lunedì 30 aprile 2012

Fra storia e psicostoria la sorgente della vita interplanetaria... ed i segreti celati di Sumeri e Anunnaki

Delfini - Dipinto di Franco Farina


Ante scriptum

Da notare che i Sumeri sono una popolazione di cultura e lingua indoeuropea (o perlomeno originaria dell'India). La loro civiltà era probabilmente collegata alla mitica civilizzazione dell'Indo, di cui sono stati trovati reperti e testimonianze che risalgono a  migliaia di anni antecedenti la nostra era... Una civiltà antichissima la cui origine -in parte e cripticamente- è stata anche narrata nei testi sacri indiani (Veda, Ramayana e Mahabarata). Questa antichissima cultura per cause sconosciute fu distrutta, o si estinse, alcuni dicono in seguito ad una disastrosa guerra, altri in seguito al prosciugamento del fiume Sarashwati (che fu la culla di quella civiltà), altri ancora parlano di un deterioramento dovuto all'uso improprio di poteri psichici... Comunque sia la cultura della valle dell'Indo si era propagata verso il Gandhara, Persia e Mesopotamia e raggiunse l'Europa, fornendo la matrice per la affermazione della lingua indoeuropea...  e l'articolo che segue ne da parziale testimonianza..  (Paolo D'Arpini)

Cosa ci nascondono i potenti della terra?

Quasi mezzo secolo fa alcuni archeologi americani ed inglesi trovarono, attraverso una campagna di scavi in Mesopotamia, una grande quantità di tavolette di argilla del periodo sumero, incise nei caratteristici caratteri cuneiformi. Dieci anni dopo si riuscì a "leggerle".

Il risultato fu sconvolgente, soprattutto per i ben pensanti di allora e soprattutto per i credenti delle dottrine filosofiche e religiose che conosciamo.

Questi testi nella loro lingua pre-accadica infatti fornivano notizie di popoli vissuti oltre 5000 anni fa, antecedenti all'Epopea di Gilgamesh, opera quest'ultima già tradotta nel 1873 dall'inglese George Smith, che giàforniva elementi circa l'origine delle nostre civiltà.

Queste ultime erano ancora più circostanziate circa i luoghi e i contatti con quelli che successivamente furono identificati  come divinità.

Oltre a ciò alcune tavolette di argilla davano informazioni precise su latitudine e longitudine di una porzione della volta celeste indicando un pianeta esterno al nostro sistema solare.  Molti scienziati all'inizio non diedero credito agli sviluppi di tale ricerca, ma
dopo dovettero ricredersi perché le informazioni contenute in queste tavolette di argilla erano troppo precise e "scientifiche" per uomini di oltre 5000 anni fa.

In questi reperti si parlava della presenza di una civiltà venuta dalle stelle che aveva dato all'uomo preistorico informazioni preziose per svilupparsi e giungere così ai giorni nostri.

Molte di queste tavolette, rigorosamente originali (qualcuno all'inizio aveva pensato ai soliti falsi, ma poi le datazioni sia al carbonio 14 che con i più recenti sistemi della termoluminescenza e
dell'archeomagnetismo fugarono ogni dubbio) sono conservate nei musei americani, inglesi e tedeschi.

Dalla traduzione di queste tavolette di argilla si evince addirittura che questi esseri evoluti, successivamente chiamati dei, sarebbero intervenuti nel modificare il DNA umano per migliorarci.

Quest'ultimo aspetto, secondo un'approssimativa indagine, sarebbe avvenuto 300 o 400 mila anni fa. Da qui una delle possibili spiegazioni circa la comparsa improvvisa dell'uomo sapiens sapiens che in pochi anni detronizzò l'uomo di Neanderthal.

Il ricercatore scientifico e scrittore Zacharia Sitchin da tutta questa storia trent'anni fa pubblicò "Il dodicesimo pianeta", un libro scientificamente rigoroso che si rifaceva esclusivamente alla lettura delle tavolette sumere. Fu un successo planetario, oggi si trova
anche in Italia sotto altri nomi come "Il pianeta degli dei". Si aprì così a livello mondiale un dibattito, oggi più che vivo, su chi siamo e su chi ci ha perfezionato e sulle antiche credenza filosofiche e religiose, tutte da rivedere.

Da questa scoperta archeologica eccezionale si cominciò a comprendere come i testi sacri delle attuali religioni monoteiste non sarebbero altro che imitazioni e modifiche di opere antecedenti alla stessa "Epopea di Gilgamesh" babilonese. Conoscenze antiche che poi i sumeri diffusero in tutto il mondo del Mediterraneo. Quindi oggi è in atto una completa rivisitazione del nostro Mosè e dello stesso Yahweh, nonché delle storie narrate nella Bibbia.

Una rivelazione che ha finito per sconvolgere molti intellettuali e uomini di scienza del pianeta. I nostri "costruttori", secondo la lettura di queste tavolette si chiamavano Anunnaki, Elohim per la Bibbia, e vivevano in un pianeta fuori del nostro sistema solare conosciuto con il nome di Nibiru, per gli astronomi forse il 12mo pianeta. Un grande pianeta che, secondo alcuni, sta per rientrare nel sistema solare. Fatto quest'ultimo che potrebbe apportare grandi
sconvolgimenti geologici anche al nostro mondo.

Fin qui perplessità e dubbi più che legittimi, forse un'errata interpretazione delle tavolette sumere che ha ingannato centinaia di scienziati, una fantasia fervida ( per l'epoca?!?) degli scriba sumeri? Ecc, ecc. Ma allora perché lo Stato Vaticano ha finanziato un osservatorio astronomico prima in Cile ed ora in Antartide? Perché molti Paesi della Terra come la Norvegia, la Svezia, la Russia e gli USA stanno completando rifuggi sotterranei per centinaia di migliaia di persone? Perché i ricchi della Terra, tra cui Bill Gates, hanno finanziato in 11 Norvegia "L'arca dell'Umanità" un grande deposito sotterraneo in un'isola interamente di granito dove vengono stipati i semi di tutte le piante del pianeta?

Accademia Kronos un anno fa invitò i propri soci svedesi ad indagare in merito, ma per i nostri amici fu difficile avere risposte esaurienti. Quasi tutte vaghe o legate a pseudo scavi d'interesse scientifico per la ricerca di minerali, ecc. ecc.

