sabato 9 febbraio 2013

Elettrodotto ad altissima tensione Fano Teramo... tutto il male che ce ne può venire!





L’elettrodotto ad altissima tensione 380.000 V per il tratto Fano – Teramo, proposto dalla società Terna spa che prevede  anche la realizzazione di due stazioni elettriche nel territorio della Provincia di Macerata,  è di fatto  il raddoppio di quello esistente, che da Fano si collega ad Ancona nella zona di Candia per poi proseguire verso sud, ma con un nuovo tracciato.
Si tratta di tralicci che possono andare da 35 a oltre 50 metri di altezza (con punte sino a 70 metri in alcuni attraversamenti), con una larghezza di circa 20 metri in alto, ove sono ancorate le terne dei cavi.

L’ipotesi di tale progetto risale al 2002, seguito nel giugno del 2005 da un protocollo di intesa tra Regione Marche, Province, Comuni, Comunità Montane delle Marche e Terna; risale poi al 25 giugno del 2007 la delibera n.689 della Regione Marche che definisce il tracciato del ‘corridoio’ preferenziale; dal 2008 ad oggi si sono susseguiti numerosi tavoli tecnici tra amministrazioni comunali, Province e Terna (25 incontri plenari e 43 tavoli tecnici alla fine del 2011). 

In considerazione della intensa attività delle amministrazioni coinvolte e della completa assenza di informazione nei confronti dei cittadini interessati dal tracciato,   si sono costituiti in tutte le province della Regione Marche numerosi comitati, i quali hanno svolto una capillare attività di informazione e sensibilizzazione della popolazione e delle amministrazioni locali attraverso numerose Assemblee pubbliche.

Ad oggi numerosi Comuni interessati dal passaggio dell’elettrodotto hanno espresso con atti formali parere critico o negativo sull’opera; inoltre anche la seconda Commissione Consiliare della Provincia di Ancona, dopo l’audizione di Sindaci e del comitato locale,  ha  presentato un ordine del giorno, approvato dal Consiglio provinciale il 5/4/2012, che recepisce considerazioni e istanze del comitato, di seguito esposte.

                
1) L’EFFETTIVA  NECESSITA’ DELL’ OPERA NON E’ STATA ADEGUATAMENTE DIMOSTRATA

- I motivi   indicati dalla società Terna nella documentazione presentata alle amministrazioni locali a sostegno del progetto sono riconducibili a:
-previsioni di notevole incremento di consumi di energia elettrica nella Regione;
-grande deficit della produzione di energia elettrica nelle Marche;
-conseguente rischio di black out.

In realtà:
- i consumi di energia elettrica della Regione Marche  sono fortemente diminuiti nel periodo 2007-2011; vi è stata infatti in questo periodo una variazione di circa il - 4% , poiché  si è passati  dai 7.763 GWh del 2007 (anno di maggior consumo) ai 7.467 GWh del 2011, attestandosi su consumi di energia elettrica  analoghi a quelli sostenuti nell’anno 2004 (7.432 GWh) (fonte:  dati statistici TERNA 2011 - consumi Regione Marche).


Per l’anno 2012, pur non essendo stati pubblicati  i consuntivi relativi alle Marche, il valore aggregato relativo ai consumi delle regioni centrali (Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria) registra una variazione del - 3,5% rispetto all’anno precedente.
Tali dati rendono poco realistiche le ipotesi di  incremento del 2,5 % annuo a suo tempo indicate  da Terna;

- negli ultimi anni la Regione Marche ha visto un grande sviluppo delle energie da fonti rinnovabili:  in particolare sono stati  attivati nel territorio impianti fotovoltaici per 789 MW  come si evince dai dati GSE   (dato  al 23 febbraio 2012), potenza quasi doppia rispetto a quella indicata come obiettivo per il 2015 nel Piano Energetico Ambientale Regionale.   Nel 2011 la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici è stata  di 658 GWh, pari ad oltre l’8% del consumo annuale della regione Marche e nel 2012, pur non disponendo ancora di dati ufficiali, è lecito attendersi un ulteriore significativo aumento. Questo importante contributo  dato dalla produzione di energia elettrica dal  fotovoltaico, unito alla consistente diminuzione dei consumi già descritta, contrasta con il dato sul deficit elettrico della Regione Marche, che paradossalmente in base ai dati forniti da Terna registra un consistente aumento (dal 47% del 2010 a quasi il 55% del 2011) e fa supporre che alla base dello stesso vi siano motivazioni diverse da una non idoneità in termini di capacità produttiva della Regione a produrre sul proprio territorio energia elettrica per il suo fabbisogno.

