sabato 31 agosto 2013

San Severino Marche - 31 ottobre 2013 - Il Ciclo della Vita si ripete...


Celebrazione autunnale bioregionale

Già da diversi anni, da quando il Circolo vegetariano VV.TT. si è trasferito nelle Marche, abbiamo continuato a festeggiare il momento magico del Ciclo della Vita, del 31 ottobre. La manifestazione  si svolge anche quest'anno a San Severino Marche. 
L'evento  corrisponde al momento in cui la natura si concede il riposo invernale ed i semi trovano uno spazio accogliente nella terra in attesa di germogliare con l’avvento della primavera.
Questa festa di fine ottobre / primi di novembre ha una tradizione antichissima, ben antecedente il cristianesimo, ma anche nella tradizione cristiana questo momento  è ricordato con la festa di Ognissanti (1 novembre) e la conseguente ricorrenza dei Morti (2 novembre). 
Nell'antico calendario romano il 31 ottobre è un giorno “comiziale” che precede la vigilia delle Calende novembrine mentre il 1 novembre è considerato nefasto: “in questo giorno ed in quello successivo tramonta la testa del Toro e si annuncia la pioggia” diceva Columella.
Purtroppo oggi conosciamo quasi esclusivamente l’aspetto “commerciale” del 31 ottobre (Halloween), una celebrazione antichissima che presso i Celti si chiamava “Samhain” (da sam-fuin = fine dell’estate) e segnava il capodanno, un importante intervallo nel calendario agricolo e pastorale legato al ciclo delle stagioni. Proprio in questo periodo dell’anno la terra concede i suoi ultimi frutti e si prepara all’inverno.
I rituali pagani di tutta Europa prevedevano il ringraziamento per il raccolto e la preparazione spirituale al ciclo successivo con la semina. I Celti credevano che nella notte del 31 ottobre si aprissero le porte fra il Regno dell’Aldiqua e l’Altromondo, un territorio del fatato e residenza dei defunti, e durante questa magica notte si diceva che “cadevano le barriere” vivi e morti potevano passare dall’uno all’altro dei due Regni. 
Ma l’aspetto che più ci interessa è che in questi giorni avviene la raccolta finale dei frutti tardivi. Con ciò descrivendo la munificenza della natura che non ha bisogno di essere corretta nei suoi modi espressivi. La natura è un genio buono ed amabile mentre la manipolazione della natura è un atto ignobile e volgare, un’assunzione luciferina, ed una rivolta verso la madre Terra.

Paolo D'Arpini - Circolo Vegetariano VV.TT. 

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Programma del 31 ottobre 2013 - Località Ugliano - San Severino Marche
h. 16.30 - Ritrovo nell'aia davanti alla casa di Lucilla Pavoni, per salutare gli animali ivi custoditi e familiarizzarsi con il luogo.
h. 17.00 -  Escursione erboristica con descrizione delle piante autunnali sino a giungere ad una spianata a ridosso di un colle.
h. 19.00 - Accensione di un fuoco rituale e cerimonia in memoria degli spiriti della natura e dei nostri cari. 
h. 20.00 - Condivisione di cibo vegetariano a mo' di oblazione. La serata continua con uno sharing collettivo di esperienze sulla vita e sulla morte. 



       Preghiera - Dipinto di Franco Farina


Info generali sulla manifestazione: 
Tel. 0733/216293
Info per raggiungere il luogo dell'incontro: Cell. 338.7073857

La partecipazione è libera e volontaria e non è coperta da assicurazioni infortunistiche. Al termine girerà un cappello per raccogliere le offerte per le spese organizzative e di accoglienza.  




venerdì 30 agosto 2013

Appello ai cacciatori affinché diventino sentinelle dell'ambiente naturale



La situazione ambientale e climatica del nostro pianeta in questi ultimi anni è peggiorata sensibilmente. La concentrazione nell'atmosfera di anidride carbonica, potente gas serra che incide profondamente sul clima del pianeta, un mese fa ha superato la "linea rossa" arrivando a 404 ppm (parti per milione). Solo un secolo fa la concentrazione di CO2 nell'aria era di 280 ppm, tale valore è rimasto integro, a parte leggere variazioni, per 10.000 anni, l'attività umana invece in soli 100 anni ha quasi raddoppiato questo valore. Gli scienziati ci informano che se supereremo la soglia dei 470 ppm di CO2 in atmosfera, ci sarà uno sconvolgimento climatico tale in cui sarà messa in discussione anche la nostra sopravvivenza. Dal dopoguerra ad oggi, poi, abbiamo cementificato in Italia un'area grande come tutta la Lombardia, sottraendo all'agricoltura e alle foreste migliaia e migliaia di ettari. Oltre a ciò nelle ultime campagne rimaste si continua ad avvelenare suoli e falde acquifere per ottenere raccolti sempre più convenienti, ma poco "naturali", uccidendo quel poco di fauna selvatica che ci è rimasta. 

Davanti a questo scenario drammatico non si possono più scrollare le spalle e continuare a perseverare su strade comportamentali fuori del tempo e della logica. E' necessario che ogni essere umano si responsabilizzi e inizi a pensare seriamente quale futuro lasciare ai propri figli e nipoti.

La caccia è un'attività che appartiene al passato, un qualcosa che fino a 100 anni fa aveva un senso, ma che oggi stride fortemente con le realtà socio- ambientali che ci circondano. Accademia Kronos a questo punto chiede ai cacciatori, pronti ad imbracciare il fucile per domenica prossima, di trasformarsi invece in veri conservatori e difensori dell'ambiente. Oggi, a parte alcuni escursionisti ecologici, chi meglio dei cacciatori riesce ad introdursi nell'ambiente e osservare la natura tra boschi e campagne per chilometri e chilometri con un occhio più attento? Il cacciatore nel frequentare sentieri e zone impervie può individuare discariche irregolari, corsi d'acqua avvelenati da scarichi illegali, costruzioni abusive, campagne avvelenate da fitofarmaci oltre ogni limite ed altri crimini ecologici. 

Accademia Kronos non chiede ai cacciatori di appendere definitivamente il fucile in soffitta, ma solo di lasciarlo chiuso in custodia almeno per un anno, il tempo per capire se si può essere utili alla collettività o se invece si preferisce soddisfare solo la propria passione ludica. Per un anno quindi si chiede di diventare sentinelle dell'ambiente collaborando con tutte le autorità preposte alla salvaguardia della biodiversità naturale. Quindi, muniti di GPS, questi cacciatori "ripensanti" potranno individuare tutto ciò che danneggia gli equilibri della natura e segnalarlo alla forestale o ad altri corpi di polizia. A tal proposito Accademia Kronos sta lavorando da diversi mesi per disporre nel 2014 di un corpo di guardie ambientali, in qualità di pubblici ufficiali, che avrà lo scopo di indagare e denunciare crimini ecologici su tutto il territorio nazionale. Ai cacciatori "ripensanti" pertanto viene data l'opportunità di entrare a far parte di questa squadra di guardie ambientali. A chi accetterà, Accademia Kronos offrirà l'iscrizione all'associazione.

