martedì 11 dicembre 2012

Bioregionalismo e riequilibrio ecosistemico con metodi naturali


Benito Castorina


L’acqua, la terra e l’aria sono inquinate e di questo si fanno forti le grandi case farmaceutiche!

E’ innegabile che un prodotto farmaceutico confezionato in qualunque laboratorio del mondo possa presentare esattamente gli stessi componenti chimici, la stessa cosa non si può dire di una pianta che cresce in un terreno che contiene o può contenere diossina, piombo, arsenico, altro; irrigato con acqua che contiene alcuni di questi inquinanti o altri; soggetto a piogge acide o comunque tossiche a causa dei gas e delle sostanze presenti nell’aria inquinata e senza escludere altri inquinanti provenienti dal dilavamento del terreno.
Gli stessi problemi si pongono per qualunque coltura, incluse quelle alimentari biologico compreso, ma questo aspetto appare non essere notato e certamente non saranno i produttori di concimi e pesticidi a renderlo di pubblico dominio. Bonificando acqua terra ed aria si può avere un vero biologico (naturalmente non utilizzando gli OGM). Andrebbero fatte ricerche serie per verificare di quali sostanze una pianta ha bisogno, della sua capacità di assorbire o meno sostanze non necessarie o dannose al suo sviluppo e quanto gli effetti sulla pianta derivanti da tale assorbimento possano essere dannosi o addirittura benefici per la salute umana.
Una volta si trattava la terra, oggi bisogna trattare con la terra e con l’acqua, bisogna portare sulla terra e sull’acqua i laureati, i ricercatori in questo grande laboratorio che è l’ambiente naturale, per catalogare i microorganismi, le acque, per monitorare i comportamenti di ogni organismo vivente di qualunque fenomeno indicatore di squilibri negli ecosistemi per potere intervenire in tempo o meglio prevenire. Sarebbe bene affrontare il mondo con la dovuta umiltà.

Se consideriamo che noi esseri umani siamo incapaci di produrre i vegetali di cui ci nutriamo tramite l’energia solare, cosa che qualunque pianta sa fare, e i microrganismi che popolano il nostro corpo operano per farci assimilare anche quelle piante, dandoci l’energia per la nostra vita e non per manifestare la nostra presunzione che talvolta si trasforma in violenza verso quella natura benefica, che ci stupisce con la sua tolleranza, il suo amore materno e la sua capacità di rigenerarsi.

Non abbiamo bisogno di soddisfare i nostri bisogni sottraendo senza giudizio le riserve di gas e petrolio alla madre terra, di pretendere di rivitalizzarla con i concimi chimici, di violentarla con le intrusioni più sconsiderate, perché i nostri bisogni possono essere soddisfatti utilizzando le materie prime vegetali e le risorse animali (il riferimento non è all’alimentazione o allo sfruttamento fisico degli animali, ma al metodo di relazione e scambi nutrizionali e al recupero di enzimi e batteri specifici utilizzabili per raggiungere il nostro comfort).

Che dire poi dei concimi chimici (di sintesi del testo completo che è forza vitale della natura) che non contenendo o non avendo nelle giuste proporzioni le sostanze di cui le piante hanno bisogno, derivano un prodotto alimentare che obbliga chi lo utilizza a ricorrere ad integratori e cure.
Abbiamo pochi laureati e diversi di quei pochi sono disoccupati o occupati in campi non coerenti col titolo acquisito, questa carenza va colmata, ma frattanto si rende necessario utilizzare le opportunità che la natura generosamente ci offre.
Paghiamo ogni giorno circa 3.850.000 euro per l’inquinamento da gas serra. Potremmo liberarci da questo debito e fare nascere cento imprese al giorno che producono vetiver in quanto ogni pianta assorbe 3 kg di anidride carbonica, queste imprese si potrebbero dedicare alla bonifica di terra aria ed acqua per ottenere un vero biologico (l’attuale biologico è comunque superiore ai sistemi che usano prodotti chimici per l’alimentazione e la difesa delle piante in quanto non aggiunge sostanze inquinanti) e le piante officinali avrebbero vita più facile.
Come noto il vetiver bonifica acqua, terra ed aria e contribuisce al riequilibrio degli ecosistemi, alla salvaguardia della biodiversità ed alla ricomparsa di organismi viventi scomparsi a causa di attività
antropologiche o di eventi naturali straordinari. Esistono movimenti per l’Acqua, contro gli OGM, per il Biologico, contro il nucleare, per l’auto elettrica, contro i termovalorizzatori, per la differenziata. 

Uniamo le forze e le competenze, non giochiamo ad essere i primi della classe, rivolgiamoci con umiltà alla forza vitale che governa il mondo e ci sostiene nonostante noi stessi.
La natura ci viene incontro per risolvere i problemi e per guardare ad un futuro sostenibile, possiamo affrontare l’argomento della evoluzione agroindustriale, guardare alle soluzioni naturali a costi contenuti, che talvolta non vengono considerate da chi si batte per risolvere i problemi, come se la fine del problema decretasse la fine di chi l’ha posto e sottoposto all’opinione pubblica e non la sua vittoria sul problema.
Chi lavora in campagna coniuga i propri interessi con quelli della comunità umana.
In sintesi, ritengo che raggiunta una visione comune dobbiamo anche mettere insieme le competenze per presentare progetti finanziabili che possono essere predisposti insieme e adottati da giovani volenterosi e amanti della natura, per dare anima e corpo al cambiamento di rotta.

Benito Castorina (Docente Universitario Università di Cassino) 

Rete Bioregionale Italiana

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