mercoledì 24 luglio 2013

Se si vuole salvare la specie umana siamo ancora in tempo... (per poco.....)




Contro l’immobilismo dei grandi della Terra, che sulla lotta ai cambiamenti climatici segnano il passo da anni, scendono in campo di nuovo gli scienziati di tutto il mondo, a ricordare come le emissioni di CO2 non siano solo dannose per l’ambiente, ma anche per la salute delle persone.

Tra le soluzioni individuate dagli esperti c’è la riduzione dell’uso delle auto private in città e la promozione di forme di mobilità alternative, come andare in bicicletta o camminare, oltre a far risparmiare CO2 farebbero diminuire il numero di malattie croniche. I costi delle misure sarebbero poi compensati dai risparmi per i sistemi sanitari.  

Ovviamente sarebbe da rivedere il sistema degli allevamenti intensivi. Infatti il 70% delle terre coltivate viene utilizzato per nutrire gli animali da allevamento. Il 50% dell’acqua potabile dell’intero pianeta viene usata per gli allevamenti. 1/3 del petrolio e delle materie prime viene bruciato nel ciclo produttivo della carne (agricolo-allevamento-lavorazione-distribuzione). Il 50% dell’inquinamento e dell’effetto serra è causato dalle deiezioni degli animali da allevamento. Nessuna attività umana contribuisce in modo così determinante alla distruzione di foreste per far posto agli allevamenti...

Gli studi che hanno quantificato gli effetti sulla salute dei cambiamenti climatici sono ormai molti: la rivista Lancet, ad esempio, ha calcolato che già negli anni passati l’innalzamento della temperatura aveva causato 150mila vittime, concentrate nei paesi in via di sviluppo, a causa dell’aumento di malaria, malnutrizione, diarrea e decessi provocati da inondazioni.

Ma oltre che nel sud del mondo, gli effetti si vedono anche in occidente: Molti vettori di malattie sono insetti che con l’aumentare delle temperature trovano sempre nuovi luoghi dove proliferare, portando con sé gli agenti infettivi. Un mondo che si sta scaldando da molte più chance a malattie come la malaria o il dengue di diffondersi.

Senza contare i  danni delle centrali nucleari….

Negli ultimi 40 anni, 20mila donne hanno perso i loro figli. Tutte vivevano a meno di 35 chilometri da una centrale atomica. Sono i dati che emergono da uno studio effettuato su trentuno impianti. I numeri riguardano soprattutto bambine. Tante non ne sono nate attorno ai 35 chilometri delle 31 centrali europee analizzate

Gravidanza a rischio se la madre abita nelle vicinanze di una centrale nucleare. In numeri: ventimila aborti spontanei negli ultimi 40 anni. Il tutto attorno a 31 impianti di energia atomica, 27 tedeschi e 4 svizzeri. Senza contare un netto aumento di deformità e tumori infantili. Questo si legge in uno studio pubblicato dal Centro di ricerca tedesco per la salute ambientale di Monaco. L'analisi effettuata in prossimità delle centrali nucleari in Germania e Svizzera, fa capire che la sola vicinanza delle centrali ha effetto sulla salute dei cittadini, anche in mancanza di grandi incidenti.

Paolo D'Arpini



(Fonte Notizie: Circolo Vegetariano VV.TT.)


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Nota meteo-climatica recente aggiunta:

Caldo torrido – Scrive Meteo.it: “Un'ondata di caldo record sta mettendo a dura prova il Medio Oriente. Nei giorni scorsi, in molte località, il termometro ha toccato i 50°C all’ombra, con diversi picchi fino a 51°C e 52°C. In Iran sono state raggiunte le temperature più elevate registrate in Asia dall’inizio del 2013. Proprio qui si sono superati i 50°C, che solitamente, fra Maggio e i primi giorni di Giugno, si raggiungono nel Pakistan meridionale. Tra le temperature più elevate si segnala quella di Delhoran, sempre in Iran, dove sono stati raggiunti i 53 °, una delle temperature massime più alte mai registrate sulla Terra dall’inizio del secolo...”

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