mercoledì 15 maggio 2013

Forme pensiero - Come e perché la comunicazione su internet cambierà la storia


Alcuni psicostorici ritengono che solo le forme pensiero che siano sostenute da immagini accompagnate da emozioni e sentimenti, oltre che da intelligenza, possano essere recepite nel subconscio e quindi entrare a far parte della cultura umana.
Infatti dal subconscio le forme pensiero vengono inizialmente  rielaborate in sogni, immaginazioni, invenzioni e  successivamente in credenze, filosofie, religioni, ideologie, etc. 
Il processo quindi della trasmissione  ed assimilazione  delle notizie ricevute, nel contesto culturale umano,  è alquanto complesso e può richiedere anni ed anni. In effetti le attuali forme pensiero, quelle consolidate nelle nostra società, sono il risultato di una lenta crescita all’interno della psiche collettiva, una crescita che è iniziata parecchie centinaia e migliaia di anni fa… 
Lo dimostra anche il fatto che le religioni -ad esempio- hanno durata millenaria e non parlo solo del Cristianesimo o Giudaismo o Islamismo che sono tutto sommato alquanto recenti, mi riferisco invece alle religioni matristiche ed animistiche che hanno avuto incubazioni di migliaia di anni…. e sono ancora presenti in vari modi nella nostra cultura attuale. Questo perché come avviene in natura e nel mondo della fisica   “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma”.  
La trasformazione comunicativa, sempre in corso perenne, ha subito una forte accelerazione con internet, una accelerazione che è iniziata prima in forma passiva con la radio e la televisione ed ora è diventata interattiva con il web.  Ma torniamo alla questione iniziale e vediamo se esiste una risposta, o più risposte alle domande, e qui inserisco alcune ipotesi.
“….le previsioni sono sempre difficili e qualsiasi previsione è ipotetica. Per quanto riguarda questo aspetto, dobbiamo riferirci alla documentazione  storica. E la storia ci insegna che le grandi rivoluzioni sono in realtà trasformazione del sistema comunicazionale. Con l’invenzione della stampa -ad esempio- il primo libro veicolato è stato la Bibbia protestante, non quella controllata dalla Chiesa cattolica…. da qui la forza di Lutero e  gli altri riformisti. Il controllo del mezzo di comunicazione significa il controllo di tutto il resto”. (Giorgio Vitali)
Ma vediamo bene, è forse possibile un controllo sui modi espressivi della comunicazione?  In effetti anche l’ipotetico controllo deve tener conto delle mutazioni in cui l’informazione e la trasmissione del pensiero  si muove.   Succede così  una evoluzione fatale nella conquista elettronica, come sta avvenendo  proprio su internet, costruita inizialmente per motivi di supremazia militare e politica, che alla fine si è democratizzata per forza propria. 
La comunicazione interattiva, una volta avviata, ha preso il sopravvento ed  il numero di messaggi partiti ed arrivati è inestinguibile! La rincorsa del potere che cerca di correre ai ripari è perlomeno altrettanto caotica che l’immissione stessa su internet di notizie incontrollabili.
Chi detiene ipotetici poteri di controllo cerca di controbilanciare quella messe di nuove idee come in passato fecero al Concilio di Trento…  creando  realtà paramassoniche, i gesuiti, i dottrinari, gli inquisitori mediatici ed altro ancora.   Ma alla fine  la diffusione del pensiero laico  ed il recupero di dottrine esoteriche, tenute “occulte” per ragioni di sicurezza, hanno preso il sopravvento sul dogmatismo religioso. 
Su internet  un nuovo processo informativo  (e siamo solo agli inizi!) è ormai avviato e sarà  difficilissimo bloccarlo… ed a poco serve  l’utilizzo di altre  indicazioni veicolate dai Media facenti parte del Sistema. Anzi, è proprio il gioco dell’ evasione, dell’inosservanza, che consente ai “violatori” di trionfare  su internet.
Malgrado le varie visioni e strumentalizzazioni del  nuovo metodo di comunicazione globale,  abbiamo comunque visto che gli “argomenti” che  più coinvolgono gli utenti sono in fondo sempre gli stessi: religione, sesso, costume e qui aggiungerei anche “mito”, il mito è infatti un elemento  ricorrente in ogni modo comunicativo, è il ponte fra la realtà e la fantasia.
Su internet scorgiamo la sua presenza nelle cosiddette “leggende metropolitane” ovvero storie immesse nel web al limite della credibilità, storie che rappresentano quello che si vorrebbe  credere vero e che magari viene anche ritenuto vero in uno spazio della mente. Insomma attraverso queste cronache si ricrea il meccanismo della narrazione primitiva della tribù attorno al fuoco  e delle avventure raccontate che diedero origine alle immagini di draghi, chimere, fantasmi, dei, demoni ed eroi. Sono  quelle “forme pensiero” in grado di assumere una consistenza abbastanza forte da poter essere ritrasmesse e divenire parte integrante della cultura.
Anche questo articolo, ovviamente, rientra in questo processo formativo al limite del fantastico, in cui si dice e non si dice, si evoca ma si distingue, ed in cui la realtà del web viene comparata al sogno ed alla creazione onirica.
Paolo D’Arpini

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