L'ultima prova che c'è qualcosa di molto grande nell'aria che solo gli "zar" della Terra conoscono (ma Monti lo sa??) è l'aver improvvisamente bloccato in USA la lavorazione di un film colossal americano intitolato proprio "Anunnaki". Il servizio che riporto del giornalista Massimo Fratini può ancora di più aprirci gli occhi. Buona lettura e soprattutto.... cominciate a riflettere!!!

Ennio La Malfa



COSA E' SUCCESSO AL FILM "ANUNNAKI"?

Nel 2005 il regista Jon Gress ha iniziato a lavorare su una trilogia di film sugli antichi Anunnaki ... ma dopo pochi mesi qualcosa è successo. Il progetto è stato chiuso e il film non è mai uscito.
Film "ANUNNAKI" - Il progetto è stato chiuso e il film non è mai uscito. Perchè?

Tutte le fotografie, i video, le interviste agli attori e alla troupe, e poi tutte le altre informazioni sono stati banditi su Internet.

L'account di posta elettronica di Jon Gress è stato anche chiuso. Quasi tutte le tracce della produzione del film sono già state rimosse da Internet, compresa l'ultima intervista con il regista del film, che è stato recentemente rimosso da Google. Il sito ufficiale del film è scomparso. Perché?

Il primo film digitale della trilogia "Anunnaki" ci stava per raccontare il tempo e il luogo in cui l'umanità ha fatto il suo più grande salto antropologico, insomma un film sullo stile di AVATAR in 3D dove la storia diventa Realtà...

Prima di sparire nel nulla il regista ha rilasciato questa intervista:
"Questo è il primo lungometraggio in cui oggettivamente si può dimostrare come i Sumeri siano stati influenzati e diventino improvvisamente la civiltà più avanzata al mondo. Molte persone ancora non sanno che, molto prima che gli egiziani avessero raggiunto il loro boom tecnologico, sulla Terra, c'erano già delle macchine volantiLa conoscenza avanzata delle stelle, l'agricoltura, il bestiame e anche la struttura sociale sono state
introdotte al genere umano da civiltà avanzate extraterrestri.
La scrittura cuneiforme improvvisamente comparve in molte parti del mondo.
Questo film mostra come sia stata scritta la storia. Non perdetevi questa esclusiva mondiale. Scoprite come gli Anunnaki hanno lavorato con l'umanità primitiva. La storia dietro la trilogia è vera, reale. L'evidenza è impressionante. Questo film indipendente è in procinto di cambiare il corso della storia del cinema ... "

Ma purtroppo non fu così. Se la storia degli Anunnaki fosse uscita al cinema, sarebbe stata una bomba ad effetto, soprattutto nei confronti dell'opinione pubblica, ma anche nei confronti di tutte le religioni e del monoteismo occidentale (monoteismo cattolico).
Di conseguenza avrebbe indebolito il controllo del Potere dei Governi che hanno occultato la Verità, gettando via la teoria dell'evoluzione darwiniana, e si sarebbe completamente trasformata la nostra comprensione di noi stessi e del nostro ruolo nell'Universo.

Non c'è da meravigliarsi allora, che il progetto sia stato chiuso e il regista fatto sparire dalla circolazione. Dunque la domanda trova una risposta logica ed eloquente. Il POTERE non ha fatto molti sforzi per seppellire la storia del film che tutti attendevano nelle sale.  "Anunnaki" era basato su una storia vera e scomoda nello stesso tempo,  e Zecharia Sitchin era stato uno dei consulenti.

Massimo Fratini


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Commento di Silvano Scaiola: "Hhhhm.... D'Arpini.... la lingua dei Sumeri non è indoeuropea e neppure semitica, come quella dei Babilonesi. Ha paretele, secondo alcuni linguisti, con le lingue dravidiche, dell'India del Sud, completamente diverse dall'indo europeo"

Mia risposta: "..beh, le lingue dravidiche che conosciamo sono impregnate di termini sanscriti.. e comunque qui ho parlato della cultura dell'Indo... Il discorso è lungo e complesso... La cultura dravidica è sicuramente originaria dell'India, alcuni dicono che le città antiche dell'Indo, Moenjo Dharo, Harappa e Dwarka.. erano dravidiche e succesivamente quall'area fu invasa dagli ariani di origine caucasica (gli autori dei Veda e fautori del sistema delle caste),  io personalmente nutro dubbi su questa versione anche se sembra plausibile, e ritengo che anche la cultura vedica sia strettamente connessa alla cultura dravidica. Il fatto è che la scrittura ed il linguaggio dell'antica valle dell'Indo non sono conosciute. Esistono pochissime tavolette con pochi geroglifici. Insomma penso che non necessariamente il sanscrito (od il prakrito che è ancora più antico) sia una lingua importata e che le lingue dravidiche -compreso il sumero- non necessariamente sono di matrice altra da quella indoeuropea. Il sumero assomiglia al dravidico come il dravidico assomiglia al sanscrito. Faccio un esempio banale, se tu senti parlare un siciliano ed un veneto potresti pensare che la matrice linguistica è diversa.. Ma così non è anche se le influenze sono diverse. Allo stesso modo ho la presunzione di credere che la cultura indoeuropea comprenda quella dravidica. Forse è una sensazione o un fatto emozionale. I linguaggi cambiano con l'uso.. E poi dipende dal tempo e dal luogo. Tutte le lingue del mondo si fanno risalire all'antico "nostratico" il primo linguaggio parlato dal sapiens sapiens, ma ci sono somiglianze fra alcuni linguaggi che fanno pensare ad una comune radice più che in altri linguaggi.
Quando abitavo nel sud dell'India, sia in Andra Pradesh che in Tamil Nadu, tutti gli studiosi conosciuti mi facevano presente la grandissima presenza di termini sanscriti nella loro lingua, a volte persino più forte che nei dialetti del nord... Insomma Dravidico e Sanscrito hanno dei legami evidenti e non solo perchè si sono ibridati mescolandosi come due corpi estranei che si congiungono.. ma perchè hanno una comune origine. Questo il mio parere personale... Comunque sono al corrente che gli studiosi occidentali preferiscono relegare il sumero alla famiglia linguistica dravidica. Ti ringrazio per il commento"