Vista la profonda conoscenza dei cacciatori del proprio territorio, sarebbe un importante contributo in questa che potremmo definire "battaglia per un mondo più sano e vivibile"; un contributo verso un'umanità che tra non molto dovrà fare i conti con profondi e drammatici cambiamenti climatici, ambientali e di conseguenza sociali. Facciamo, quindi, in modo che le generazioni future si ricordino di noi non come quelli che hanno contribuito a distruggere l'ambiente e la vita animale, ma come quelli che invece hanno cercato di rendere possibile la vita su questo pianeta.

Chi interessato si rivolga ad Accademia Kronos n. 0761.093080, li riceverà gratis schede per segnalare alle autorità situazioni criminose nell'ambiente naturale.


Grazie per l'attenzione 

Filippo Mariani - Accademia KRONOS

giovedì 29 agosto 2013

Da Treia alla Grotta di Santa Sperandia, andata e ritorno - Racconto fotografico e filmato di TV Centro Marche


Treia - Vista dal vecchio mercato coperto


Vi avevamo già informati che durante la passeggiata a Santa Sperandia del 21 agosto 2013 
aveva partecipato anche un operatore di TV Centro Marche, il quale ha realizzato un bel documentario, in cui si parla delle attività del Circolo vegetariano VV.TT e della Rete Bioregionale Italiana e si vedono begli scorci panoramici. Ringraziamo  Federico Fioranelli per averlo registrato e postato su You Tube. Qui di seguito trovate una breve introduzione di Caterina Regazzi ed il link per visionare il filmato.... (Paolo D'Arpini)


Treia. Il 21 agosto, durante l'incontro che è avvenuto al Circolo Vegetariano, per recarci alla Grotta di Santa Sperandia, ci ha raggiunto un operatore della TV Centro Marche che ha ripreso parte dell'evento. Ha anche fatto una breve ma intensa intervista a Paolo che ha accennato ai tre filoni di interesse: il bioregionalismo, l'ecologia profonda e la spiritualità laica. Dopo alcune riprese nell'orto e al Circolo ci siamo trasferiti alla spianata che c'è sopra la grotta dove ha ripreso Sonia Baldoni, esperta di erbe e di tradizioni, che ha parlato delle sue ultime attività ed infine la discesa alla grotta. Il documentario è stato poi trasmesso durante il TG serale della stessa giornata e del giorno successivo. Grazie a Federico, nipote di Sonia Baldoni, siamo riusciti ad averlo per mostrarlo anche a voi: 


Alcune immagini della giornata vissuta a Treia:

Treia. Caterina nell'orto con le galline


Treia - Accoglienza al Circolo Prima della partenza



Treia - Incontri: Dumì e Don Vittorio in Vicolo Sacchette



Treia - Panoramica durante il percorso



Discesa per la grotta di Santa Sperandia



    Fine della discesa



Santa Sperandia - Sonia Baldoni prepara la cerimonia



Santa Sperandia - Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi



Alla Roccaccia - Sentierino impervio



Treia - Il cielo al rientro



Treia - Il cielo verso sera


mercoledì 28 agosto 2013

Le nostre radici genetiche - In Sardegna il popolo più "vecchio"


Un'indagine da veri detective molecolari ha permesso a un team di scienziati italiani di fare luce sulle nostre radici e comprendere in che modo le caratteristiche genetiche maschili e femminili si sono differenziate.

Il riferimento è al cromosoma «Y» maschile e al Dna mitocondriale femminile, due parametri chiave per la storia evolutiva dell'Homo sapiens, tenuto conto del fatto che il primo si trasmette solo dai padri ai figli maschi, mentre il secondo viene ereditato esclusivamente dalla madre.

Grazie a questo studio, siamo ora in grado di stabilire la «contemporaneità» di Adamo ed Eva e, soprattutto, i numerosi processi genetici e mutazionali che si sono accavallati nel corso dei millenni.

Sappiamo, infatti, senza dubbi che l'uomo proviene dall'Africa, ma in che modo la genetica abbia contribuito nei dettagli a questo risultato, è sempre stato un argomento piuttosto spinoso: «Siamo passati da una visione nebulosa a una visione impressionista - rivela Francesco Cucca, coordinatore dello studio, membro del Cnr italiano e professore dell'Università di Sassari - Grazie ai progressi della tecnica e all'approfondimento dello studio della sequenza del Dna del cromosoma Y, abbiamo potuto rilevare con una precisione senza precedenti la storia genetica del maschio moderno, muovendoci a ritroso, fino a raggiungere un periodo compreso fra 180mila e 200 mila anni fa».

Il risultato ottenuto da Cucca e colleghi è stato messo a confronto con altre ricerche effettuate sul Dna mitocondriale, già studiato in passato perché molto più piccolo del cromosoma Y e più facile da analizzare.

Così è emersa la «contemporaneità» fra le due realtà evolutive, maschile e femminile, e la presunta data in cui degli ipotetici Adamo ed Eva possano essersi scambiati il primo bacio.

«Lo studio, però, non deve trarre in inganno - spiega Cucca - Non si tratta infatti di evidenziare tanto la contemporaneità dei nostri antichi progenitori maschili e femminili, ovviamente coevi visto che ci riproduciamo solo per via sessuata, bensì la nostra capacità di sapere leggere il passato con sempre maggior nitidezza, utilizzando il Dna come un registro molecolare capace di farci "viaggiare" nel tempo, verso epoche sempre più distanti dalla nostra realtà».

L'Africa, in ogni caso, è senz'altro l'angolo terrestre in cui i nostri progenitori hanno mosso i primi passi per raggiungere l'Asia, l'Oceania, il Medio Oriente, l'Europa e il resto del mondo. Gli scienziati ritengono che l'Homo sapiens - e quindi i nostri Adamo ed Eva - provengano dalle regioni dell'Africa subsahariana di 200mila anni fa. A Kibish, in Etiopia, nei pressi del fiume Omo, sono state trovate prove concrete risalenti a 195mila anni fa.

«Non è solo la genetica a condurci in questa parte del mondo, ma anche altre discipline come l'archeologia e l'antropologia - dice Cucca - Le migrazioni dell'uomo sono "scritte" nel suo Dna, e ora possiamo finalmente dire di disporre degli strumenti idonei per disegnare l'intero cammino evolutivo umano».

