domenica 20 maggio 2012

Le cause della violenza nel mondo secondo Sri Sathya Sai Baba

Immagine presunta della prossima incarnazione di Sathya Sai Baba



Luce significa Conoscenza e oscurità indica ignoranza

Studenti!
Oggi l’uomo è in uno stato di confusione grande. La parola Dio viene interpretata in molti modi; secondo una di queste interpretazioni, Egli è Uno che trascende il tempo.

Dio significa Luce

In realtà, la parola Dio significa la Luce che è presente in tutti gli esseri.
I nostri antichi descrivevano Dio come la fonte della luce, dello splendore e radiosità.

La luce diventa oscurità e l’oscurità diventa luce;
le due non possono coesistere, la luce è l’assenza (abhava) di oscurità e l’oscurità è l’assenza di luce.
Abhava significa non esistenza.
Luce significa conoscenza e oscurità indica l’ignoranza.


Il termine bhava ha molti significati; uno di questi rappresenta il sentimento con cui voi pregate Dio.
La preghiera è quindi di quattro tipi:
bhava pratana o pregare Dio con tutto il cuore,
lila pratana o lodare il Suo Gioco Divino,
guna pratana o descrivere i Suoi attributi e
sankirtana pratana o cantare il Suo Nome Divino.
L’uomo può sperimentare la Divinità seguendo uno qualunque di questi percorsi; la fonte di tutti e quattro questi tipi di preghiera è il cuore.

Dio non è in un paese straniero, è in voi.
Il peccato non è altrove, è nel luogo in cui si commette un’azione errata.
Il merito e il demerito non si trovano in un paese straniero, sono in voi;
tutto è presente nel corpo umano.
L’Atma che si trova nel deha (corpo umano) è chiamata dehi (abitante) o sariri (abitante) perché risiede nel sarira (corpo); Esso ha anche il nome di kshetraina (conoscitore del campo) dato che risiede nel kshetra (corpo come campo d’azione dei sensi).

Il corpo è un tempio e il residente è Dio
Deho devalaya proktho jivo deva sanathana
Deha è devalaya e jiva è Deva.
Voi dovete cercar di comprendere la differenza che c’è tra jiva e Deva:
il corpo è la base di jiva mentre la mente e l’Atma sono la base di Deva.
Per dirlo in parole semplici, chi vacilla è il jiva e chi è stabile è Deva.
Dio è sempre stabile. Lento e sicuro vince la corsa; si dovrebbe essere stabili sempre, questo è il segno vero della Divinità. E’ il jiva che è instabile e vacilla come un pendolo.

La vita nel mondo è passeggera;
così sono la giovinezza e la ricchezza.
Anche la moglie e i figli sono transeunti.

Solamente la Verità e il buon nome sono permanenti.

Tutto ciò che è terreno è temporaneo
Il corpo umano, i suoi stadi differenti, gli oggetti del mondo, la felicità e la contrizione sono tutti effimeri. Anche la gioventù è temporanea, non c’è all’inizio e non ci sarà più tardi, viene e va nel mezzo come una nuvola passeggera; similmente, il denaro: quanto rimane con noi? Esso scivola via come acqua che corre sotto i piedi. Pensate di avere una banconota da cento rupie e dire orgogliosamente “Questo è il mio biglietto da cento rupie”; il biglietto dirà: “Oh testamatta! Quanto posso rimanere con te? Vai al bazar e compra qualcosa: io ti lascerò immediatamente. Io non rimarrò per sempre nelle tue mani, ho visto molta gente come te. Anche la mia forma si è deteriorata per il fatto che molti mi hanno maneggiato”.
Tutte le forme sono soggette al cambiamento; anche quella di una sostanza dura come la pietra subirà un cambiamento con l’uso. Com’è piccola una formica! Eppure, se guardate attentamente, vedrete che le formiche lasciano una traccia anche su una superficie dura se continuano a andare su e giù in fila. Se una sostanza dura come la pietra può perdere la sua forma, cosa accadrà a una banconota che è fatta di carta?!

Il prossimo verso della quartina è Anche la moglie e i figli sono transeunti (asthiram dara putradi).