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Replica di Silvano Scaiola: "Ciao Paolo, non sarei d'accordo su tutto, ma non importa. Le parole migrano da lingua a lingua, ma una lingua non è fatta di parole. E' fatta di suoni, grammatica, regole. Le differenze linguistiche mi hanno sempre incuriosito. In India del... Nord ho trovato l'Hindi (ed il sanscrito) abbordabili, se hai fatto studi classici. Nel Sud, fra tamil, kannada e varie lingue dravidiche, buio pesto. "Le origini delle lingue dravidiche, nonché il loro successivo sviluppo e il periodo della loro differenziazione non sono chiare, in parte a causa della mancanza di ricerca linguistica comparata sulle lingue dravidiche. La famiglia dravidica ha sfidato tutti i tentativi di mostrare un collegamento con altre lingue, tra cui Indo-europeo , hurrita, il basco, il sumero, e coreano" Wikipedia · L'ipotesi di una parentela fra lingue sumera e dravidica è di A.Danielou, che anche lui sostiene un'origine indiana (Valle dell'Indo) dei Sumeri, e dopo potevano essereci anche popoli dravidici, cacciati poi nel sud dagli invasori indo-europei (caucasici). Ma come scrivi, la scrittura e lingua della valle dell'Indo sono un bel mistero. OM NAMAH SHIVAYA 

Mio commentino: "Sì, sono un bel mistero! Om Namah Shivaya.  Ah, una ultimissima nota... tra i vari reperti trovati nelle antiche città di Moenjo Dharo ed Harappa ne ho visto uno che è l'immagine spiccicata di uno Shiva in meditazione..."

Ricordando Alfio Pannega: "La memoria dei papi passa quella dei viterbesi resta...."

Alfio Pannega (a sinistra) con l'amico Mauro Galeotti (a destra)

Nel settembre del 2009  venne papa Ratzinger a Viterbo. Dove c’era la comune di Valle Faul, con Alfio Pannega nella casetta del custode a far da giardiniere ed ortolano, il 6 settembre 2009 atterrò il papa-elicottero e lì si svolse la funzione solenne con Angelus et Benedizione urbi et orbi. Esclusi dalla cerimonia gli ex occupanti dell’ex Centro Sociale, spediti tempo addietro, dal Comune di Viterbo, in periferia. 

Nella Valle Faul,  molti anni fa c’era un gazometro, poi adibito a Centro Sociale. La piccola altura sulla quale insisteva è stata sventrata dalle ruspe, per far posto al pontefice sono stati cancellati tutti i reperti di archeologia industriale (ed anche la segnaletica stradale). Purtroppo a Viterbo non amano la loro storia ed
è bastato l’annuncio di una qualsiasi visita papale per voler distruggere un ambiente caratteristico ed il residuo di un’epoca.


Ma lasciamo da parte queste reminescenze amare, infatti  quel che vorrei ricordare è la figura di Alfio Pannega, un  simpatico vecchietto di Viterbo che conobbi diversi anni fa quando era ancora in forze. Accadde allorchè organizzai al Centro Sociale di Valle Faul un reading di poesie bioregionaliste  e ricordo che anche lui partecipò (Alessandro Castelli potrà testimoniare perchè era presente e  fu lui che mi riportò indietro a Calcata). Egli abitava lì occupandosi del giardino e dell’orto, stava in una casetta minuscola ma pulita ed ordinata. Poi il Centro Sociale fu “sfrattato” da Valle Faul, in previsione della visita papalina, e mandato in banlieu.  Da allora persi di vista il buon Alfio  che praticamente rimase “homeless”, dovette adattarsi in un casotto di lamiera da sfollati. Pur che il suo umore -dicono- fosse sempre buono.

Il sindaco di Viterbo, Marini Giulio, forse per farsi perdonare lo sfratto, dopo aver accontentato Ratzinger (con tanto di palco nobile ed asfaltatura e lucidatura dello spiazzo - vanitas vanitatis) decise di  organizzare una cerimonia pubblica  in "riconoscimento della viterbesità" di Alfio Pannega. Il copione prevedeva l'appuntare di una medaglietta ricordo e la consegna di una bella targhetta in ottone dorato... Alfio dimostrò ampiamente di aver meritato il premio, presentandosi ma  rifiutando le "reliquie" a lui offerte....

Poi, dopo appena un anno, pensò bene di togliere definitivamente il disturbo.. abbandonando per sempre   la  "valle di lacrime"...

Paolo D'Arpini



Ho ricevuto oggi un pensiero in memoria di Alfio, dal comune amico Peppe Sini, che scrive:

"NEL SECONDO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA - Un generoso militante del movimento operaio e' stato Alfio Pannega. Un persuaso amico della nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro ogni iniquita' e menzogna, come impegno di integrale liberazione dell'umanita' ed esperienza consapevolmente scelta e profondamente meditata di piena condivisione di ogni bene. Un poeta, voce del popolo. Da una vita di fatiche e lunghi anni di solitudine aveva estratto non l'amarezza che ottunde e soffoca, ma la capacita' empatica di immedesimarsi nel dolore altrui, e la convinzione etica di potere e dovere recare conforto e soccorso, accogliere ed assistere, lottare insieme per il bene comune, mettendo a disposizione di tutti tutto cio' che era suo: e quando nel 1993 nacque il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" ne fu subito luminosa anima, autentico maestro di vita per quanti a quella esperienza hanno preso parte o vi si sono per un tratto accostati; e che il centro sociale possa per molti anni ancora essere degno erede di un uomo cosi' valoroso, di un cosi' fulgido esempio. Un combattente antifascista e' stato Alfio Pannega, un combattente per la dignita' umana. Ed una delle figure piu' illustri di questa antica citta' di Viterbo, per difendere i cui preziosi beni naturali e storici, e le sue migliori tradizioni morali e civili, per tutta la vita lotto'. Come per tutta la vita lotto' per difendere i diritti di tutti gli oppressi, i negletti, i sofferenti. Per la deliberazione in comune su cio' che tutti concerne e per il comune godimento dei beni del mondo che a tutti per diritto naturale ugualmente appartiene. Sapiente nel dire e nel fare, gentile e fiero, uomo di omerici sdegni ed omerica allegria, innamorato della vita e del mondo, della natura che intimamente conosceva ed amorevolmente accudiva, conoscitore di tutte le arti e di tutti i mestieri - artigianali ed agricoli; testimone di come l'umanita' - leopardianamente riconosciuta nella sua effettuale condizione di fragilita', finitudine ed esposizione al dolore e alla morte, nel bisogno di ogni persona di ricevere aiuto e creare legami sociali - potrebbe vivere felice nella solidarieta', nella responsabilita', nella condivisione, nella giustizia: nella misura che e' propria dell'esistenza morale, della condotta benigna - ragionevole e misericordiosa -, della convivenza civile, della vita sobria, della vita degna. Che grande onore averlo conosciuto. Che grande scuola di pensiero e di azione"



