogm in Italia e all'estero.

1. Premesso che
  • gli Organismi geneticamente modificati sono il prodotto di tecniche di ingegneria genetica che permettono di inserire nel patrimonio genetico di una specie, geni provenienti da una specie completamente diversa, modificandoli se necessario;
  • le tecniche di manipolazione genetica che producono Ogm non sono assimilabili né a quelle che utilizzano processi biologici (come innesti e incroci) - da sempre utilizzate per selezionare piante e animali con caratteri più adatti all'ambiente o in grado di aumentare la produttività -, né alle più recenti tecniche di mutazione genetica, che producono varianti dello stesso patrimonio genetico e non inseriscono nuovi geni;
  • gli Ogm - come le tecniche per ottenerli e riprodurli, nonché i geni utilizzati per ottenere il nuovo organismo - sono stati brevettati da grandi aziende multinazionali che, nonostante il principio della non brevettabilità di organismi viventi, sono riuscite ad ottenere il diritto esclusivo al loro sfruttamento. Ogni persona che coltivi, anche senza saperlo, una pianta geneticamente modificata deve pagare quindi all'azienda produttrice delle royalties;
  • la soia e il mais Ogm sono utilizzati principalmente per la produzione di mangimi animali;
  • tra le piante geneticamente modificate, 4 hanno un impatto significativo sulla produzione mondiale: si tratta di soia, cotone, mais e colza. Due di queste - soia e cotone - hanno conquistato il mercato con rispettivamente il 79% e il 70%, mentre il 32% del mais e il 24% della colza sono Ogm1.
  • I Paesi in cui sono presenti coltivazioni transgeniche sono 27; in 5 Paesi - Stati Uniti, Brasile, Argentina, India e Canada - vi sono coltivazioni di ampie dimensioni che coprono gran parte dei circa 175 milioni di ettari seminati a Ogm2.
  • L'Unione Europea, a seguito delle pressioni delle multinazionali e di un'azione formale presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC-WTO) di alcuni grandi paesi produttori (USA, Argentina e Canada), ha rivisto la politica della “moratoria di fatto” introducendo un nuovo quadro regolamentare che, a partire dal 2004, ha portato all’autorizzazione all'importazione e alla coltivazione di alcuni Ogm: principalmente varietà di soia, mais, cotone e colza3.
  • A oggi, 8 Paesi dell'Unione Europea - Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria - hanno adottato la clausola di salvaguardia per vietare la coltivazione di Ogm. L’Austria ha anche adottato una moratoria sull'importazione dei mais Mon810 e T25, e ha raggiunto un accordo volontario con le maggiori catene di supermercati e le aziende dei mangimi per l'esclusione dalla loro filiera alimentare di prodotti derivanti da Ogm.
  • L'Italia ha garantito fino al 2013 una moratoria di fatto sulla coltivazione di Ogm. Allo stesso tempo però ha permesso l’importazione di materia prima e derivati da Ogm autorizzati dall’Unione Europea (in particolare mangimi animali).
  • Nel maggio del 2013 la Corte di Giustizia Europea ha sentenziato che l'Italia non può sottoporre ad autorizzazione la coltivazione di una pianta modificata geneticamente già autorizzata dall'Unione Europea. Questa decisione ha incentivato un piccolo gruppo agricoltori del Friuli Venezia Giulia a piantare il mais Ogm prodotto dalla Monsanto, Mon810. La posizione ambigua del Governo non ha evitato il raccolto e la messa in commercio di questo mais. Le analisi effettuate dal Corpo forestale allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali nei terreni limitrofi a quelli coltivati a mais Ogm hanno dimostrato un “inquinamento genetico” fino al 10%.
  • Attualmente gli Ogm arrivano negli scaffali dei supermercati direttamente all’interno di prodotti di largo consumo, come derivati (amido modificato di mais, sciroppo di mais, mono e digliceridi degli acidi grassi, destrosio, lecitina di soia [E322], olio di soia, olii vegetali, olio di mais, malto di mais per la produzione di birra) o indirettamente, perché gli animali sono stati alimentati con mangimi (l'80% dei mangimi italiani ed europei contiene soia e mais Ogm).