- la stessa Terna ritiene non più prioritaria l’opera come può efficacemente desumersi dal documento Terna “Piano di Sviluppo 2012” ove la realizzazione dell’opera viene definita con la dicitura “anno da definire” rispetto al piano di sviluppo 2011 ove era definita “a lungo termine” e ancora diversamente nel piano di sviluppo 2010 ove l’opera era definita per l’anno 2015.

L’elettrodotto,  quindi,  nonostante  sia ufficialmente motivato da Terna per “aumentare la magliatura della rete a 380 kV, migliorare la sicurezza e la continuità di alimentazione del carico elettrico della Regione Marche ed ottimizzare la gestione della rete stessa”,  più che rispondere ad una effettiva necessità per la Regione Marche, sembra configurarsi come struttura di mero trasporto e scambio di energia elettrica da/verso il Nord e il Sud Italia e da/verso paesi esteri.
In tal senso  il comunicato stampa di Terna del 23/06/11  esplicita l’obiettivo di ‘..fare dell’Italia un vero e proprio “hub elettrico” del Mediterraneo per la trasmissione dell’energia elettrica, piattaforma ideale – data anche la sua conformazione geografica – per “connettere” tra loro il Nord Africa e la sponda sud del bacino del Mediterraneo con il centro e il nord Europa.’

E’ opportuno inoltre sottolineare come tale progetto contrasti con il Piano Energetico Ambientale Regionale che la Regione ha emanato nel 2005.
Tale piano individua nel risparmio energetico, nell’utilizzo delle fonti rinnovabili, e nella realizzazione di piccoli impianti di cogenerazione i fondamenti della politica energetica regionale, e in particolare viene affermato che (PEAR, cap. 1 paragrafo 4.2):  ‘la generazione distribuita e cogenerazione con predilezione di impianti di piccola media taglia localizzati in aree considerando parametri come quelli utilizzati, con successo, per la definizione dei distretti industriali, mira quindi ad aver bisogno di ridotte necessità di trasporto dell’energia elettrica con minori perdite nella rete di trasmissione e distribuzione, nonché minori necessità di potenziamento e accrescimento della rete ad alta tensione’.

Si ricorda infatti che gli elettrodotti ad altissima tensione come quello in questione (380.000 V, sono finalizzati alla trasmissione di energia elettrica (si possono paragonare a delle autostrade elettriche), mentre per le utenze locali (industriali, commerciali, private, ecc.) si rende necessaria una rete elettrica di distribuzione a tensioni più basse (inferiore ai 132.000 V)



2) NON E’ DIMOSTRATA  CHE LA SOLUZIONE AEREA SIA LA  MIGLIORE TRA PIU’ MACROALTERNATIVE, come invece prevede la normativa nazionale e europea.

La normativa europea recepita da quella italiana prevede per ogni fase e  livello del progetto – livello strategico, strutturale e attuativo - l’esame e la considerazione di più alternative per l’adozione di un piano o programma e non di una sola opzione  (elettrodotto aereo:  3 fasce di fattibilità proposte da Terna non equivalgono ad alternative di progetto) nel rispetto del ricorso alle migliori tecnologie, intese come di minor impatto, meno invasive sia dal lato ambientale che sanitario e meno inquinanti. 


3) L’OPERA COSI’ COME PROPOSTA AVRA’ UN EFFETTO DEVASTANTE SUL PAESAGGIO DETURPANDOLO IN MANIERA IRREPARABILE,  CON IMPORTANTI RIFLESSI SUL  TESSUTO  ECONOMICO E SOCIALE DEI TERRITORI COINVOLTI

Il progetto dell’elettrodotto prevede l’attraversamento della  zona della media collina di tutta la regione Marche.  Territori che hanno visto in questi ultimi anni il progressivo ripopolamento, con il  recupero di gran parte del  patrimonio fondiari; territori  sostanzialmente integri, con forte vocazione alla agricoltura e zootecnia di qualità,  arricchita dall’offerta di gastronomia e ricettività turistica.
I dati di incremento nazionale del turismo rurale e del turismo enogastronomico vedono infatti ai primi posti la nostra regione.  Regione che registra anche un considerevole incremento nell’export dei cibi “tipici locali”.
La realizzazione di una opera a così alto impatto sul paesaggio come quella proposta da Terna comporterà  quindi un pesantissima ricaduta negativa per  le attività collegate ai settori sopra citati, al turismo e alle attività che si basano sulla valorizzazione del territorio.