Peppe Sini

domenica 29 aprile 2012

Treia (Macerata) - "Arte della natura" in mostra al Circolo Vegetarian​o VV.TT. dal 5 al 13 maggio 2012

Un momento di relax al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia


Pensavate di esservela cavata con l'invito alla mostra ".. e la terra sentii nell'Universo!"..?
(
http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2012/04/treia-macerata-e-la-terra-sentii.html)

Ed invece no! Le mostre che si inaugurano sono 2 (due). C'è anche questa dell'Arte della Natura, che viene inaugurata lo stesso giorno e la stessa ora dell'altra, cioè il 5 maggio 2012,  alle h. 17, nello stesso Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia...



Presentazione:

“Scompari a te stesso, giacché questo richiede l’unione! Perditi in Lui, giacché tutto il resto non è che delirio. Entra nell’Uno, da 'due' trasformati in Uno! Sii un cuore, un volto, una direzione”
(Farid Ad-Din ‘Attar)


Ho sempre avuto il vezzo di coniugare l'Arte con la Natura. Da quando ho iniziato ad occuparmi di affari culturali, ovvero almeno da 50 anni, ho cercato di mescolare la bellezza del creato, dell'ambiente naturale, con la capacità creativa dell'uomo. Ricordo una delle primissime manifestazioni che organizzai a Verona, una mostra itinerante, in cui accompagnato da un altro artista, l'amico Joel, giravo per le strade, nelle piazze, soffermandomi in giardinetti e davanti al Castello Scaligero, esibendo  cartelli e bandiere ed oggetti d'arte concettuale, in cui si evocavano gesti e colori della natura, coagulati  ed inseriti nel contesto urbano: pini che diventavano indicazioni stradali, parole scomposte che diventavano pioggia, poesie visive che diventavano palloncini gonfi e leggeri...

Bella mostra.. Avevo pensato di proporla alla Biennale di Venezia che proprio quell'anno si teneva nella capitale del Veneto..   Infine la mia malavoglia, la mia timidezza e timore di restere inserito ed invischiato nelle carte moschicide della cultura officinale (ufficiale) mi impedirono di giungere a destinazione.. Minacciai solo di farlo, come spesso avviene nella contestazione politica alternativa e d'avanguardia.

Quella mostra fu comunque per me un bel segnale, un solido inizio sessantottino.. e nello stesso "spirito" continuai, a Roma, a Calcata ed infine qui a Treia... Certo con più dolcezza e meno virulenza, in fondo sono ormai un "pensionato". Ma anche quest'anno in concomitanza con l'anniversario della fondazione del Circolo Vegetariano VV.TT., avvenuta 28 anni addietro, ho voluto compiere un gesto di integrazione delle due forme d'arte che più apprezzo, quella visiva e concettuale e quella della natura. La prima sezione è appunto "..e la terra sentii nell'universo" con parole dipinte, messaggi futuristi e post futuristi, la seconda è una esibizione di grafica e foto naturalistiche, open air,  integrata dalla costruzione dal vivo di piccole sculture "fatue" in creta.


Artisti che partecipano alla mostra  Arte della Natura: Nazareno Crispiani, Domenico Fratini, Gigliola Rosciani, Daniela Spurio.. (con l'immodesta partecipazione straordinaria del sottoscritto, in veste di artista riciciclato)

Paolo D'Arpini



Inaugurazione il 5 maggio 2012,  h. 17.00 - Sede del Circolo Vegetariano VV.TT. Via Sacchette, 15/a, Treia (Macerata). Per raggiungere il luogo: Parcheggiare sotto le mura in prossimità di Porta Mentana (o Montana), lì nei pressi c'è una fontana antica con due cannelle, salire sino alla Porta, subito a sinistra si vede un vecchio pozzo, salire ancora per 10 metri, quella è Via Sacchette, sulla destra si vedrà un piccolo spiazzo con una porta leggermente sopraelevata su un terrazzino, quella è la sede del Circolo Vegetariano VV.TT.

Paolo D'Arpini all'ingresso del Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia


- Ingresso Libero -

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Equilibrio

Come potrei non meravigliarmi, di questo divino, inconfutabile talento artistico che è la vita, si fatta di meravigliosi e instabili equilibrismi. Come potrei non guardare il cielo che accarezza la terra, e come sua sposa, la conduce all’altare.
Come potrei non notare, il vasto e silente rito, osservato ogni giorno dal mare, si incastrano perfetti automatismi, dai percorsi dolenti mi conducono, verso la montagna regale che, mentre scende perspicace fino al mare, osserva la natura e tace.
Come potrei non rimirare la collina, che come una regina recluta a se i ruscelli, freschi di vita gettano acqua all’ombra dei vigneti.
Come potrei non raccontarvi dell’insolito e bizzarro incontro con un filo d’erba, semplicemente gli feci spazio nel piazzale di cemento dopo averlo calpestato alla radice e lui contento morì.
Dove l’equilibrio è precario, ci sono uomini e donne che credono di essere gli autori ed i fautori del libro della vita illusione follia la vita non si crea, essa genera se stessa, la vita non è illusione, né rabbia, né rassegnazione, è arte e meraviglia.


(Anna Maria Gaglioli)

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Nel programma sottostante potete leggere gli eventi previsti  dal 5 al 13 maggio 2012.



La mostra è inserita nel contesto della XXVIII edizione della  Festa dei Precursori, che si svolge con il patrocinio morale del Comune e della Proloco di Treia.

sabato 28 aprile 2012

Spiritualità Laica - Le religioni senza Dio e l'esempio del Taoismo

Chi vede cosa?


La Spiritualità Laica è la prima forma di riconoscimento spirituale nell’uomo, che affonda le sue radici nello psichismo naturalistico, nell’intuizione analogica,  nelle espressioni sacre della coscienza prima dell’avvento di ogni religione.

Naturalmente è  possibile individuare  in alcune pseudo  religioni del passato questa “spiritualità naturale” priva di dogmi, di libri sacri e di preghiere.