Da dove sono venuti i tuoi figli? Sono venuti con te quando sei nato? No, prima della nascita non avevi figli e dopo la morte non ve ne saranno. Similmente, prima del matrimonio non avevi moglie e dopo la morte ella non ci sarà; solamente dopo il matrimonio tu dici: “Ella è mia moglie”. Al pari, soltanto dopo la nascita del figlio tu dici “Egli è mio figlio”; chi consideravi tua moglie e tuo figlio prima del matrimonio? Nessuno. Per questo si dice asthiram dara putradi. Comunque, due cose sono durature in questo mondo:

La Verità e il buon nome sono duraturi in questo mondo
Satyam kirti dvayam sthiram
La buona reputazione di un uomo rimane anche dopo la sua morte.
La Verità rimane uguale nei tre periodi del tempo, nel passato, nel presente e nel futuro.

Trikalabadhyam sathyam
La verità è presente prima della nostra nascita, durante la vita e anche dopo morte; essa non va incontro a cambiamento.
La Verità è una senza una seconda.
Ekameva advitiyam sathyam
Solitudine significa Comunione con Dio

Che cosa rimane infine con l’uomo? Solamente la Verità. Dio è l’incarnazione della Verità, la Verità è Dio quindi voi dovreste contare sulla Verità.

In effetti, voi siete l’incarnazione della Verità. Essa non è qualcosa di nuovo da scoprire, si manifesta se sedete in silenzio profondo e solitudine. Che cosa significa “solitudine”? La gente ha una nozione errata di questa parola e la fraintende in molti modi pensando che sedere da soli in una stanza con la porta e la finestra chiuse sia solitudine ma questo non è solitudine, è isolamento.
Molti altri pensano che sedere sotto un albero nella foresta o in una grotta montana sia solitudine; neppure questo è il significato vero di solitudine.

Solitudine vuol dire essere in compagnia di Dio dovunque ci si trovi, al mercato, a un’assemblea o in mezzo a una folla; dovunque siate, la mente deve essere concentrata su Dio senza essere distratta da questioni familiari o inerenti il mondo. La solitudine è la comunione totale tra voi e Dio, niente deve distogliere la vostra attenzione da Dio; questo è il significato vero di solitudine.

Qualunque cosa stiate facendo, anche viaggiando in autobus o in treno o in aeroplano, tenete sempre la mente fissa su Dio. Mentre meditate su Dio o Lo contemplate, non lasciate che altri argomenti distraggano la mente: soltanto così potete avere l’esperienza della Luce Divina.

Quando in un bosco i rami degli alberi sfregano l’uno contro l’altro, scoppia l’incendio; in modo simile, quando c’è la comunione costante tra Jiva e Deva, si può sperimentare la Luce dell’Amore. Tra l’Amore di Dio e quello tra marito e moglie, genitori e figli e fratelli e sorelle, c’è un mare di differenza; l’amore terreno è temporaneo, effimero, transitorio e instabile ma l’amore tra voi e Dio è permanente, immutabile e scevro da illusione.

Chi è dotato di un principio simile d’amore vero ed eterno raggiungerà tutti i tipi di felicità e tutto sarà sotto il suo controllo. Per questo Thyagaraja disse “O Rama, se avrò la forza della Tua Grazia, tutti i nove pianeti saranno sotto il mio controllo” e Purandaradasa disse: “A cosa servono gli occhi che non vedono Dio? Qual è l’uso della visione che non è focalizzata su Dio?”.