I ricercatori hanno esaminato i dati genetici del cromosoma Y di 1200 individui di origine sarda, "portatori" di un corredo cromosomico rimasto inalterato per secoli e secoli: «I nostri studi stanno evidenziando come i sardi rappresentino la popolazione contemporanea con caratteristiche genetiche più simili a quelle dei proto-europei, gli antichi abitanti dell'Europa - conclude lo studioso italiano - Abbiamo trovato conferma anche da una serie di analisi compiute comparando l'assetto genetico di tutte le popolazioni europee contemporanee, con quello ottenuto dal Dna estratto da ossa preistoriche, incluse quelle provenienti dalla mummia bolzanese di Similaun, il famoso Otzi, vissuto 5mila anni fa in Val Senales».

Gianluca Grossi


(Fonte: Il Giornale)


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Intervento integrativo di Giorgio Vitali:

LA TESI è INTERESSANTE...TUTTAVIA.....

1) Questo riferimento ad Adamo ed Eva sa troppo di assuefazione culturale al mito biblico. Tra i Miti preferisco quelli della PAGANITA' CLASSICA che ci narra di CRONOS che divora i suoi figli e Zeus, che sottintende il PENSIERO CREATORE che lo uccide. Dalla testa di Zeus nascerà poi MINERVA. La Dea della RAGIONE. 

2) E' bene che gli scienziati che utilizzano gli strumenti della CONOSCENZA in loro possesso al PRESENTE, premettano sempre che le loro interpretazioni NON sono ASSOLUTE. Al contrario esse sono relative. Questo è l'aspetto più interessante della SUPERIORITA' della SCIENZA sulle religioni cosiddette RIVELATE ( ri-velate= velate di nuovo). Inoltre, le ipotesibasate sul DNA sono ipotesi relative al PRESENTE delle nostre conoscenze. I nuovi gnostici di Princeton e di Pasadena hanno elaborato una teoria abbastanza credibile secondo la quale lo spirito verrebbe a coincidere con alcune partiocelle che sono crediamo immortali. Ma anche in questo caso, e tenendo presente che certe tesi ci trovano consenzienti, il tempo passa e le ipotesi si moltiplicano. Per concludere, una significatica considerazione ( tratta da : J.E. Charon, Lo Spirito questo sconosciuto, Ed Armenia, 1979. ........Esiste una realtà profonda, presente ovunque nell'Universo, in grado di far nascere il pensiero nello spazio; nello stesso senso in cui l'elettrone è in grado di far nascere attorno a sè un campo elettrico nello spazio. Il pensiero è presente ovunque: nel minerale, e nell'animale nello stesso modo che nell'Uomo. E' esso che traspare dietro il comportamento degli organismi viventi, anche se si tratta di organismi elementari, come i batteri.  (G.V.)

martedì 27 agosto 2013

Bioregionalismo intergalattico - Scoperto un pianeta grande come la Terra... ma la sua temperatura è infernale

Dipinto di Franco Farina

Quando Paolo Villaggio, nei panni del maestro di Io, speriamo che me la cavo chiese ai suoi alunni i nomi delle stagioni, i ragazzini risposero “L’inverno, la primavera, l’autunno e la stagione“, intendendo con questo termine l’estate, la stagione per antonomasia, perché la più bella. 

Cosa accadrebbe se non esistessero le stagioni sul nostro pianeta? Sembra una domanda impossibile, eppure da oggi diventa realtà. Gli astronomi del MIT (Massachusetts Institute of Technology, con sede a Cambridge) hanno scoperto un corpo celeste grande come la terra, e distante da questa “solo” 700 anni luce.  
Il pianeta ha le stesse dimensioni della terra ma gira intorno alla sua stella in sole 8,5 ore. È il pianeta più vicino ad una stella mai scoperto finora e per questo la sua temperatura è di oltre 2700 gradi centigradi. 

Questo è il pianeta con il periodo di rivoluzione, intorno ad una stella, più basso mai registrato finora. L’esopianeta è stato battezzato Kepler 78b, dal telescopio che lo ha scoperto, ed appartiene alla costellazione della Lira. Anche la stella intorno alla quale ruota è simile al nostro Sole (stessa classe di tipo G) solo che ha appena 750 milioni di vita a fronte dei 4 miliardi e mezzo del nostro astro. Il motivo di tanta velocità dell’esopianeta nel compiere un giro completo intorno al suo Sole sta nella vicinanza a questo: rispetto a Mercurio (il più vicino dei pianeti del sistema solare) la distanza di Kepler 78b è 40 volte inferiore. 

L’incredibile velocità di rivoluzione permette, quindi, al pianeta di vincere l’enorme forza di gravità della stella a cui è così vicino e non precipitare sulla superficie di questa. Ovviamente, una tale vicinanza, rende l’esopianeta molto rovente e inospitale, visto che è completamente ricoperto di lava incandescente dalle temperature di oltre 5000° Fahrenheit (2760° Celsius) e l’atmosfera, continuamente spazzata dagli apocalittici venti solari, è ricca di elementi più pesanti. Quindi, nessuna forma di vita, come la concepiamo noi. 

L’eccezionalità della scoperta è data anche dal fatto che per la prima volta è stato possibile intercettare in maniera diretta la luce emessa dal piccolo esopianeta che, fatta analizzare da telescopi più potenti, potrebbe fornire preziosissime informazioni sulla natura della sua superficie e sugli effetti gravitazionali sulla stessa intorno a cui gira. 

Ma nell’aria c’è già il profumo di un’altra scoperta da guinness: dalla stessa ricerca sembra essere stato individuato un altro esopianeta (Koi 1843.03) che potrebbe avere un anno ancora più breve, addirittura la metà di Kepler, circa 4,2 ore. Nemmeno il tempo per consumare il cenone di capodanno!


Angelo Faustino Russo

(Fonte:  urbanpost.it)

lunedì 26 agosto 2013

La panspermia cometaria è un dato di fatto - Scoperto a Sri Lanka meteorite con tracce di vita

La prima forma di vita extraterrestre sarebbe stata scoperta per la prima volta in un meteorite caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre scorso. Dopo una serie di studi, durati diversi mesi, finalmente la notizia ufficiale: "Nello spazio c'è vita organica". 

Una ricerca pubblicata sul ‘Journal of Cosmology’ annuncia il ritrovamento di alghe fossili unicellulari, diatomee, nella condrite carbonacea caduta nel North Central Province, vicino al villaggio di Araganwila. La condrite è un meteorite roccioso dotato della stessa composizione chimica dei planetesimi, cioè quei piccoli corpi freddi che si formarono nel sistema solare primordiale.

Lo studio proviene da tre ricercatori della University of Buckingham, della Cardiff University e del Medical Research Institute di Colombo, Sri Lanka.

