sabato 11 gennaio 2014

Rifiuti - Chiudere la stalla dopo che son scappati i buoi... ma "prevenire è meglio che punire"




Aoh, per anni ed anni è stato indicato il sistema delle discariche e degli inceneritori come metodo anti-ecologico e fonte di corruzione. Gli amministratori non hanno ascoltato le voci   di chi chiedeva -come noi- la diminuzione nella produzione dei rifiuti (eliminando le confezioni superflue e l'usa e getta) nonché la  raccolta differenziata spiata ed il riciclaggio totale. Ovvero giungere a "rifiuti zero".  Ma gli amministratori hanno preferito foraggiare chi sui rifiuti ci guadagna e non sono certamente i contribuenti e l'ambiente. Basti vedere il mio caso personale che abitando da solo  a Treia pago quasi un euro al giorno per smaltire i miei rifiuti di casa  (che sono praticamente inesistenti) malgrado la raccolta differenziata  porta a porta... 

E questo perché i rifiuti non si pagano sulla base di quanti se ne producono bensì sulla base dei metri quadri dell'abitazione.  Cosa assurda che non incentiva la collaborazione dei contribuenti.  Infatti se i contribuenti fossero incentivati sarebbero i primi a rifiutare le confezioni inutili ed a scegliere prodotti privi di scarti...

Vediamo che a Roma, che galleggia sulla monnezza da sempre, ora hanno scoperto che il monnezzaro di Cerroni (Malagrotta)  era fonte di inquinamento e corruzione.... se ne è accorta persino Legambiente (con cui in passato ebbi parecchio da ridire per l'amore da essa dimostrato verso gli inceneritori)... Ecco qua cosa ha da dire oggi:   “La politica fermi lo strapotere dei signori della discarica. In un Paese normale spetta alle amministrazioni il compito di dettare le politiche sui rifiuti nell’interesse della collettività”

“L’inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio fa emergere l’area grigia che ha governato il ciclo dei rifiuti a Roma e nel resto della Regione in questi ultimi trent’anni.

Secondo quanto emerge dall'indagine le politiche sui rifiuti sono state decise da un privato a beneficio dei suoi interessi, in un paese normale invece tali politiche vengono decise e stabilite dalle amministrazioni pubbliche nell’interesse della collettività e dei cittadini.

Fino a quando la politica non deciderà di prendere le distanze dai signori della discarica, l’Italia rimarrà un paese colmo di buchi e di perenni emergenze da fronteggiare.

È ora che la politica e le amministrazioni affrontino questa sfida senza più tentennamenti, perché il Paese ancora oggi è sotto procedura d'infrazione e non può più aspettare.

Per combattere lo smaltimento in discarica servono concreti passi avanti e atti coraggiosi contro la lobby dei rifiuti e non passi indietro come rischia di fare l’attuale Governo con il condono sull’ecotassa per l’interramento dei rifiuti previsto nel ddl in materia ambientale, collegato alla legge di stabilità, in discussione in Parlamento nelle prossime settimane”, così Stefano Ciafani, vice-presidente di Legambiente commenta l’inchiesta che ha portato all’arresto di sette persone e del patron di Malagrotta.

“Nella gestione dei rifiuti del Lazio c'è un cancro criminoso gravissimo che oggi sembra essere scoperto con chiarezza e che va subito debellato – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -.

Grazie ad un lavoro lungo e certosino del NOE di Roma e della Sezione Centrale dei Carabinieri, sono davanti agli occhi di tutti fatti descritti minuziosamente che lasciano poco spazio a dubbi: carte falsificate, foto taroccate, atti dettati dal privato alla Regione.

Legambiente è costituita parte civile in molti dei processi già aperti nel Lazio sulla gestione dei rifiuti e se ci saranno le condizioni sarà al fianco della Procura di Roma anche in questo caso, una volta che le indagini avranno fatto il loro corso.

"Questi fatti così gravi richiedono però soprattutto una svolta definitiva sui rifiuti a Roma e nel Lazio, e tocca alla politica metterla in atto per voltare definitivamente pagina. La Regione ha abolito una parte del vecchio piano rifiuti, messo soldi sulla differenziata e col Comune chiuso Malagrotta, ora per battere il pezzo sporco della gestione della monnezza e puntare davvero su riciclaggio, riuso e riduzione servono subito un nuovo serio e concreto piano rifiuti regionale e un nuovo contratto di servizio con l'AMA”. 


Paolo D'Arpini

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