Usate i sensi per sperimentare Dio

Una volta il Signore Krishna apparve a Surdas nelle vesti di un mandriano e gli chiese “Dove sta andando signore?” al che egli replicò: “Mio caro, posso sapere chi è lei?”. Krishna rispose: “Io sono un mandriano”. Questo termine ha due significati, uno è quello di pastore di vacche e l’altro è Gopala, il Protettore delle vacche, un’altro nome di Krishna. Il Signore Krishna gli chiese ancora “Dove stai andando?” e Surdas rispose “Mio caro, sto andando a Dvaraka”. Krishna allora disse “ Questa non è la via che porta a Dvaraka; vieni, te la mostrerò” e poi ancora “Sai davvero chi sono?” per cui Surdas replicò “Tu stesso mi hai detto di essere un mandriano”. Krishna lo interrogò di nuovo: “Sai che tipo di mandriano sono? Io sono Gopala. Tu stai andando fino a Dvaraka per incontrare Gopala che è qui davanti a te. Riparerò la tua vista in modo che tu possa vederMi”. Surdas allora disse “Oh Krishna! Sebbene la gente abbia gli occhi, è diventata veramente cieca dato che non può vedere la Tua Forma Propizia. Quanti hanno gli occhi in questo mondo? Ma a che serve? Quanti possono vederTi? Nessuno. A me basta avere gli occhi che vedono Te. Le persone hanno le orecchie ma sono sorde alla melodia del Tuo flauto divino che incanta; c’è qualcuno che l’ha udito? Assolutamente nessuno. Se io ho Dio Stesso con me, perché dovrei spasimare per la miserevole vita mondana? Se Tu sei con me come la Montagna d’Oro (Meru), perché dovrei desiderare delle piccole monete? Oh Gopala! Tu non sei un mandriano comune, ora lo so: Tu sei il Signore Krishna, ho potuto visualizzare la Tua Forma bellissima nell’udire le Tue parole dolci”. Dio parla sempre sommessamente e dolcemente.

Il Suo parlare, i Suoi occhi e la Sua visione sono dolci.
Egli è il Signore della dolcezza e anche la dolcezza stessa.

Vivete nel mondo senza attaccamenti alle cose del mondo

Tutto ciò che riguarda Dio è dolce. Tulsidas paragonò i Piedi, le Mani, gli Occhi e la Faccia di Dio al loto; perché? Dove cresce il loto? Esso nasce nel fango e cresce sulla superficie dell’acqua ma non è toccato dal fango in cui nasce né dall’acqua in cui galleggia; eppure senza fango o acqua non può vivere neppure un minuto. Similmente, voi siete nati nel fango delle vite passate e vivete nel mondo che è come l’acqua; come il loto, che non è toccato dall’acqua o dal fango, voi dovreste vivere liberi dall’influenza delle vite passate e distaccati dal mondo, non dovreste essere coinvolti dall’acqua del prapancha. Cos’è il prapancha? Pra significa manifestare e pancha indica i cinque elementi quindi prapancha è la manifestazione dei cinque elementi. Questi cinque elementi sono presenti dovunque andiate, anche sulla luna; senza di essi non potete vivere. Voi potete vivere in questo mondo ma non dovete avere alcun attaccamento ad esso. Le signore applicano il mascara agli occhi in modo che non tocchi il bulbo oculare, voi mangiate molti piatti conditi con l’olio ma la vostra lingua non diventa scivolosa; nello stesso modo,

Io non sono toccato da questo mondo nonostante ci viva dentro, non sono coinvolto dalle dualità della contentezza e dello sconforto, dell’attaccamento e del distacco, dell’unione e della separazione. La Mia relazione con tutti è al livello Atmico e non a quello fisico o mentale. E’ la mente dell’uomo che allaccia le relazioni con gli oggetti del mondo quindi volgete la mente verso Dio: ecco cosa si intende veramente per solitudine.

Custodite l’Amore e la Rettitudine nel cuore

Dov’è Dio? Egli è dovunque, non c’è luogo ove Dio non sia. Ogni cosa in questo mondo è manifestazione di Dio per cui non c’è alcun bisogno di andarLo a cercare; Egli brilla in noi nella forma di Verità. La verità segue la rettitudine; dove ci sono verità e rettitudine c’è amore e dove c’è amore non può esserci violenza. Chi dirige la propria vita nella verità, nella rettitudine, nell’amore e nella pace non si abbandonerà alla violenza quindi fate tesoro della Verità, della Rettitudine, della Pace, dell’Amore e della Non-violenza (Satya, Dharma, Shanti, Prema e Ahimsa) nel cuore.

Fate che la lingua dica sempre la verità, che le mani facciano cose oneste e che il cuore sperimenti l’amore: allora sarà pace nella mente e la violenza non troverà spazio nella vostra vita. In effetti, dove ci sono Sathya, Dharma, Shanti e Prema non può esserci alcuna violenza. Voi dovete bandire la violenza persino dai pensieri.


Il fatto che oggi vi sia così tanta violenza nel mondo è dovuto alla mancanza di valori.