In altri meteoriti carboniosi di questo tipo sono stati scoperti acqua e materiale organico, inclusi amminoacidi. I ricercatori sono certi che il meteorite Polonnaruwa, questo il nome con cui è stato classificato, non è stato contaminato da rocce terrestri: è stato visto cadere dal cielo e raccolto subito dopo, ma soprattutto i fossili di diatomee sono ben incastonati nella sua matrice. Le diatomee scoperte nel meteorite assomiglierebbero a quelle terrestri della specie Sellaphora blackfordensis. 

Nel meteorite inoltre si possono ben osservare agglomerati di olivina tipici di questo tipo di rocce. Per confronto con altri meteoriti sembra inoltre che esso derivi da un frammento della cometa Encke. Le analisi, ancora in corso, dicono che al suo interno vi sarebbero inoltre elementi che arriverebbero dal di fuori del sistema solare.

“I nuovi dati su queste diatomee fossili sembrerebbero fornire forti prove a supporto della teoria della Panspermia Cometaria”, spiegano gli studiosi, ossia la teoria in base a cui la vita sul nostro pianeta e altri mondi potrebbe essere stata portata dalle comete.

(Fonte A.K.)  

domenica 25 agosto 2013

Russia e cambiamenti climatici - Inondazioni, piogge e bufere nell'estremo oriente


Dopo le piogge praticamente ininterrotte da un mese a questa parte, nell'estremo oriente della Russia si stanno abbattendo vaste inondazioni. Secondo gli esperti si tratta delle più gravi inondazioni da più di 120 anni, al momento sono state evacuate migliaia di persone ma la situazione, temono gli esperti, potrebbe aggravarsi rapidamente nei prossimi giorni.

I meteorologi ritengono che il maltempo possa proseguire sino agli inizi di settembre.
"La gente è molto spaventata, molte persone hanno visto andare in fumo i sacrifici di una vita di duro lavoro. I nostri medici e psicologi stanno facendo il possibile per cercare di stabilizzare la situazione", hanno dichiarato gli esperti del sistema russo di gestione delle crisi e della protezione civile.
Le autorità di Khabarovsk hanno dichiarato lo stato di emergenza e stanno procedendo all'evacuazione di 23 mila persone provenienti da diverse zone della città. Purtroppo si tratta di operazioni talvolta difficili, perché la gente non vuole abbandonare i propri beni. Finora sono stati creati 15 centri di accoglienza e si cercano strutture aggiuntive che possono ospitare i prossimi sfollati.

La città sorge alla confluenza del fiume Amur con l'Ussuri e il livello dell'acqua ha raggiunto i 710 centimetri. Gli esperti prevedono che tra il 24 e il 28 agosto verranno raggiunti i 780 cm, mentre gli argini hanno un'altezza di 8 metri. Il bilancio finale potrebbe salire, a detta delle autorità, ad oltre 40 mila sfollati.

sabato 24 agosto 2013

Nuova autostrada Orte / Mestre (Venezia) - Come aprire una ferita nel Centro Italia


La Orte-Mestre almeno come idea nasce intanto da una constatazione sul tratto da Mestre a Ravenna, ovvero l'attuale statale Romea. Questa statale è ogni giorno percorsa da tantissimi veicoli che evidentemente devono per forza andare su quel percorso invece di prendere l'autostrada Padova - Bologna che gli porterebbe fuori mano.
Le caratteristiche di questa statale, ovvero spesso rettilinea e fuori dai centri abitati fanno anche si che essa "inviti" a correre, con la conseguenza di facili incidenti in un tratto trafficato.


Lì è morto  negli anni '90 assieme ai suoi amici un ragazzo che conoscevo, stava rientrando in auto con il suo gruppo rap. Va aggiunto che nel tratto non è neppure presente una linea ferroviaria, per quanto le aziende di spedizioni comunque ne facciano poco uso.


Dopo decenni, si è quindi voluto mettere mano al problema. Non si è considerato come togliere il traffico dalla strada su gomma, perché tanto il problema coinvolge l'intera Italia ed è una mentalità che per il momento non si cambia.

Ma il problema non è tanto quello e non è lì che volevo andare a parare.


Volevo rimanere sull'idea "tradizionale" di risolvere i problemi del traffico, ovvero mettere mano al "cemento".
Tutti hanno convenuto, per il problema di cui sopra, di provvedere con una strada nuova, avrebbe potuto essere un'allargamento di quella esistente, con pochi tratti nuovi, o comunque una superstrada, in termini "semplici".


L'esagerazione, secondo me, viene invece quando la lobby del "cemento" ha pensato di estendere l'idea più in grande.


Da Ravenna in poi esiste già invece una superstrada che va fino a Viterbo e forse in futuro arriverà fino a Civitavecchia.


E' in continua manutenzione, non sarà il massimo, ma secondo me regge comunque.


Qualcuno ha invece pensato che era meglio buttarla giù e pensare in grande una vera autostrada da Mestre a Orte. Questo mentre l'Umbria già negli anni '80 chiedeva una ferrovia verso nord in alternativa alla Firenze-Bologna.


Quindi in sintesi sostanzialmente secondo me, qualcosa va sicuramente fatto sul tratto della "Romea" ma basterebbe qualcosa di più "leggero", non c'è sicuramente bisogno di una autostrada.


Davide Bertock



Approfondimenti: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/08/17/autostrada-orte-venezia-ennesima-grande-opera-inutile-e-dannosa-ovvero-come-sventrare-litalia-in-project-finacing-per-far-contenti-i-di-struttori/

venerdì 23 agosto 2013

Energia. Presto sul mercato celle a combustile al metanolo Utilizzano alcool al posto dell'idrogeno


Il metanolo, un alcool liquido piuttosto diffuso e semplice da produrre, rappresenta un'alternativa interessante come materia prima per le celle a combustibile, che attualmente utilizzano soprattutto idrogeno. La tecnica è stata sviluppata negli anni passati dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della Nasa, i quali hanno ora compiuto un ulteriore progresso con la messa a punto di un prototipo di cella al metanolo in grado di generare elettricità con potenza di 300 watt. 

Il nuovo modello, realizzato in collaborazione con l'University of Southern California di Los Angeles, è un importante passo avanti verso la commercializzazione di questo tipo di celle per la produzione di elettricità. Il meccanismo è lo stesso delle celle a idrogeno: il combustibile viene ionizzato, così che gli elettroni, separati dalle cariche positive, generano un flusso di corrente elettrica utilizzabile. 

Nel processo non ci sono emissioni inquinanti: i prodotti di scarto sono soltanto acqua e CO2, che potrebbe anche non essere immessa nell'atmosfera. Usare il metanolo al posto dell'idrogeno presenta diversi vantaggi, a cominciare dalla maggiore facilità di trasporto e di immagazzinamento. Inoltre la cella sviluppata dal JPL è conveniente anche dal punto di vista della semplicità del progetto: perciò questa tecnologia potrebbe essere particolarmente indicata per la propulsione di veicoli di vario tipo. "Questa cella a combustibile potrà diventare una fonte di energia efficiente e non inquinante privilegiata per le applicazioni civili e militari", ha dichiarato Gerald Halpert, ex supervisore del settore di tecnologie elettromeccaniche del JPL. 