Tutto ciò si pone sia in totale antitesi con la politica di promozione turistica delle ‘colline marchigiane’  che le Marche portano avanti da anni, sia con quanto affermato dal Presidente  Spacca nella intervista dedicata  alla questione dell’elettrodotto del 22 luglio 2011:  ‘abbiamo fatto del paesaggio il principale asset delle Marche del futuro’. 
L’elettrodotto non potrà non avere anche  impatto sulla capacità attrattiva e sul conseguente ripopolamento  delle zone rurali che negli ultimi anni hanno portato alla riqualificazione di esse, traducendosi il tutto in fonte di gettito per gli enti locali.


4) SONO  TUTELATI  I DIRITTI DEI CITTADINI COINVOLTI ?

L’INFORMAZIONE-CONCERTAZIONE
L’iter procedurale fin qui effettuato è stato caratterizzato da assoluta assenza di informazione ai cittadini e concertazione con loro, come invece previsto dalla normativa europea e italiana, né ai fini dell’approvazione della delibera del 25/06/2007 con cui “la Regione Marche ha condiviso il corridoio della linea a 380 kV “Fano – Teramo”, né con riferimento ai  successivi tavoli tecnici tra Terna S.p.A e le amministrazioni Regionali, Provinciali e Comunali, per la individuazione delle fasce di fattibilità.

IL DIRITTO ALLA SALUTE
L’eventuale realizzazione dell’elettrodotto potrebbe comportare un pericolo per la salute dei cittadini che si verranno a trovare in prossimità dell’opera, con particolare riferimento alle fasce più deboli come i bambini ed i malati.
Si ricorda in proposito che nel 2001 l’Agenzia Internazionale per le Ricerche sul Cancro (I.A.R.C.), che opera sotta l’egida della OMS, ha classificato i campi elettromagnetici come ‘possibili agenti cancerogeni’ nell’uomo.
La stessa I.A.R.C.  afferma  che ‘ mentre per la maggior parte dei bambini  con esposizioni residenziali a bassissima frequenza (ELF),  per esposizioni inferiori a 0,4 microtesla c’è scarsa evidenza di un aumento dei rischi di leucemia,  per esposizioni superiori a 04, microtesla  i dati prodotti da un notevole numero di studi ben condotti mette in evidenza  un aumento statisticamente significativo e piuttosto costante di rischio di leucemia infantile’.
In base alla normativa italiana  (DPCM 8.7.2003) il  valore considerato ‘obiettivo di qualità’ è di 3 microtesla, quasi 8 volte superiore.

E’ inoltre innegabile ormai il fenomeno della elettrosensibilità con le sue conseguenti patologie  (dall’insorgere di emicrania ai disturbi del sonno, dalla cataratta alla sterilità che colpisce maggiormente il genere maschile, etc) malesseri sicuramente prima che malattie, ma che richiedono però un ricorso continuativo di cure, palliativi o anche interventi, con un costo sicuramente fisiologico perché ne va del benessere individuale, ma che  a lungo andare è destinato a diventare un costo sociale e pubblico che è quello sanitario. 

Nei tavoli tecnici  non è stato preso in considerazione l’applicazione del  principio di precauzione e  neanche la necessità di procedere alla Valutazione di Impatto Sanitario della stessa.
Come noto,  il principio introdotto dal diritto europeo stabilisce che, di fronte all’incertezza scientifica e alla esigenza del dovuto tempo per le indagini epidemiologiche, è indispensabile il ricorso  alla precauzione e alla cautela proprio per la necessaria tutela della salute dei cittadini. Nel permanere del dubbio debbono essere pertanto adottate a livello di rischio le impostazioni più restrittive perché si deve essere orientati alla minimizzazione del rischio.


IL DIRITTO ALLA PROPRIETA’

L’eventuale realizzazione dell’elettrodotto comporterà un notevole deprezzamento del valore dei beni   (abitazioni, terreni), e delle attività imprenditoriali (agriturismi, strutture di ricettività diffusa),  che si verranno a trovare nella zona dell’opera, con pesanti danni economici e  patrimoniali.

Nei tavoli tecnici  si è spesso parlato delle ‘compensazioni’ per le amministrazioni, ammettendo quindi che vi è un ‘danno’ per il territorio,  ma  non è stato mai preso in considerazione il  risarcimento del danno patrimoniale per i  cittadini direttamente coinvolti,  né il progetto di Terna è accompagnato dal piano finanziario che preveda  congrue misure di indennizzo.
Viene in tal modo leso  il diritto alla proprietà che è un diritto incoercibile e inalienabile.



