lunedì 23 settembre 2013

Habitat artificiale e metodi di aggiustamento climatico locale




Il centro di ogni agglomerato urbano nell'ambito del proprio territorio periferico, composto da prati, boschi, campagne e corsi d'acqua, si caratterizza per la capacità di produrre calore proprio a differenza di tutto ciò che di naturale lo circonda. Nell'ambito climatico regionale le città, infatti, vengono chiamate "Isole di Calore", e questo per due importanti fattori: il primo perché la città è capace di produrre calore proprio in inverno per la presenza dei riscaldamenti domestici e in estate per la presenza sempre in aumento dei condizionatori. Mentre la combustione e il rilascio di gas serra da parte dei motori dei mezzi pubblici e privati incide al riscaldamento globale per tutto l'anno.

Il secondo fattore è dato dal riscaldamento indiretto, ossia dalla capacità di ampie strutture murarie ( fabbricati ) e stradali che durante il giorno assorbono, accumulandolo, il calore sia solare che quello prodotto dalla città stessa, rilasciandolo poi durante la notte.

Questi due fattori uniti fanno della città una vera e propria isola di calore. Recentemente Accademia Kronos ha voluto sperimentare il fenomeno dell'isola di calore. A Roma, in un giorno di agosto 2013, in una giornata abbastanza calda, mentre al centro della città alle ore 14 si registravano 39 gradi, alla periferia nord la temperatura era scesa a 37,5° e a 29 Km dalla capitale, nei pressi del paese di Monterosi sulla statale 2 Cassia, alla stessa ora, la temperatura nell'aria era di 35 gradi. Una differenza, quindi, di ben 4 gradi.

Il calore prodotto da una città rispetto all'ambiente esterno incide profondamente sul clima regionale. Ciò vuol dire che anche le città contribuiscono ad aumentare la temperatura terrestre.

QUALI LE SOLUZIONI?

Alcuni anni fa un team di scienziati giapponesi indicò una strada per limitare l'effetto riscaldante delle città. Ecco alcune indicazioni:

1) Dipingere di bianco rilucente tutti i tetti delle case, producendo in questo modo l'effetto albedo, cioè la capacità di riflettere nello spazio i raggi del Sole. Schiarire anche le strade, attualmente grigie perché asfaltate.

2) Trasformare le case con ampi terrazzi in giardini pensili, dotandoli di piante verdi a forte capacità di assorbimento CO2;

3) Eliminare all'interno della città la mobilità veicolare che utilizza benzina o gasolio, prediligendo invece quella elettrica o all'idrogeno;

4) Aumentare gli spazi verdi pubblici nella città e aumentare le isole pedonali;

5) Disciplinare in termini rigidi l'uso del riscaldamento e in estate dei condizionatori, anche attraverso l'efficienza energetica dei fabbricati;

6) In estate coprire le principali arterie interne con ampi tendoni esternamente bianchi. In questo modo offrendo refrigerio per l'ombra e limitando il riscaldamento dell'asfalto e delle mura dei palazzi e nel contempo riflettendo i raggi solari. 

Gabriele La Malfa

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