"Non vediamo l'ora di lavorare a più stretto contatto con il mondo industriale per sviluppare ulteriormente questa tecnologia e venire incontro alle richieste del mercato", ha aggiunto Erik Brandon, che ricopre attualmente la stessa carica. 

(Fonte A.K.)

giovedì 22 agosto 2013

Treia, il paese che vorrei....

Caterina Regazzi nel verde marchigiano

...è una settimana che siamo qui a Treia. 

Questa mattina ho accompagnato Viola alla stazione di Civitanova Marche per il rientro in Emilia, con un po' di dispiacere per non aver potuto fare con lei qualche bella gita od anche solo qualche passeggiata per il paese, ma lei era venuta qui con noi per studiare e le passeggiate ha preferito farle da sola, quando e dove voleva. Però abbiamo respirato insieme quest'aria, abbiamo mangiato insieme lo stesso cibo, ha incontrato anche se per pochi minuti alcune persone che ci erano venute a trovare e per finire,  ieri sera siamo andate a trovare Valeria (mia cugina) che era particolarmente loquace ed allegra. E' stato bello. 

Oggi nel tragitto in auto osservavo il panorama, un po' deturpato dai campi di pannelli fotovoltaici, ma pieno di verde, di campi di girasole ormai quasi pronti per il raccolto, campi di medica, campi di cereali ormai mietuti, pronti per l'aratura, qualche raro capannone, alcuni in disuso e casette di campagna delicate, poco appariscenti, discrete. 

Ho pensato al fatto che chi viene qui di solito definisce "bello" questo paese e questo paesaggio. Per me è qualcosa di più, di diverso, è, come direbbe Paola Torricelli, il paese "del cuore", non sono solo i ricordi, penso sia qualcosa di più profondo, di più antico, come se queste colline fossero proprio il paesaggio che fa per me e che rispecchia la mia natura, un po' indolente ma produttiva e accogliente. Dopo Roma, Bologna, Spilamberto, vorrei vivere qui. Fra un po'...

Caterina Regazzi


Treia - Via Mazzini, la strada di casa mia...

mercoledì 21 agosto 2013

Treia e dintorni... Plenilunio d'agosto vivendo con gioia


Paolo D'Arpini e Caterina Regazzi  ad Ugliano


Ottima “resa” per la manifestazione di luna piena agostana alla Grotta di Santa Sperandia. Abbiamo avuto, oltre alla menzione sul Resto del Carlino e su vari siti di notizie, anche la ripresa televisiva di TV Centro Marche. 

Purtroppo non avendo la televisione non abbiamo potuto vedere il filmato ma l'operatore ci ha promesso che forse ce lo farà vedere magari con un cd. La mattina, in ritardo (verso le 11), partenza con diverse macchine dalla sede del Circolo di Treia, la carovana composta di 6 auto, con una ventina di persone a bordo, ha avuto bisogno di vari momenti di assestamento e ricompattazione. 

Finalmente giunti sul pianoro della Roccaccia ci siamo attardati per scaricare tutte le suppellettili cerimoniali di Sonia: campane, campanelle, cristalli, bacinelle, scialli, coperte, lenzuola,.. nonché vivande e bocce d'acqua.. Sembrava la partenza per la conquista del “nuovo mondo”. Caterina, il cameraman, io ed una signora di Padova abbiamo lasciato il gruppone e siamo scesi di corsa verso la grotta per fare delle riprese tranquille, senza folla.. 

Poi quando sono arrivati i ritardatari, che si erano soffermati ad osservare la vegetazione (quasi tutte donne e quasi tutte “straniere” - di marchigiani c'era solo Sonia ed una coppia di Fermo) è stato apparecchiato un altarino per terra e siamo andati avanti con le spiegazioni sulle varie erbe, fiori ed alberi incontrati durante il tragitto e sulle vicende della santa Sperandia e di altri monaci erboristi. 

Il dialogo si è concluso con un bagno di campane tibetane, cembali e campanelle. Finalmente dopo due ore di celebrazione “religiosa” siamo riusciti a mettere qualcosa nello stomaco... 
I ragazzi di Fermo avevano portato una insalatiera colma delle loro insalate dell'orto, con aggiunta di erbe selvatiche, e tutti abbiamo attinto con gioia alla manna.. facendoci paninetti e tartine. Lasciate le firme nei libroni degli ospiti e dopo un momento di relax al sole (desiderato, perché lì nell'anfratto faceva alquanto freddo) il gruppone si è mosso.

In salita sulla gradinata mi sono arrampicato di corsa, per scaldarmi e per trovare un angolo tranquillo per pisciare, e una volta in cima con un piccolo manipolo di coraggiosi siamo anche andati alla Roccaccia, sotto il sole cocente per goderci il panorama di Treia vista da lontano. Inutile dire che il tragitto è stato sfiancante e il freddo patito è stato presto sostituito da un caldo asfissiante. 

Divisa la carovana delle auto in due tronconi, alcuni sono andati a farsi un caffè ad un baretto di campagna e noi altri ci siamo avventurati per una strada nuova per andare verso Ugliano, dove ci aspettava Lucilla con la merenda pronta. 
E' stato un vero piacere mettere sotto i denti qualcosa di solido e saporito... e così la festa si è conclusa in bellezza... Alcuni, i più lontani, sono partiti per tornare alle loro case, mentre Sonia e tre amiche sono venute a Treia con noi per trascorrervi la nottata.

Le tre amiche hanno anche contribuito a questo resoconto con un loro breve raccontino... che segue:

Resoconto del 21 Agosto 2013 - Oggi un gruppo di persone provenienti da varie parti d'Italia si sono incontrate a Treia per celebrare il plenilunio di agosto. Il luogo scelto per la celebrazione è stato: la grotta di Santa Sperandia.

L'iniziativa è stata promossa dal circolo vegetariano VV.TT .

Durante il percorso Maria Sonia Baldoni ci ha guidati al riconoscimento delle erbe e soprattutto degli alberi presenti lungo il sentiero. Contemporaneamente in altri luoghi d'Italia altri gruppi, con noi connessi grazie a la rete di contatti tessuta da Maria Sonia effettuavano la meditazione del grembo, dedicata a questo plenilunio. L'iniziativa è stata in parte ripresa da una tv locale.

Abbiamo riconosciuto il ginepro, il corniolo con le sue bacche rosse, il frassino, il faggio con le sue faggiole, il carpino con i suoi frutti, le querce, il sorbo, la fusaggine, l'achillea, l'elicriso, cicorie, sonchus, la centaura, la vedovella scabiosa...