Sono realmente esistite nell’evoluzione del pensiero umano almeno  tre forme “pseudo-religiose”  prive del concetto di un “Dio creatore” personale ma che mantengono la verità di un’unica matrice per tutte le cose. Questa matrice  è definita Tao o  Senza Nome, nel taoismo; Brahman o Assoluto Non-duale nell’Advaita;  Sunya o Vuoto nel buddismo.

In precedenza mi sono occupato sovente dell’Advaita e del Buddismo, sento ora giunto il momento di parlare un po' più estensivamente del Taoismo,  talvolta descritto come  la “dottrina degli umili o dei semplici”, ed in tal senso il termine “laico” abbinato a tale sentire mi sembra estremamente consono. Infatti il significato originario di laico è proprio “semplice, umile,  fuori da ogni contesto ordinativo  sociale e religioso”.

Il padre riconosciuto di questa “filosofia di vita”  fu Lao Tse.  Cominciamo con il dire che nel pensiero di Lao Tse troviamo quella condanna dell’orgoglio e del raggiungimento, fondamentale in ogni spiritualità laica.  Sullo stesso filone si pone anche  il pensiero di Nisargadatta Maharaj,  saggio laico advaita…. ma anche nel proto-cristianesimo si può avvertire  un simile intendere, ad esempio nelle parole riferite a Gesù: “Tutto ciò che è eccelso fra gli uomini è abominazione dinanzi a Dio”. 

L’orgoglio, questa follia di grandezza ascritta all’individuo,  è semplicemente un’illusione dell’uomo… poiché di fronte al Tao ogni grandezza umana è da considerarsi nient’altro che vana. E qui si comprende anche  la causa sottile della  differenza ideologica tra  Confucianesimo e Taoismo,  ma di questo argomento magari parleremo in una prossima occasione.

Nei detti di  Lao Tse spesso e spesso ritroviamo la disapprovazione dell’orgoglio e del criterio di raggiungimento personale e ciò in virtù della legge di concatenazione dei contrari, l’alternanza dello Yang e dello Yin che è la manifestazione cinetica del Tao. Infatti allorché la forza Yang, attiva, trova il suo culmine automaticamente è sospinta verso il suo contrario Yin, passivo. 

La punizione per l’orgoglio è quindi in Lao Tse una sorta di legge naturale. “Un gran vento -egli dice- non può durare più dello spazio di un mattino. Una bufera cessa col giorno. L’armata gloriosa non vincerà in eterno. L’albero elevato sarà abbattuto”  Egli spiega nel Tao Te King  come l’orgoglio stesso sia il presagio della caduta: “Colui che si alza sulla punta dei piedi non sta ritto.  Colui che marcia a passi gloriosi non farà un lungo cammino. Colui che si esibisce non brilla.  Colui che si esalta è senza onore. Colui che si prevale del suo talento è senza merito.  Colui che fa pompa dei suoi successi non vi si mantiene.  Questi sono per il Tao eccessi di nutrimento  e umori superflui.  Tutto ciò che è sotto il Cielo ne prende nausea. E l’uomo del Tao non rivolge loro nemmeno uno sguardo!”

Questa legge fondamentale non impedisce però a Lao Tse di mantenere un atteggiamento equanime e corretto  nei confronti delle cosiddette “vie del mondo”.  “La via del Cielo –egli dice- toglie all’eccedente per compensare il mancante ma la via degli uomini meschini toglie all’indigente per aumentare il ricco” . La via del Cielo, dirà successivamente Lie Tseu (un altro taoista), è la via dell’umiltà e la via degli uomini meschini è quella dell’arroganza.  Simile concetto viene espresso  nel Libro dei Proverbi, annunciando la caduta di Babilonia: “L’arroganza precede la rovina e l’orgoglio precede la caduta”.

Ma la disistima  per l’orgoglio e la considerazione per l’umiltà  non esauriscono la “dottrina” taoista.  Lao Tse considera il Tao una sorta di Madre che genera, nutre e protegge tutti gli esseri dell’universo.  In verità  è difficile affermare se il Tao “è”  o “non è”. Nella metafisica del Tao la kenosi originaria è priva di ogni sostanziale processo,  forma  o sostanza. Ne consegue che agli occhi del nostro pensiero determinista  la “pienezza” del Tao appare simile al “vuoto”.  Il Tao è visto come un abisso senza fondo e ciò non dimeno esso dà origine a tutte le cose, un vortice caotico da cui sorge ogni armonia.

Quindi se il vero Tao  al nostro percepire determinista  appare  come un nulla, che per noi  corrisponde alla corsa verso il vuoto del sé,  esso contemporaneamente segna il ritorno beato  nella  matrice silenziosa, che attira  e proietta  l’esperienza del pensiero  empirico  e poi lo riassorbe nel nulla da cui proviene.  Questa kenosi del Tao procede per sua propria natura e non presuppone alcuna volontà creatrice o distruttrice. E da qui si comprende la non  valutazione taoista per un Dio personale.

Paolo D’Arpini


Paolo D'Arpini che guarda in alto


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Di questo e simili temi se ne parlerà durante l'Incontro Collettivo Ecologista del Solstizio Estivo 2012.


Commento di Maurizio: "Quando si parla in termini di Religioni il discorso dovrebbe essere di più ampie vedute perché investono un problema cosmico e rappresentano un "adattamento" a secondo dello spazio e del tempo. In questo ritengo sempre il Guenon una vera autorità in materia. Effettivamente però, scendendo su di un piano profano e materiale, le religioni monoteiste, che presuppongono un essere onnipotente a immagine antropomorfa, quando eleggono questo Dio ne conseguono due iatture, non solo per la natura per per tutti gli esseri umani. Gli invasati di questo Dio, infatti, non si limitano ad adorarlo per cazzi loro, ma pretendono che tutti gli esseri della terra gli si sottomettano e non avranno altro Dio. Per far questo, ovvio, non rifuggono dall'uccidere e torturare. Si, una vera iattura"

Mia risposta: "Quelle che si definiscono religioni "monoteiste" in verità sono tali solo nel senso che riconoscono come unico il loro dio.. quello che hanno immaginato. Ciò vale per ogni religione. Succede con Javè, Allah e Dio padre. E nel loro nome si compiono le peggiori efferatezze. Secondo me il guaio di una religione, che presuppone un dio creatore, è che si definisce in tal modo una "differenza" fra "creatore e creato" e quindi una scala gerarchica, che dal punto di vista taoista non esiste, in quanto ogni cosa è il risultato dell'energia TAO, nelle forme Yin (passivo) e Yang (attivo).. e non può esservi scissione in ognuna delle sue manifestazioni, né diversità di valore. Ogni cosa brutta o bella è sempre complementare, completativa, e pienamente integrata nell'Insieme, nell'intero"