PER LE CONSIDERAZIONI SOPRA ESPOSTE I COMITATI CHIEDONO  A  TUTTI I SOGGETTI DECISIONALI COINVOLTI:

- che si proceda  a una riconsiderazione e revisione complessiva del progetto relativo alla realizzazione del nuovo elettrodotto FANO-TERAMO, verificando la effettiva necessità dell’opera  e la preventiva valutazione di tutte le alternative per la sua eventuale realizzazione;

-  che vengano in ogni caso  rispettate le procedure e i diritti dei cittadini coinvolti,   richiedendo quindi  alla società Terna spa:

1) la Valutazione di Impatto Sanitario dell’opera e l’acquisizione del  parere dei servizi dell’ASUR Marche;

2) la valutazione dei danni ai terzi  e la relativa proposta risarcitoria;

3) che venga evitata qualsiasi alterazione del paesaggio;

4) il coinvolgimento dei cittadini, associazioni, comitati, ecc.,   del territorio, in quanto direttamente interessati all’impatto derivante dalla eventuale realizzazione dell’opera,  secondo quanto previsto dalla procedura di V.A.S. 

e, di conseguenza,  a tutela dei cittadini e degli enti rappresentati, non vengano rilasciati pareri favorevoli alla realizzazione dell’elettrodotto in oggetto qualora il progetto fosse carente delle valutazioni e dei criteri sopra menzionati.




I DIRITTI COSTITUZIONALI

      Art. 9 della Costituzione: “La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”
      Art. 32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività…”
      Art. 41 della Costituzione: “L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana…”
      Art. 42 della Costituzione: ...La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge. La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale”

I comitati avvieranno le necessarie azioni affinché le amministrazioni preposte si adoperino per la tutela dei diritti costituzionalmente sanciti.

Per contatti e/o maggiori informazioni:
Comitati in rete –  www.comitatinrete.it
Comitato territorio attivo – provincia di Pesaro e Urbino (PU) –                                      e-mail:    giuliano.cinzia@tiscali.it
Comitato territorio sostenibile (AN) – e-mail:   terrsostenibile@libero.it
Comitato S. Amico – Morro d’Alba (AN) – e-mail:     ilgranaio.piera@libero.it
Comitato permanente per la salvaguardia di Belforte – e-mail:   francogrifi@hotmail.com 

Comitato "I lupi dei Sibillini" - Gualdo (MC) – e-mail:     anzideigiocondo@gmail.com

Comitato Alta Fiastrella – San Ginesio (MC) – e-mail:     b.archeri@alice.it

Comitato intercomunale territorio attivo provincia di Macerata - telefono: 349 7757317 -
- email:    e.porfiri@email.it

Oppure visitare il sito      www.noelettrodotto.it


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Con l'adesione di Rete Bioregionale Italiana e Circolo Vegetariano VV.TT.



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Commenti ricevuti:


Caro Paolo, sono stata l'altra mattina a Morro d'Alba all'incontro tra i comitati e alcuni candidati alle prossime elezioni. Devo dire che sono rimasta molto impressionata dalla capacità professionale e dalla chiarezza di esposizione delle persone tutte. Ma ciò che più conta è la dimostrazione di un impegno serio e profondo che ha riconfermato nel mio animo che, forse, il tempo dei soprusi delle macro imprese e delle connivenze e corruttele politiche sta davvero finendo. Certo forse non potremo avere dei risultati eclatanti, ma di sicuro la forza che stanno dimostrando gli abitanti TUTTI delle Marche, finalmente uniti per un unico, importantissimo obiettivo, è davvero fantastica.
Teniamo incrociate le dita: per ora un'ordinanza regionale ha promesso di rivedere i modi con cui realizzare questa inutile linea elettrica, ma fra poco saremo in grado di contestarne a ragione l'utilità e soprattutto l'incostituzionalità, relativamente alla salvaguardia della salute pubblica, del patrimonio naturale e non solo! E tutto questo perché la signora TERNA deve vendere a caro prezzo energia al Montenegro!!! A noi questa linea porterebbe unicamente bruttura e sventura e loro, come al solito, delinquono ai danni degli inermi per un business lontanissimo dai nostri interessi.
A.M.P.
 
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Paolo, cosa possiamo fare? Questa è una cosa inaccettabile che mi riempie di disgusto e sopratutto di tanta tristezza. Vorrei credere che possiamo fare qualcosa per impedirlo. Sai a che punto stanno con la progettazione?  
Farò girare la notizia ma mi piacerebbe sapere qual'è lo stato attuale del progetto per capire meglio quanto è reale e imminente questa cosa.
Grazie come sempre per il tuo impegno. A,W.
 
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In merito alla pericolosità degli elettrodotti di questa portata,  da tutto il materiale letto nel passato, so che si possono avere pochi dubbi sul fatto che facciano male alle persone ed agli animali che si trovano nel raggio di qualche centinaio di metri.
C.P.

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