2. Consapevoli che gli Ogm
  • rappresentano un pericolo per la salute umana e animale. Ormai numerosi studi indipendenti mostrano che vi sono rischi di insorgenza di allergie e intolleranze, rischi di sviluppo di resistenza ad antibiotici da parte di batteri patogeni presenti nel nostro organismo (resistenza conferita da un gene marker utilizzato per verificare che l'inserimento del transgene sia andato a buon fine); rischi derivanti da metaboliti dei diserbanti (malformazioni; il linfoma non Hodgkin è correlato all'uso di glifosato e circa il 75% delle coltivazioni Ogm contengono il gene resistente al glifosato). Inoltre esiste un serio rischio da alterazione del funzionamento dei geni. Come ha affermato il premio Nobel per la Medicina, Renato Dulbecco, è stato dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata; non è sufficiente introdurre un gene nell'organismo per determinarne l'effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti4. Ovviamente, allo stato attuale delle conoscenze, non sappiamo quali geni e quando saranno alterati.
  • Non evitano l'uso di pesticidi e sono una grave minaccia per l'ambiente: tre quarti degli Ogm commercializzati sono resistenti ad erbicidi, i quali di norma sono venduti dalle stesse compagnie multinazionali che producono le sementi transgeniche. Non solo queste piante presuppongono l'uso di questi prodotti chimici (fitofarmaci, antiparassitari e fertilizzanti) dannosi per l'ambiente, gli eco-sistemi agricoli e gli esseri umani (agricoltori e consumatori), ma i dati mostrano una proliferazione di piante infestanti sempre più resistenti5 e un aumento nel consumo di biocidi. Le piante modificate con geni per la resistenza agli insetti (l'altra grande famiglia di Ogm) producono la tossina non solo in loro presenza, ma sempre e su tutta la pianta. La tossina quindi ammazza anche insetti o altri piccoli animali non dannosi se non utili e seleziona nel tempo insetti resistenti alla tossina vanificando la caratteristica della modificazione genetica.
Recenti studi6, inoltre, dimostrano che la contaminazione da Ogm è in continuo aumento: sono state trovate piante transgeniche in ambienti naturali o agricoli nei quali non dovrebbero essere presenti e aumentano le tracce di Ogm nei prodotti alimentari e nei mangimi. La contaminazione è tanto più dannosa se avviene in ecosistemi dove sono presenti piante selvatiche simili a quelle transgeniche coltivate: in questo caso è stata riscontrata un'incontrollata diffusione dei geni transgenici tra le piante. Gli Ogm partecipano alla riduzione della biodiversità agricola e più in generale a quella naturale che rappresenta la nostra vera ricchezza: la biodiversità è infatti a un tempo condizione per l'adattamento delle specie al variare dell'ambiente e garanzia di mantenimento della complessità degli equilibri ambientali.
  • Non sono più economici, non aumentano la produttività delle colture e non aiutano a risolvere il problema della fame nel mondo. Nonostante l'enfasi sugli impatti economici e sociali con i quali vengono spesso presentati, gli Ogm non sembrano essere vantaggiosi: se non per le poche grandi multinazionali che li producono. Le sementi transgeniche sono coperte da brevetto e quindi chi le coltiva, anche se involontariamente (contaminazione), deve pagare delle royalties. Le sementi transgeniche quindi costano di più delle sementi convenzionali e come dimostra l’esperienza statunitense, chi ha acquistato sementi brevettate deve per contratto continuare a farlo per un periodo determinato. Così, negli USA, la Monsanto ha già fatto causa a numerosi agricoltori per violazione contrattuale7. Molti studi evidenziano che le piante transgeniche non sono più produttive delle varietà convenzionali8, anzi una ricerca recente9 sostiene che diano rese inferiori. Gli Ogm ovviamente non risolvono la fame nel mondo: sono utilizzati per lo più nella mangimistica animale destinata ai Paesi dove è maggiore il potere d’acquisto e per di più non si tratta nemmeno di piante ingegnerizzate per essere coltivate in condizioni svantaggiose. Ad ogni modo è evidente che la povertà è il principale motivo della fame e delle carenze alimentari che continuano ad affliggere il mondo: milioni di famiglie non hanno denaro a sufficienza per permettersi di acquistare un cibo sano, nutriente e buono o le attrezzature agricole per produrlo. I problemi di accesso alle risorse sono frutto delle disuguaglianze sociali e della logica liberista nel sistema agroalimentare che considera il cibo, la terra e le risorse naturali come una qualsiasi merce e non come dei beni comuni ai quali devono potere avere accesso tutti gli esseri umani.
  • Sono l'ultima frontiera della “rivoluzione verde” e della strategia di conquista dell'agricoltura da parte delle multinazionali. Gli ogm sono la prosecuzione di quella grande rivoluzione che a partire dagli anni '60 e '70 del secolo appena passato ha permesso ad alcune grandi industrie della chimica una rapida riconversione nella nuova fase postbelica10. Nella rivoluzione verde queste multinazionali hanno trovato una straordinaria opportunità di profitto costruita sulla conquista dei processi produttivi e nella conseguente dipendenza degli agricoltori da input esterni (sementi ibride, fertilizzanti, insetticidi, tecnologia, conoscenza, piani di produzione). Industrializzazione, monocultura e intensificazione della produzione, concimi di sintesi e pesticidi, standardizzazione delle varietà coltivate e sementi ibride, finanziarizzazione delle commodities, sono stati questi gli assi portanti della nuova agricoltura. Una rivoluzione che ha investito violentemente i modi di produzione e di organizzazione sociale, i consumi alimentari e le forme di approvvigionamento e non per ultimo gli ecosistemi agricoli e naturali. La bandiera ideologica del progresso ha imposto la dismissione dei principi della sovranità alimentare, dell'agricoltura conservativa e del diritto di ogni essere umano ad accedere ad un cibo sano e nutriente, mentre ha sostenuto la mercificazione e il controllo gerarchico del cibo. Con gli Ogm le multinazionali cercano una nuova strada per rilanciare i loro già cospicui profitti: da una parte promettendo di risolvere alcuni “problemi” generati della rivoluzione verde (basse rese dovute alla desertificazione dei suoli e dall'utilizzo di ibridi non adatti all'ambiente in cui vengono coltivati), da un'altra intensificando la strategia di controllo dell'agricoltura passando alla brevettazione degli organismi viventi. Un modello nel quale la possibilità di avere accesso ai semi, alla terra e ad un cibo sano, non è un diritto uguale per tutti, ma dipende dalla capacità di pagare.