Prima di tutto dovete sviluppare l’amore; con esso otterrete qualunque cosa quindi non abbandonatelo mai. Io metto in risalto l’amore e la rettitudine in tutti i Miei Discorsi, non posso tenere un Discorso senza prenderli in considerazione; in effetti, essi sono veramente il Mio alito vitale. Qualunque sia l’argomento dei Discorsi, l’amore e la rettitudine ci sono sempre; l’insegnamento principale del Veda è “Di’ la verità, segui la rettitudine (Sathyam vada dharmam chara)” e l’uomo dovrebbe seguirli incondizionatamente nella vita di tutti i giorni.

Studenti! Voi studiate molti libri e vi specializzate in vari campi ma quanto riuscite a far tesoro dei principi dell’amore e della verità nel cuore? Voi fate seva ma quale tipo di seva dovreste fare? Dovete fare il seva che distrugge l’ego, il seva in cui non vi è spazio per l’ostentazione. Molti devoti Mi chiedono “Swami, dammi un buon intelletto e la forza necessari per seguire la strada giusta”; secondo Me coloro che chiedono questo non sono devoti affatto, voi siete provvisti di un buon intelletto ma non ne fate uso. Questo non è come una transazione bancaria in cui si prende e si da; il cibo vi viene servito su un piatto ma, se non mangiate, come potete saziare la fame? La forza si ottiene dopo aver mangiato ma voi non mangiate e quindi non la ottenete e vi considerate deboli e incapaci.

Mettete in pratica ciò che ascoltate

Praticate e sperimentate tutto ciò che vi viene insegnato. In che modo vengono messi in pratica questi insegnamenti? Le persone vanno nei luoghi religiosi ad ascoltare Discorsi e letture dei testi e, finché ascoltano, provano un sentimento di distacco e rinuncia; quanto durano però questi sentimenti? Essi scompaiono appena i Discorsi sono finiti, non rimangono in loro nemmeno fino a casa. Che beneficio può trarre questo tipo di gente dall’ascolto di Discorsi spirituali? Essa ascolta soltanto, non mette in pratica ma il beneficio desiderato si ottiene soltanto attuando ciò che si è ascoltato. Voi potete gustare il cibo, saziare la fame e ottenere forza mangiando; se non conoscete il sapore e non avete forza significa solamente che non avete mangiato.

Bisogna assimilare e mettere in pratica ciò che si ascolta ma oggi, per colpa dell’Era di Kali, anche il frequentare incontri spirituali è diventato una moda. C’è moda dovunque ma non compassione (fashion but no compassion)! Quando si sviluppa la compassione, non c’è spazio per la moda ma oggi lo stesso ascolto di Discorsi spirituali è moda. Se qualcuno vi chiede “Dove sei andato?” voi rispondete “Sono stato ad ascoltare il discorso di un tale” e se l’altro prosegue chiedendo “Cosa diceva?” la vostra risposta è “Molte cose”.

Se però vi viene chiesto di citare qualcosa che avete ascoltato, dite che non vi è rimasto niente nella testa. Allora a che scopo ci siete andati? C’era una volta un uomo d’affari che soleva ascoltare ogni giorno dei discorsi su argomenti mitologici; il predicatore enfatizzava l’importanza della rinuncia e esortava gli ascoltatori a sviluppare tale capacità.

Passarono gli anni e, iniziando una sessione spirituale speciale che durava una settimana, il predicatore disse all’uomo di frequentarla ogni giorno senza interruzione: così facendo avrebbe ottenuto un merito grande. Accadde che l’uomo d’affari dovesse recarsi assolutamente in un altro villaggio per cui chiese di poter mandare per una volta il figlio a partecipare alla sessione spirituale al suo posto al che il predicatore gli rispose che poteva farlo.

