mercoledì 3 aprile 2013

Alimentazione ed ecologia profonda - "Tutti uccidiamo per vivere... la verità non va celata dietro falsi moralismi ed illusioni ideologiche"


 
Madre Natura - Affresco di Carlo Monopoli


....mi pare che l'argomento venga ridotto entro i soli limiti dell'alimentazione. Il problema però è ben più vasto: concerne la “violenza” connaturata alla vita stessa. Nessuno può vivere senza uccidere, perché tale è la Legge cosmica alla quale tutti sottostiamo. 

Si pensi allo sterminio quotidiano perpetrato da treni, automobili e altri mezzi di trasporto. Ma, del resto, anche solo lavorare nell’orto o camminare sono attività non esenti dall’uccidere. 

Non è tanto l’alimentazione vegana, dunque, ad essere sbagliata (chi scrive è vegetariano al 100% da oltre 40 anni e, nella pratica, vegano al 99%), ma quell’ideologia moralistica e sentimentalistica che finge di non vedere la realtà: vita e morte sono le inseparabili facce della stessa medaglia. 

Ignorare la faccia oscura non significa che questa smette di esistere. Anzi, una violenza negata diventa ancor più violenta.

Cominciamo dunque con l’accettare la verità che tutti uccidiamo per vivere. Poi, senza falsi moralismi, potremo renderci conto che la riflessione sapienziale sull’Unità del vivente ci indurrà spontaneamente e per libera scelta, senza troppi clamori, ad uccidere e ad impartire sofferenza il meno possibile. E tale comprensione ci insegnerà la discriminazione tra il necessario e il superfluo.

Le imposizioni, le crociate, le barriere ideologiche, ecc. sono anch’esse violenza, poiché riducono la complessità dell’esistenza entro un unico “schema” valutativo, il nostro. Lo si tenga presente. L’uomo è tale, differenziandosi dagli animali, perché è libero di scegliere. Può aderire all’empatia universale o può rifiutarla: egli è di fronte alla propria coscienza. Se gli si toglie una simile libertà, l’uomo si riduce ad un misero fantasma. Se anche si riuscisse a confinarlo forzatamente entro gli schemi che definiscono il bravo cittadino, sarebbe soltanto un “bravo” burattino, un rottame.

E’ inutile dunque scandalizzarsi per l’“egoismo” del mangiatore di latticini che implicitamente condanna a morte qualche animale o litigare violentemente con il conducente di un calesse trainato da un cavallo per le vie di Roma. 

Reagendo violentemente o pretendendo di limitare oltre il segno la libertà altrui non facciamo che alimentare quella violenza superflua che a parole diciamo di voler estirpare. Piuttosto impariamo a mettere in pratica discriminazione, equanimità e rispetto per la diversità nella nostra vita quotidiana e sicuramente lo stato di coscienza del mondo ne trarrà un vantaggio.

Subramanyam

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