Arrivate alla grotta ci siamo seduti in cerchio e abbiamo condiviso conoscenze e informazioni sulle piante incontrate.

Il nostro incontro alla grotta si è concluso con i suoni delle campane tibetane , campanelle varie e con un pic nic conviviale.
375 scalini più in su alcuni di noi hanno proseguito camminando lungo il crinale verso il rudere della torre di avvistamento la Roccaccia, osservando il paesaggio ordinato da una parte e in armonia con la natura e da una parte no per via delle cave in vista.


Paolo D'Arpini, Sabrina, Carla ed Aurora


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Marisa da Verona, una partecipante, ha appena inviato un sms in cui dice: "Carissimi, vi auguro una nuova giornata ricca di gioia... per voi e per quanti sono a voi vicini!!!! Ringrazio per aver deciso di condividere questi giorni di una vacanza "diversa"... Dalla natura il benessere. Conserveremo nei nostri cuori questi preziosi momenti che sicuramente ci aiuteranno come buoni ricordi!!! Baci ed a presto, con la gioia di sempre, Marisa e Gianmatteo"

martedì 20 agosto 2013

L'Egitto è "vicino" .. Allarme per tutti i paesi del Mediterraneo.. ed oltre


Non si può non guardare con apprensione quello che sta accadendo in Egitto e in altri Paesi nord Africani. L'instabilità politica dell'Egitto mette a serio rischio la sicurezza israeliana che si reggeva fino a qualche giorno fa sugli accordi USA - Egitto - Israele. Ora che il fanatismo islamico, che odia profondamente noi occidentali, sta scardinando questi precari equilibri in tutto il Mediterraneo, c'è il rischio che quella parte dell'Islam più radicale e anacronistica prevalga sull'Islam moderato ed illuminato che ha fino ad oggi garantito la pace nel Mediterraneo. 

I Fratelli Musulmani lo scorso anno nel prendere il potere in Egitto, attraverso regolari elezioni politiche, ci avevano fatto capire che avrebbe prevalso nel loro programma di gestione del Paese il senso della storia e del rispetto della dignità umana. Invece, dopo qualche mese, con a capo il leader Morsi, gli integralisti islamici hanno tentato di riportare la terra dei Faraoni nel passato più profondo, cercando di instaurare un nuovo Califfato e imponendo alla gente, ma soprattutto ai giovani, anacronistiche regole di comportamento. I giovani e gli intellettuali egiziani però non hanno accettato questa imposizione e da li è nato lo scontro.

I Fratelli Musulmani raccolgono masse di persone frustrate, arrabbiate contro l'occidente, con limitatissima cultura, uomini illusi di trovare alla loro morte 72 vergini ad attenderli per farli godere. Tra questi poi prevalgono fazioni fanatiche, le quali hanno già dichiarato che vorrebbero distruggere le tre imponenti piramidi di Giza perché "piacciono troppo agli occidentali". La stessa musica dei Talebani quando per far dispetto all'Occidente, distrussero le millenarie ed imponenti statue di Buddha in Afganistan. In questi giorni la ferocia di questa gente emerge dalla sistematica operazione di distruggere le chiese dei cristiani copti. Un'assurda e gratuita reazione contro una piccola e indifesa minoranza religiosa. Una giornalista francese, avvicinatasi con coraggio ad un gruppo di scalmanati musulmani che aveva appena dato alle fiamme ad Alessandria una chiesa copta, ha chiesto loro il perché di quell'azione. La risposta agghiacciante è stata: "Perché rappresenta le chiese blasfeme occidentali!"

Se ci spostiamo in Siria accade la stessa cosa alle chiese cristiane che vengono sistematicamente depredate e incendiate da parte dei musulmani in guerra con il regime di Assad.

Lo temevamo già dal 2001, quando furono distrutte le torri gemelle; temevamo un inevitabile scontro di civiltà. Inevitabile, perché l'odio profondo contro noi occidentali, che pervade il DNA di moltissimi musulmani, non consente a quest'ultimi di integrarsi con noi, ma di prendere le distanze e in alcuni casi combatterci subdolamente anche quando stanno in casa nostra. Ad un noto studioso dell'Islam abbiamo chiesto tempo fa perché i musulmani non intendono integrarsi con noi occidentali. Lo studioso ha risposto che per il mondo islamico " l'uomo viene sulla Terra già musulmano, ma le altre civiltà blasfeme e le false chiese lo dirottano fuori dell'Islam, per cui prima o poi quest'uomo dovrà tornare sulla retta ed originale strada indicata da Allah". Diventare troppo occidentali e, ancora peggio, convertirsi al cristianesimo per i musulmani è un atto di estrema gravità che può essere punito anche con la morte.

Che tutti gli uomini della Terra sono originariamente "musulmani" per il mondo islamico è una verità inconfutabile, sulla quale non si può discutere. Una realtà che deve farci riflettere e non affrontarla, come sempre facciamo noi europei, in maniera superficiale. La nostra speranza ora è che prevalga quell'Islam istruito e colto capace di ricomporre, anche nelle profonde diversità dei credi religiosi, un rapporto di sana convivenza e di rispetto dei popoli. Se invece prevarrà l'altro Islam, quello violento e integralista, lo scontro di civiltà sarà inevitabile.

Ma torniamo ai fatti attuali: se il "fuoco dell'Egitto" non si spegnerà, cosa ci dovremmo aspettare a breve? Per prima cosa un nuovo e più travolgente tsunami di migranti sulle nostre coste e poi qualcosa di più preoccupante... 

Quello che maggiormente ci preoccupa è Israele, infatti in questo momento di confusione (guerre interne in Siria, Egitto, instabilità politiche in Libia, Libano e Tunisia) i dirigenti e politici della Terra di David potrebbero approfittare per effettuare un raid aereo contro l'Iran al fine di distruggere centrali e laboratori nucleari. Del resto, da quando l'Iran ha negato pubblicamente l'esistenza dello Stato Ebraico, Israele ha sempre affermato che il programma nucleare iraniano rappresenta una seria minaccia alla propria sopravvivenza, per cui nessuna opzione militare può essere esclusa. Se ciò avvenisse rappresenterebbe un detonatore che farebbe infiammare tutto il Mediterraneo. 

 L'Iran dal canto suo risponderebbe all'attacco israeliano e la Turchia l'appoggerebbe, insieme a Giordania, Pakistan e molti altri Paesi musulmani. Gli USA si sentirebbero obbligati a difendere Israele. Nel frattempo la Russia e la Cina non resterebbero a guardare..... Se malauguratamente ciò avvenisse sarebbe l'inizio della fine della pace nel Mediterraneo in cui l'Italia si troverebbe, suo malgrado, coinvolta in un conflitto di ampie proporzioni.