Quando l’uomo andò a casa, ebbe un pensiero: “Il predicatore pone molto l’accento sullo spirito di rinuncia, dice che il mondo è passeggero e anche la giovinezza e la ricchezza lo sono; se mio figlio ascolta tutto questo, potrebbe maturare lo spirito di rinuncia, abbandonare tutto e andar via di casa”. Con questo dubbio nella testa, l’indomani mattina andò presto dal predicatore e disse “Signore, i vostri discorsi sono moto buoni ma quale sarà il mio destino se mio figlio diventa un rinunciante e abbandona la casa nell’ascoltarvi?” al che l’altro rispose: “Tu hai ascoltato i miei discorsi per dieci anni: quanto spirito di rinuncia hai maturato? Pensi che tuo figlio diventi un rinunciante ascoltandomi una volta? Lo spirito di rinuncia non è così facile da ottenere”.

Le persone ascoltano i Discorsi per anni di seguito ma neppure una briciola di distacco o devozione mette radici nella loro testa; finché odono il Discorso sono contenti ma, appena se ne vanno e varcano il cancello, sono daccapo. A cosa serve ascoltare Discorsi per così tanto tempo? Io ho tenuto Discorsi ogni giorno e non provo alcuna fatica nel farlo ma voi vi stancate molto nell’ascoltarli; avete fatto tesoro nel vostro cuore di almeno un insegnamento?

D’altra parte, Mi chiedete “Swami, voglio questo e quello; fai questo per me, fai quello per me”; come posso farlo? Come potete sperare di ottenere la liberazione senza mettere in pratica niente? Non vi vergognate a chiedere così? Con che faccia lo fate? Quanto mettete in pratica i Miei insegnamenti?

Questo dovete comprendere per prima cosa. Voi avete ascoltato i Miei Discorsi per anni di fila ma ai vostri desideri terreni non c’è controllo, vanno aumentando giorno per giorno e inoltre Mi chiedete di fare questo e quello. Fate come vi dico e Io farò tutto per voi senza che lo chiediate ma voi siete degli eroi nel chiedere e delle nullità nel mettere in pratica! La condizione dei devoti di oggi è quella di essere sempre pronti per il cibo e mai per il lavoro; essi non seguono alcuna istruzione che venga data loro. Prima di tutto dovreste seguire le raccomandazioni e cercar di attuare almeno una o due di esse. La pratica è essenziale, tutti i testi sacri come il Ramayana, il Mahabharata, il Bhagavata, il Corano e la Bibbia servono ad esser messi in pratica e non semplicemente come erudizione; in effetti, i testi sacri di tutte le religioni chiedono di essere tradotti in azioni e non semplicemente studiati. Il Ramayana, la Bhagavad Gita o il Vishnu Sahasranama molta gente li legge e basta; a cosa serve leggerli soltanto senza la pratica?

Una lettura simile è un esercizio inutile. Che beneficio potete trarre dalla loro mera lettura se non li traducete in regole di vita? Un cucchiaino di latte di mucca è più utile di barili di latte d’asina quindi la pratica è la più importante. Non parlate troppo, vivete pacificamente, non allacciate relazioni superflue, non abbandonate mai l’amore e date aiuto a tutti quelli che ne hanno bisogno.

Aiuta sempre, non ferire mai

Mettere in pratica questo principio è sufficiente. Voi dovreste parlare sommessamente e dolcemente; soltanto allora il soggiorno nell’Ashram, l’ascolto dei Discorsi e lo studio dei testi sacri saranno fecondi. La gente vive nell’Ashram ma crea problemi per se stessa e per gli altri; a cosa serve la sua permanenza? Voi venite qui per liberarvi di tutte le difficoltà e le preoccupazioni ma, dopo essere venuti, maturate ogni tipo di attaccamento. Ashram è un luogo in cui non dovrebbe esserci alcuno sram (problema) quindi, se state nell’Ashram, vivete liberi da tutti i problemi.

Quando tengo dei Discorsi, posso ripetere certe cose; lo faccio affinché possiate rifletterci e metterle in pratica.

Discorso di Sri Sathya Sai Baba – Prasanthi Nilayam, 11 Luglio 1996

(Fonte: Lasumira Pura Luce)

1 commento:

  1. stupendo, confermo che Swami trasmetteva Amore, era l'Amore. mettere in pratica qualche piccola cosa come il rispetto è difficile, richiede occhi aperti e cuore, ma come ci si sente quando riusciamo a mettere in pratica qualcosa di buono? felici. bella la riflessione sulla solitudine e l'isolamento ne tengo conto quando mi sento sola. grazie di condividere queste parole. Paola

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