3. Ci poniamo l’obbiettivo di contrastare gli Ogm nei punti nevralgici della loro produzione e distribuzione. Nello specifico riteniamo indispensabile:
  • Fermare il processo di produzione degli Ogm: dalla creazione di semi transgenici a fini riproduttivi in laboratorio, alla loro brevettazione da parte delle multinazionali dell’ agroindustria; dalla riproduzione in campo di sementi madre per la vendita agli agricoltori, fino alla coltivazione in campo aperto per la produzione di materia prima.
  • Fermare il processo di trasformazione degli Ogm: sia all’interno dell’industria alimentare che li utilizza come ingredienti primari o come derivati nei prodotti destinati direttamente al consumo umano, che per quanto riguarda l’utilizzo sotto forma di mangimi nell’industria zootecnica, che fornisce comunque buona parte della nostra alimentazione (carne, uova, latte e derivati, ecc).
  • Fermare la commercializzazione e il consumo di Ogm: imponendo un’etichettatura completa e trasparente dei prodotti finiti, anche laddove gli ogm non costituiscono un ingrediente principale (granella, olio, ecc), ma sono un derivato ottenuto da piante ogm (lecitine, glucosio, amidi, ecc…)11. Esigendo, nel caso dei prodotti animali e loro derivati, una tracciabilità completa dei mangimi utilizzati. Scegliendo per la nostra alimentazione prodotti rispettosi dell’ambiente, della salute umana e del benessere animale, che escludano esplicitamente l’uso di ogm. Sostenendo attivamente e sviluppando filiere agroalimentari alternative e virtuose.