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Commento di Enrico Galoppini:  "Secondo me qua ci si sta addentrando in terreni di cui si ha scarsa se non nulla competenza...
Per "competenza" intendo la familiarità con l'oggetto dela discussione.
Avete mai almeno sentito parlare del Sufismo? Il Sufismo, in ogni sua espressione è islamico al 100%, e non è - come hanno affermato vari "esperti" (sempre dall'esterno) - un qualcosa di aggiunto all'Islam, proveniente dall'esterno; bensì, né più né meno, un "approfondimento" degli stessi riti e dello stesso credo validi anche per coloro che si mantengono ad una adesione più "esteriore".
Il problema credo sia piuttosto il pericolo insito nello scambiare per il tutto, per il massimo della profondità possibile, la "lettera" del messaggio, senza concepire che si possa andare più in profondità. Di qui l'ulteriore pericolo dell'"esclusivismo".
Se ci si dà la pena - anche da esterni - di leggere i testi dei più famosi maestri del Sufismo ci renderà conto di quanto allo stesso tempo essi fossero e "musulmani" e, per la massa più o meno attaccata alla "lettera", apparentemente "non musulmani". Di quanto essi avessero (ed hanno, poiché il Sufismo è ancora una realtà attiva ed operante che coivolge molte più persone di quante si creda) un rispetto ed un amore profondo per la "natura": tant'è vero che anche gli odierni maestri incitano i loro seguaci a... curarsi solo con metodi naturali, a vivere stabilmente nella natura e, addirittura, col minimo possibile di "tecnologia".
Dio, comunque, o come lo volete chiamare, l'Origine del tutto, è uno solo; e su questo punto hanno trovato un punto d'incontro sia tutti gli "illuminati" di ogni tradizione che le popolazioni che, prima dell'irrompere della "modernità", sapevano convivere, rispettarsi e, addirittura, venerare gli stessi "santi" e riunirsi insieme per pregare (v. l'India e il Vicino Oriente islamico).
Se poi aggiungiamo che alla fine, nel Sufismo (che, lo ricordo, è islamico al 100%), si sostiene che "bisogna ridursi ad uno zero per comprendere che Tutto è uno"... beh, non vedo quale di quale "pericolo" andiamo parlando.
Piuttosto, si deve rifuggire dal "riduzionismo", dall'"esclusivismo", sempre frutto dell'"incomprensione" che per non mostrare la propria bancarotta si attacca alla "lettera". Lo si vede all'opera un po' dappertutto, oramai, dalle nostre parti con il "fondamentalismo dell'Occidente" e nei paesi islamici con l'avanzata di movimenti che, guarda caso, appena prendono il potere, cominciano a vessare gli "esoteristi" (gli aderenti al Sufismo, insomma) e a devastare i loro santuari, considerati alla stregua di superstizione".



Mia risposta:  "Caro Enrico, apprezzo il tuo intervento. Il sufismo è la corrente islamica che più si avvicina alle forme trascendenti di spiritualità non duale. Si può giungere al Non-dualismo attraverso varie vie, la vetta è uguale per tutti. Dipende dalle simpatie personali e dalle propensioni. Evidentemente tu hai una tendenza all'ascetismo mistico. Pur che anche nel sufismo sono stati espressi concetti "gnostici" e non-dualistici molto avanzati (vedi Rabia) e -tra l'altro- la lettura dei poemi di Rumi ce ne fornisce un valido esempio.  Il fatto che si possa giungere all'Uno seguendo una qualsiasi religione pone però la necessità di abbandonare il credo religioso il momento che si vuole penetrare ed essere compenetrati dall'Uno, sostituendo il "credere" con la diretta esperienza  La strada è utile per giungere al Tempio ma bisogna lasciarla per entrarci.
Dal punto di vista della "spiritualità sociale" (religiosa) -comunque-  il sincretismo è vantaggioso come pure lo è l'abbandono di ogni dogmatismo. Ciò non esclude la continuità di partecipazione alla "forma esteriore" (spirituale) più consona ad ognuno di noi. E ciò vale anche per i seguaci delle religioni monoteiste, che hanno visto sorgere al loro interno "santi" e "saggi"  totalmente liberi da senso separativo. Per cui il tuo approccio è sicuramente valido, per te stesso o per chi come te sente, nella fiducia e nella sincerità e nella onestà di "percorso".
Ripeto qualcosina che il buon Giorgio Vitali, in altro contesto, ha affermato: "ognuno per sè.. e dio per tutti". Ove per Dio si intende il Tutto che in tutti è presente.

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Nota Artistica aggiunta da Noemi Longo: Due realizzazioni diverse di Tao, inavvertitamente visibili, manifestazione terrena del Reale di un reale accessibile a tutti... realizzato.
Così vi vedo.
Questo è Tao.

 

venerdì 27 aprile 2012

L'estetica come sintonia spirituale tra l’uomo, l’universo e Dio... Se ne parla a Treia durante la Festa dei Precursori 2012

Gigliola Rosciani mentre scolpisce al Circolo VV.TT. di Treia


“Per sottrarsi al mondo non c’è mezzo più sicuro dell’arte, e per legarsi ad esso non c’é mezzo più sicuro dell’arte. Anche nel momento della felicità massima e della massima  pena abbiamo bisogno dell’artista.”    (Johann Wolfgang von Goethe, da “Le affinità elettive”)


L’estetica costituisce un’espressione spirituale dell’uomo del tutto simile, sia pure nella diversità, alla spiritualità religiosa. Pertanto l’arte e la meditazione esprimono due vie attraverso le quali l’umano e il divino comunicano e manifestano la loro simbolica del mistero. In particolare l’arte non si limita ad essere la fabbrica del bello, ma realizza una sintonia spirituale tra l’uomo, l’universo e Dio.

Così l’artista  di fronte al Creato, dà voce alla situazione biblica dell’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio. Infatti i due ruoli dell’homo faber e del deus faber  si incontrano nella spiritualità della produzione artistica, pertanto soprattutto nelle arti figurative la spiritualità dell’artista trae ispirazione dal modello ideale attraverso il quale Dio, come autore del Creato, lascia nella natura le tracce del suo intervento creativo.