Ecco perché bisogna che i nostri politici europei scendano "dall'Olimpo" e si inventino qualcosa di serio e di credibile, da attivare subito oggi e non domani. Domani sarebbe troppo tardi per riuscire a scongiurare il verificarsi di una catastrofe umana senza precedenti.....

Ennio La Malfa

lunedì 19 agosto 2013

La Luna si allontana sempre più dalla Terra

Al momento e per molti anni a venire ciò non comporterà problemi agli equilibri naturali della nostra Terra, ma in futuro, quando la Luna sarà definitivamente fuggita dall'orbita terrestre, i problemi per il nostro pianeta saranno devastanti. 

Che il nostro satellite cerca di "divorziare" da noi è un fatto che gli scienziati hanno scoperto da pochi decenni. Prima non si avevano strumenti tecnologici ( laser ) idonei per capire questo fenomeno, per cui esistevano teorie più o meno contrastanti che affermavano o l'avvicinamento pericoloso al nostro pianeta o la fuga. Ora, invece, sappiamo per certo che il nostro satellite anno dopo anno si allontana da noi. Ma cosa fa allontanare la Luna dall'orbita terrestre? Tutto dipende dall’attrazione reciproca tra pianeta e satellite. L’attrazione della Luna sulla Terra provoca le maree, ciò determina una distorsione della massa terrestre acquatica, una protuberanza rivolta verso il satellite. Questa protuberanza a sua volta attrae la Luna. A questo punto va considerato che La Terra ruota intorno al proprio asse in un giorno, mentre la Luna ruota intorno alla Terra in 28 giorni. Questa differenza determina che la protuberanza mareale trascina il satellite costringendolo ad andare sempre più veloce. Qui interviene la legge di Keplero che ci dice che a velocità maggiore corrisponde un’orbita maggiore, ecco perché l’orbita della Luna aumenta di dimensione e quindi si allontana.
Forse pochi sanno che noi esistiamo perché esiste la Luna, si perché questa nostra compagna fedele grazie al fenomeno delle maree ha donato un'idrodinamicità al nostro pianeta che altrimenti non avrebbe mai avuto; idrodinamicità che ha consentito una diversa distribuzione del livello degli oceani sulla superficie terrestre. Ma cosa più importante senza la Luna non ci sarebbe stato il continuo rimescolamento di acque, sali e minerali vari, tale da costituire le cosiddette "pozze mareali", elementi determinanti per la nascita e lo sviluppo della vita come la conosciamo noi oggi. La Luna ha avuto un altro ruolo importante sull'asse di rotazione del nostro pianeta, infatti l'ha stabilizzato, permettendo l'alternarsi delle stagioni e la distribuzione equilibrata del riscaldamento solare verso aree più fredde del pianeta e viceversa. Senza la Luna, la Terra avrebbe ruotato attorno al proprio asse molto più velocemente (invece di 24 ore, meno di 8 ore), determinando una climatologia generale molto diversa dall'attuale, con venti superiori ai 500 Kmh e con tempeste oceaniche degne del diluvio universale. Temperature, fasi climatiche, precipitazioni, maree e quant'altro grazie alla Luna hanno consentito all'uomo di evolversi e di giungere ai giorni nostri e questo, se le attività antropiche dell'uomo tecnologico non l'impediranno, avverrà ancora per molto tempo. In particolare l'umanità futura ha ancora molto tempo per progredire e preparare le grandi migrazioni in pianeti di altri sistemi solari quando la nostra Stella, fra un paio di miliardi di anni, inizierà ad espandersi fino ad inglobare Mercurio, Venere e noi.


Ma di quanto si allontana il nostro satellite dalla Terra? Gli scienziati, da quando la distanza Terra Luna e monitorata con precisione grazie ai raggi laser, ci dicono di 3,8 cm l'anno.  Al momento e per diversi millenni ciò non comporterà problemi agli equilibri naturali della nostra Terra, ma in futuro, quando la Luna sarà definitivamente fuggita dall'orbita terrestre, i problemi per il nostro pianeta saranno devastanti. Ma gli effetti negativi sul nostro pianeta causati da una "luna fuggitiva" si cominceranno a notare tra poco meno di 500 mila anni... e in quel periodo forse potremmo trovarci in un altro sistema solare.

Gabriele La Malfa  

sabato 17 agosto 2013

Yudhisthira e la forza della solidarietà e della giustizia fra esseri viventi

Arjuna e Krishna nel Mahabharata di Peter Brook

Prima di partire per tornare a Treia Caterina ed io ci siamo goduti l'ultimo atto del Mahabharata, il film di Peter Brook, in cui si descrive la battaglia finale fra i Kaurava ed i Pandava, per il dominio della terra. Dopo la carneficina i figli di Pandu, che risultano vittoriosi, regnano  indiscussi guidati dal fratello maggiore Yudhisthira. 

Adesso non sto qui a raccontarvi tutta la storia che è lunghissima.. ma riprendo solo la parte finale  in cui i Pandava ormai vecchi decidono di ritirarsi sulla montagna sacra.  

Essi  abbandonano agi e ricchezze per ritirarsi in meditazione e austerità nella foresta in attesa di entrare nella dimora celeste. Salgono in un cammino sempre più faticoso.  Nel cammino uno dopo l’altro i fratelli Pandava si abbandonano ad una morte dolce.  Sempre più oppresso dal dolore e consapevole della sua fine imminente, l’imperatore Yudhisthira continua la sua ascesa insieme ad un cane  che gli è rimasto accanto sin dall'inizio del viaggio.

Quando l’imperatore giunge alla vetta del monte Kailash la porta, dove entrano solo gli eroi, coloro che hanno messo fine alle esistenze terrene, si apre; Indra e tutti gli dei appaiono nella luminosità del mondo ultraterreno.

Yudhisthira  chiede dei fratelli che lo hanno preceduto. “Tu che sei stato il più giusto degli uomini”, dice Indra sorridendo, “vieni, entra con me in questa dimensione dove dimenticherai ogni peso delle tue passate esistenze”. Yudhisthira accenna al cane di precederlo, ma il dio lo ferma. “Lascia quel cane Yudhisthira” gli dice, “non può entrare con te. Lascialo qui, non vi è nulla di crudele in questo”. Nulla? obietta l’imperatore. Dovrei abbandonare qui solo e sperduto questo essere che si è affidato a me? “E’ solo un cane” replica il dio, sempre sorridente, “lascialo alla sua vita, quale che sia. Tu sei già al di là di tutto questo”. Ma non sono al di là della mia coscienza: il suo abbandono offuscherebbe la serenità che tu mi prometti.