4. Per raggiungere questi obbiettivi ci proponiamo di:
  • creare un movimento di cittadini attivi, consapevoli dei rischi rappresentati dagli Ogm e da una agricoltura dipendente dal commercio estero, dalle multinazionali e dalla chimica;
  • sviluppare, diffondere e sostenere sistemi produttivi e distributivi rispettosi dell’essere umano e dell’ambiente, che mettono al centro la sovranità alimentare, l’agricoltura di conservazione e la difesa della terra come bene comune;
  • portare avanti con continuità azioni radicate sul territorio, capaci di coinvolgere la popolazione e creare una mobilitazione ampia sia da parte dei consumatori sia da parte dei produttori/trasformatori. Intendiamo articolare nella quotidianità della vita il rifiuto degli ogm e di un modello agricolo e alimentare distruttivo e spersonalizzante. Riteniamo che per affrontare un problema così grande e complesso non ci si possa limitare ad eventi mediatici estemporanei di comunicazione del dissenso, né sperare che la faccenda si risolva solo su un piano normativo astratto. Privilegiamo dunque l'azione diretta, non limitandoci alla delega istituzionale, ricostruendo una presenza reale e continua nei campi e nei luoghi di produzione, diffusione e consumo di cibo, ovvero dove gli ogm circolano ed hanno rilevanza economica.
  • Individuare nello spazio europeo il terreno strategico della mobilitazione, nella consapevolezza che i territori in cui viviamo e l’Italia potranno essere realmente liberi dagli ogm solo se riusciremo a cambiare i rapporti di forza almeno al livello in cui si decidono le politiche in materia di agricoltura e commercio.
  • Contrastare tutti quegli accordi internazionali (multilaterali o bilaterali) - come quello che ha costituito l’OMC-WTO o il trattato di partenariato transatlantico (Ttip) che stanno discutendo Stati Uniti ed Unione Europea - sul commercio mondiale che impongono il primato del libero scambio sul principio di precauzione e in generale sui vincoli posti a tutela dell’ambiente e della salute umana.
  • Stringere legami di solidarietà fra le realtà che condividono gli obiettivi sopra menzionati, accettando la diversità delle pratiche e sostenendo le forme di lotta che hanno come fine il raggiungimento degli obbiettivi sopracitati.

    5. Nella pratica, sottoscrivendo questa carta, ci impegniamo attraverso una partecipazione attiva e costante a:
      5.1. fare pressione sulle istituzioni locali, nazionali ed europee:
  • perché siano aumentati i controlli sulla presenza di ogm negli alimenti, in particolare su quei prodotti che in base alla loro composizione (presenza di: amido modificato di mais, sciroppo di mais, mono e digliceridi degli acidi grassi, destrosio, lecitina di soia [E322], olio di soia, olii vegetali, olio di mais, ecc) sono a rischio di contaminazione, anche accidentale;
  • perché sia applicato il principio di precauzione e venga vietata e sanzionata la produzione, la coltivazione, le importazioni e la commercializzazione di Ogm;
  • perché sia resa obbligatoria una etichettatura trasparente che permetta di sapere se i prodotti che troviamo nei supermercati contengano derivati di ogm e se gli animali da cui derivano certi prodotti (come il latte, la carne, le uova, ecc.) siano stati alimentati con mangimi Ogm;
  • perché tutti i prodotti che vengono qualificati come Made in Italy ed in particolare quelli che si fregiano del marchio DOP (ad es.: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Asiago, Prosciutto di Parma, Prosciutto San Daniele) garantiscano l'assenza di tracce di Ogm e nel caso di derivati animali certifichino che l'alimentazione degli animali provenga da filiere free ogm al 100%;
  • perché vengano adottate tutte quelle misure e politiche che permettono di bloccare concretamente la diffusione degli ogm nei diversi punti della loro catena di produzione e commercializzazione.
5.2. Fare pressione sui punti strategici della catena del valore degli Ogm (multinazionali produttrici di semi e piante, mangimifici, consorzi agrari, supermercati, agricoltori):
  • organizzando campagne di informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle categorie professionali direttamente coinvolte;
  • aprendo delle vertenze contro chi produce e distribuisce prodotti Ogm e derivati;
  • lanciando campagne di boicottaggio (ad esempio segnando con etichette “rischio Ogm” i prodotti presenti nei supermercati sui quali esiste un serio dubbio sul fatto che contengano derivati di Ogm).
5.3. fare rispettare, con l’azione diretta o con il sostegno a chi la pratica, il “principio di precauzione”, in assenza della mancanza di interventi concreti da parte delle istituzioni:
  • nei campi, attraverso controsemine o il taglio delle piante, per evitare la contaminazione delle piante nei terreni circostanti;
  • nei punti in cui vengono commercializzati (mangimifici, consorzi agrari, supermercati) bloccandone la vendita.