Perciò l’uomo contemplando l’universo naturale accoglie le vestigia del divino facendole sue nella realizzazione di una singolare sintonia spirituale, attraverso la quale egli stesso si trasforma in un creatore collaboratore di Dio nel momento in cui assume la figura del divino artista.

Tale modello estetico trova la sua sintesi paradigmatica tra l’estetico e il religioso nel Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi. Questo esempio letterario è nel contempo un’espressione della sublimità e una manifestazione di preghiera. Perciò questa composizione poetica costituisce nel nostro caso un esempio prezioso ed unico nel quale l’artista celebra e manifesta l’elemento divino che è nell’uomo la traccia e il simbolo vivente del suo creatore.

Anche l’arte contemporanea nonostante la sua lontananza dal naturalismo delle tradizionali produzioni figurative possiede in sé l’essenza religiosa delle espressioni estetiche se pure il suo linguaggio costituisce spesso un codice ermetico che comunica il disorientamento nichilista testimone di una crisi di identità, in cui oggi è immerso il nostro pianeta nell’immagine del villaggio globale.

Di fronte a questa situazione l’estetica della natura è comunque una via privilegiata per il recupero di una profonda spiritualità che accomuna in una armonia  universale l’uomo, la natura e Dio.       

Aurelio Rizzacasa

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Di questo e simili temi se ne parlerà durante la Festa dei Precursori che si tiene al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia, dal 5 al 13 maggio 2012. La manifestazione comprende due mostre d'arte.

giovedì 26 aprile 2012

Treia (Macerata): "E la terra sentii nell'Universo.." Un pensiero poetico che diventa mostra d'arte! Dal 5 al 13 maggio 2012 al Circolo Vegetariano VV.TT.


"...è scritto nel cielo" - Opera di Manuela Magagnini



Il nostro gruppo ha l’intento di interagire con altre realtà culturali per approfondire tematiche affini al nostro modo di vedere, per svolgere una intensa azione di comunicazione verso quelle persone sensibili e volenterose di crescere insieme al fine di costruire un mondo più evoluto rispetto a quello in cui viviamo oggi. In questa occasione con il Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia, che ha lo scopo di approfondire le tematiche di ecologia profonda, abbiamo condiviso il tema del rapporto dell’uomo con il cosmo, attingendo questi contenuti dalla letteratura alla filosofia, dalla scienza alla religione, e attraverso la sapiente mediazione dell’arte ha reso possibile una nuova lettura e una diversa visione di questi argomenti.

La poesia “Il Bolide” di Giovanni Pascoli, compresa nella raccolta poetica dei “Canti di Castelvecchio”, scritta nel lontano 1903, ci è sembrato il punto nodale che racchiude in sé tutti gli aspetti di questa tematica: “…E la terra sentii nell’Universo…”. In una notte cupa e stellata, il poeta nella sua solitudine, osserva passare una meteora, il bolide appunto, che “dall’infinito tremolio stellare” precipita sulla terra per illuminare un istante lo spazio che lo circonda.

Questo bagliore è la luce interiore che ci rende consapevoli della piccolezza e precarietà della condizione umana di fronte al Creato. E’ il cielo immenso che sovrasta la terra e la divora in un incessante vortice cosmico in cui l’esistenza umana sembra irrimediabilmente sprofondare.

Quindi l’universo e l’essenza della vita, sono stati i presupposti per creare un evento artistico in cui gli autori, provenienti da esperienze molto diverse, hanno apportato un notevole contributo a questo frangente, esprimendo in forma pittorica, grafica, calligrafica e altro, contenuti scritti di autorevoli personalità nel mondo della cultura di tutti i tempi e di tutti gli spazi della terra.

Il linguaggio visivo tende quindi a rafforzare il significato di ciò che viene espresso con la parola, con le lettere o con i codici, ad aggiungere contenuti ai contenuti, a comunicare ai fruitori in modo più incisivo, diretto istantaneo, istintivo ed universale, poiché il messaggio costruito con i segni non conosce confini.

Gruppo per le Arti Applicate di Osimo

Artisti che partecipano alla Mostra: “…e la Terra sentii nell’Universo…”:  Piera Bachiocco, Morena Bonpadre, Marcello Diotallevi, Sabrina Franchini K. S. Frate, Jean Larcher, Manuela Magagnini, Katharina Pieper, Giancarlo Pucci, Fulgor C. Silvi, Luisa Urgias, Nazzareno Vicarelli

Inaugurazione della mostra il 5 maggio 2012,  h. 17.00 - Sede del Circolo Vegetariano VV.TT. Via Sacchette, 15/a, Treia (Macerata). La mostra è inserita nel contesto della XXVIII edizione della  Festa dei Precursori, che si svolge con il patrocinio morale del Comune e della Proloco di Treia.





Verso una nuova era.... per l'inarrestabile cambiamento politico economico in corso

E' in corso un cambiamento politico ed economico epocale


Claudio Martinotti Doria



Gli stati nazione partoriti embrionalmente dal Machiavelli all'inizio del Rinascimento (seppur travisato dalle moderne interpretazioni), concepiti idealmente sotto un'unica guida illuminata da Mercurino Arborio di Gattinara (Gran Cancelliere dell'Imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, sui cui domini non tramontava mai il sole ...), concepiti politicamente dalla Pace di Westfalia nel 1648 e consolidati dal periodo napoleonico successivo alla Rivoluzione Francese, in particolare con la Restaurazione, hanno arrecato danni immani all'umanità, con la loro concezione del monopolio dell'uso della forza, della coscrizione obbligatoria e del conflitto bellico permanente come modus operandi integrativo della politica espansionistica. In pochi secoli hanno fatto più morti in guerra e per l'abuso della violenza e coercizione che nel corso dei cinque millenni precedenti di cui si ha documentazione storica.

Gli stati nazione hanno esaurito il loro tempo e le attuali condizioni geopolitiche centrifughe spingeranno verso la frammentazione ed un ritorno alle piccole patrie, nel modo in cui venivano concepite nel Medioevo (legame con la terra e casa avita e la comunità), che non ha nulla a che vedere con la retorica e propaganda inerente la patria che caratterizza la storia contemporanea e di cui si abusa politicamente per poter manipolare giovani menti ed elettori poco accorti ed acculturati.