Per 4 volte Indra enumera i vantaggi e le meraviglie della vita celeste che Yudhistira si è guadagnata e ogni volta lo invita ad abbandonare l’animale che continua a fissare il suo compagno. Ma per 4 volte il figlio di Dharma (Giustizia) risponde con ferma umiltà che questo non gli è possibile e che se il cane non potrà venire con lui sarà lui ad aspettare sulla montagna finché abbia terminato il ciclo delle sue esistenze: “Allora, e non importa quando, entrerò nell’immortalità, nella pace del dovere compiuto”.

Nel momento stesso in cui Yudhistira, dopo l’ennesimo rifiuto, si china ad accarezzare il suo ultimo compagno, quasi ad assicurargli che non lo abbandonerà, l’animale si trasforma in luce, ed egli si trova dinanzi suo padre Dharma che gli dice: “Nessuno potrà mai eguagliarti dopo questa prova, figlio mio. Oggi hai dimostrato agli uomini e agli dei che ogni vita, in quanto tale, è sacra e sacri e indissolubili sono i legami fra tutte le creature viventi, legami di compassione e di aiuto che nessuno deve ignorare o dimenticare mai”

Così l’imperatore e il dio, che si era fatto cane per mettere alla prova le virtù del figlio, entrano insieme nel fulgore dell’immortalità.

Paolo D'Arpini



(La storia del cane  è stata rivisitata da Franco Libero Manco)

venerdì 16 agosto 2013

Bombe e stran'amore - Chi ama il nucleare lavora alla distruzione del pianeta

Dottor Stranamore - Come imparai... ad amare la bomba

Dice bene Sergio Zabot quando afferma che l’elettricità ricavata dal nucleare serve a corroborare -pacificamente- gli scopi dei produttori di bombe: “Il nucleare civile francese è nato in simbiosi con il nucleare militare, per ripartire gli enormi costi per produrre l´uranio e soprattutto per arricchirlo al cosiddetto “weapon grade”. Lo sforzo civile e militare francese è stato imponente e la maggior parte dei costi, dalla Ricerca e Sviluppo fino al trattamento del combustibile esausto non sono mai entrati nel costo dei kWh che i cittadini pagano in tariffa, ma sono nascosti nelle tasse che pure i francesi pagano. Non dimentichiamo che EdF, la società elettrica che gestisce le centrali nucleari è statale e che anche gli arsenali militari e gli impianti di arricchimento e di ritrattamento dell’uranio sono statali”.

Infatti per fabbricare bombe atomiche serve uranio arricchito (o sporco secondo i casi), plutonio, ed altre cosette, e come meglio mascherare questa produzione se non giustificandola con la scusa della produzione energetica? E la cosa si evidenzia da sé quando osserviamo l’attenzione fissata sugli impianti nucleari dell’Iran, così osteggiati da USA e Israele…. che pur dispongono di un immane arsenale nucleare sufficiente a distruggere l'intero pianeta diverse volte.

Ma l’energia atomica è cattiva sia in pace che in guerra… anzi forse è più cattiva in pace visto che in guerra sono state solo due le bombe utilizzate, quelle di Hiroshima e Nagasaki, nel 1945, e da allora sono trascorsi 68 anni. Mentre di incidenti nucleari ne sono avvenuti a iosa da quando l’uranio è diventato un “combustibile” energetico. Centinaia di incidenti, piccoli e grandi, che hanno lasciato una scia di morte e malattie non indicizzate… perché non conviene. Infatti i danni del nucleare è meglio tacerli, anche perché la maggior parte d’essi debbono ancora venire…

E verranno nel momento in cui le scorie stipate in varie parti del mondo cominceranno a rilasciare il loro contenuto venefico… è inevitabile che ciò accada perché i siti in cui dette scorie “riposano” saranno prima o poi distrutti da “incidenti” imprevisti. Poi ci sono tutti i residui radioattivi conservati in celle di contenimento, sarcofagi che non dureranno più a lungo… Polveri radioattive conservate in magazzini militari, in vasconi di contenimento o in casseforti a tenuta stagna (provvisoria), od in casseforti gettate nel mare, nei deserti, stipate in grotte, nelle paludi, e che aspettano solo di lasciar fuoriuscire i loro liquami radioattivi mortali.

L’uomo è stato bravissimo ad avvelenare il pianeta… eppure c’è ancora qualcuno in Italia che "assicura" la bontà del nucleare definendolo l’unica scelta per salvare l’economia (ivi compresa quella mortuaria s’intende….), asserendo addirittura che l’energia atomica non inquina perché “Le centrali nucleari non emettono CO2″. Altra leggenda metropolitana alla quale sembrano crederci anche alcuni ambientalisti.

La produzione dell’uranio, è una attività mineraria e industriale piuttosto lunga e complessa che comporta tutta una serie di lavorazioni che richiedono l´utilizzo di combustibili fossili, di elettricità, di enormi quantità di acqua, di acido solforico e infine di fluoro, gas altamente velenoso e che provoca un effetto serra migliaia di volte più potente della CO2.

Tornando agli incidenti nucleari in tempo di pace riporto quanto affermato da Giorgio Nebbia: "...un incidente in media ogni dieci anni da quando sono in funzione,  nel mondo, circa 450 reattori; una probabilità di incidenti molto maggiore di quella assicurata dai solerti venditori di centrali nucleari, E poi ancora vi sono i costi e i pericoli e gli incidenti del ciclo del ritrattamento del combustibile irraggiato per recuperare un po’ di plutonio da aggiungere all’uranio nelle centrali per trarne un po’ più di elettricità e di soldi; e poi i costi del ciclo di smaltimento delle centrali esaurite e della sistemazione del combustibile irraggiato e degli inevitabili rifiuti, la coda avvelenata delle centrali; si tratta, anche solo in Italia, di migliaia di tonnellate di prodotti radioattivi, tutti, sia pure in diverso grado, pericolosi, che continuano ad accumularsi anche quando è svanito e sarà svanito il sogno dell’elettricità abbondante a basso prezzo. Tutte operazioni che richiedono una vigilanza per secoli e decenni per evitare perdite di radioattività nell’ambiente”

Inoltre c’è da dire che la scarsità di uranio è altrettanto sentita come quella del petrolio e di altri combustibili fossili. La caccia all’uranio è ormai uno degli sport preferiti dei Capi di Stato filo-nuclearisti


Però dal punto di vista  della libertà di ricerca scientifica affermo che sarebbe opportuno che il nucleare continuasse ad essere studiato, in modo da non fermare le eventuali scoperte sulla natura atomica degli elementi, verso un possibile "nucleare pulito", valorizzando così le capacità scientifiche dei nostri scienziati che altrimenti vengono attratti dai laboratori di nazioni estere. Oltre -ovviamente- a perseverare con la sperimentazione su fonti energetiche alternative sostenibili.


Paolo D’Arpini
Referente Rete Bioregionale Italiana