martedì 30 aprile 2013

Non siamo più soli.... scoperti altri pianeti abitabili nei "pressi" della Terra


Collage di Vincenzo Toccaceli


Gli scienziati fino a qualche settimana fa erano divisi tra chi sosteneva che la nostra Terra fosse un unicum a livello cosmico e chi, invece, sosteneva che il nostro pianeta fosse uno tra i miliardi presenti nei miliardi di galassie sparse per tutto l'universo.

Il telescopio spaziale Kepler ha scoperto nella Via Lattea (la nostra galassia, una tra le oltre 200 miliardi individuate fino ad oggi nello spazio cosmico)  due pianeti simili o quasi alla Terra. Si trovano nella cosiddetta zona di abitabilità (secondo il parametro umano) vicini al loro Sole quanto basta per non incenerire né per gelare. 

Da un primo esame spettroscopico  pare esserci anche acqua. Si attendono ora altri esami per valutare se l'atmosfera di questi pianeti contenga Azoto e piccole percentuali di Metano; gas questi prodotti da batteri o esseri più evoluti come piante e animali. I due sosia della Terra sono pianeti rocciosi come il nostro e fanno parte di un gruppo di pianeti che orbita intorno alla stella Kepler-62, che somiglia al Sole e dista fra 2.000 e 3.000 anni luce da noi.  

Certamente sono troppo lontani, ma questo fatto ora ha messo in moto un interesse "spasmodico", quanto comprensibile, da parte degli scienziati per cercare altri fratelli della Terra più vicini a noi. 

La caccia è appena iniziata e presto ne sapremo di più e ne vedremo delle belle. Giordano Bruno dalla sua tomba si è presa la sua rivincita: sin dai tempi oscuri della Santa Inquisizione aveva previsto un universo con mondi abitati come il nostro. Il problema è ora culturale e soprattutto religioso, quando si verrà a scoprire (speriamo!) che esistono altre civiltà aliene con le loro conoscenze, regole e credenze religiose, qualcuno potrà chiedersi se anche loro adorano Jahvè  o Allah. Forse scopriremo che questi personaggi divini sono solo terrestri e non cosmici. 

Finiranno così le religioni "di provincia" che tanto sangue hanno lasciato sul terreno dalla loro comparsa ad oggi e nascerà, finalmente, un nuovo credo molto più complesso, ma unico; una vera grande religione condivisa da tutti i popoli del creato. 

Filippo Mariani

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