5.4. Valorizzare e far crescere quantitativamente e qualitativamente le filiere alimentari che escludono gli Ogm, rispettano l’ambiente, la saluta umana e il benessere animale:
  • recuperando, riproducendo e condividendo su una scala congrua le sementi e le piante autoctone, frutto del lavoro di selezione delle generazioni che ci hanno preceduto e adattate alle condizioni dei nostri territori. Tale ricchezza deve essere messa a disposizione dei coltivatori e delle reti sociali (Gruppi d'acquisto solidale, orti sociali, mercati dei produttori) con l’ambizione di fare arrivare cibo sano, nutriente, buono e sostenibile sulle tavole di tutti.


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Questa bozza per una Carta d'intenti per la tutela della biodiversità e contro la diffusione degli Ogm
è stata scritta da Altragricoltura Nordest e discussa in assemblea al Terre Resistenti festival il 26 aprile scorso.
Si tratta di un documento aperto al contributo di tutte e tutti,
che guarda ai percorsi resistenti a tutela della biodiversità diffusi sul territorio italiano e all'estero.

Per informazioni e contributi:


1 Fonte ISAAA (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications), 2014.
2 USA (69,5 milioni di ettari, colture di mais, soia, cotone, colza, barbabietola da zucchero, alfalfa, papaia, zucchina); Brasile (36,6 milioni di ettari, colture di soia, mais, cotone); Argentina (23,9 miloni di ettari, coltivazioni di mais, soia, cotone); India (11 milioni di ettari, cotone); Canada (10,8 milioni di ettari, colza, mais, soia, barbabietola da zucchero). Fonte ISAAA, 2014.
3 Nel 2012 sono stati piantati in Europa 129mila ettari di masi transgenico. Fonte ISAAA.
4 Renato Dulbecco, in Scienza & Tecnologia, La Reppubblica, 22 novembre 2002: http://www.repubblica.it/online/scienza_e_tecnologia/artificiale/dulbecco/dulbecco.html.
5 Charles M Benbrook, 2012, Impacts of genetically engineered crops on pesticide use in the U.S. -- the first sixteen years, Environmental Sciences Europe: http://www.enveurope.com/content/24/1/24.
6 Fao, 2014, Technical Consultation on Low Levels of Genetically Modified (GM) Crops in International Food and Feed Trade; Test Biotech - Institute for Indipendent Impact Assessment in Biotechnology, 2013, Transgene Escape. Global atlas of uncontrolled spread of genetically engineered plants. Inoltre, non possiamo dimenticare la vicenda del mais transgenico “Starlink” dell’Aventis. Questa varietà nonostante fosse stata autorizzata esclusivamente per i mangimi animali e non per il consumo umano, in quanto già sospetta di essere potenzialmente allergenica, venne rinvenuta all’interno di prodotti commercializzati da Kraft, in seguito alla segnalazione di decine di casi di persone che avevano denunciato sintomi di tipo allergico dopo averli ingeriti.
9 Jack A. Heinemann, Melanie Massaro, Dorien S. Coray, Sarah Zanon Agapito-Tenfen, Jiajun Dale Wen, 2014, Sustainability and innovation in staple crop production in the US Midwest, International Journal of Agricultural Sustainability, 12:1: http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/14735903.2013.806408.
10 L’industria agrochimica fattura intorno ai 45 miliardi di dollari. Solamente 6 multinazionali controllano il 75% del mercato: Monsanto, Syngenta, Bayer, DuPont, Basf e Dow.

11 Siamo consapevoli che la legislazione esistente già prevede l’etichettatura dei prodotti contenenti, composti o ottenuti da Ogm, ma è pur vero che i controlli posti in essere dal Ministero della Salute evidenziano un numero di positivà a tali organismi che è in continuo aumento.