Paradossalmente ci ritroviamo, soprattutto in Italia, con un esagerato sovradimensionamento dell'apparato statale e con sovrastrutture burocratiche kafkiane, gigantesche e parassitarie, per cui le conseguenze del fenomeno di riconversione non saranno indolore e chi detiene il potere, anche microscopico ed in dosi omeopatiche, non lo abbandonerà spontaneamente e pacificamente ....

Quindi che cosa ci aspetta?

Essendo la casta politica parassitaria italiana priva di senso del limite, dobbiamo augurarci che la magistratura riesca a metterne il maggior numero possibile in galera (anche per la loro protezione) altrimenti finiranno per essere linciati dalla popolazione esasperata ed inferocita … Come nei primi anni '90 (Mani Pulite - Tangentopoli) dobbiamo nuovamente confidare nella magistratura, almeno per quanto attiene all'effetto catartico indotto dal sapere che parecchi dei responsabili sono finiti in carcere, che probabilmente ridurrebbe la violenza latente che altrimenti esploderebbe anche contro capri espiatori …

In assenza di un intervento diffuso della magistratura dobbiamo attenderci il peggio: dapprima esploderà la criminalità sociale, ci saranno saccheggi e rapine, e poi la violenza si scaglierà verso la casta politica e finanziaria, ma la seconda essendo meno conosciuta ed esposta rischierà di meno, saranno invece i politici che pagheranno cara la loro costante presenza e vanità mediatica che li ha resi volti noti e riconoscibili per strada, che non sapranno più dove nascondersi … Anche i cortigiani dei politici diverranno bersagli della rabbia popolare, compresi i giornalisti, per cui si ripeterà pressappoco quanto avvenuto nella primavera del '45 dopo la resa della Germania.

Troppo pessimista? Aspettiamo che si esauriscano le riserve finanziarie delle famiglia (i cosiddetti "risparmi"), che muoiano gli anziani che con le loro pensioni sostengono milioni di famiglie, che gli effetti di una pressione fiscale patologica ormai ben oltre l'80 per cento (tra dirette ed indirette, accise e gabelle varie sui consumi) sortiscano i loro nefasti effetti recessivi e distruttivi sull'economia e sulle famiglie, e poi vedremo se si tratta di pessimismo o semplice capacità previsionale.

Claudio Martinotti Doria

Le gouvernement d'Erdogan a fait de la Turquie une base terroriste contre la Syrie

Recep Tayyip Erdogan
 
 
L'ammiraglio Turker Erturk  (ex-)capo dell'accademia militare turca denuncia senza mezzi termini qual'è il ruolo di Erdogan (Re nudo orwelliano cfr. http://www.guncelmeydan.com/anasayfa/)  
 
L'amiral Turker Erturk, chef de l'académie maritime turque, démissionné de son poste, a affirmé que le gouvernement du Parti de la justice et du développement est soumis à l'impérialisme et fait de la Turquie une base terroriste. 
 
Dans un article, l'amiral Erturk a estimé que le rétablissement de la sécurité et de la stabilité en Syrie et le succès du programme de la réforme dans le pays sont liés au renoncement des pays occidentaux à leurs plans pour renverser l’État syrien. Il a critiqué la réunion tenue à Paris par les États-Unis, la France, la Turquie et nombre de monarchies de pétrole sur la Syrie et leur souci d'y imposer de nouvelles sanctions. Il a affirmé le rejet des forces armées turques de toute intervention militaire en Syrie car elle est "injustifiée".
 
De son côté, le sous-chef du parti turc du travail, Mehmet Bedri Gultekin, a qualifié d' "honteuse" la politique extérieure adoptée par le gouvernement du parti de la justice et du développement. Dans un article publié par le site Ulusalbekis, Gultekin a fait savoir que les leaders du parti de la justice et du développement s'étaient ingérés dans les affaires de la Libye et de la Syrie sans aucune hésitation. De même, la majorité de la presse et des sites électroniques turcs ont poursuivi le dévoilement de l'histoire d'Erdogan lié, selon des documents corroborés, au Lobby sioniste qui avait joué un rôle clandestin dans l'accès du parti de la justice et du développement au pouvoir en Turquie.
 
Le site Guncelmeydan a parlé du rôle d'Israël en 1997 dans le coup d'état contre le gouvernement laïc et dans l'accès dudit parti au pouvoir. Le site a affirmé que les médias partiaux du gouvernement du parti de la justice et du développement, en tant que partie principale, avaient déclenché dès le début une agression contre la Syrie pour inciter et soutenir les groupes terroristes armés.
 
Karim Mansouri

martedì 24 aprile 2012

Osservare la mente con gli occhi di un bambino... questa è spiritualità laica!

«Non incontrerai mai due volti assolutamente identici.
Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative.
Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto.
È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per se stessi.»  
(Tahar Ben Jelloun)






Il nostro osservare il mondo, sia quello interiore (delle emozioni) che quello esteriore (degli oggetti), non è quasi mai “pulito”,  privo cioè di interpretazione e concettualizzazione. Noi siamo avvezzi a giudicare quel che osserviamo attraverso il filtro della memoria e delle sensazioni collegate alle trascorse esperienze. Anche nel caso di eventi “nuovi” o di idee precedentemente non considerate non facciamo a meno di cercare di “comprendere” e misurare sulla base del nostro conosciuto.

Ecco questa “preconoscenza” è la nostra “schiavitù” ma se potessimo lasciarci andare sino al punto di poterci osservare mentre si innesca il meccanismo del “pre-giudizio” e capire il suo funzionamento… potremmo già considerare questa “attenzione” come una prima forma di meditazione e distacco dal processo appropriativo in corso.

Facciamo un’analogia pratica, per esemplificare questo tentativo di spostare l’atten-zione dall’io giudicante alla capacità testimoniale della pura coscienza, analizzando il funzionamento del sogno. Quando sogniamo tutto avviene in modo apparentemente costruito e definito mentre allo stesso tempo gli avvenimenti del sogno mantengono il senso dell’imponderabilità. Il personaggio specifico del nostro sogno, nel quale noi ci identifichiamo, è esso stesso una semplice componente inscindibile dalla complessità del sogno, in cui i vari attori, figure, oggetti ed eventi sono un tutt’uno. La “farsa” del sogno mostra un’apparente finalità e significato agli occhi del personaggio di sogno nel quale ci identifichiamo. Vediamo che egli infatti compie gesti deliberati e verosimili sforzi di volontà per raggiungere i suoi fini di sogno, rapportandosi inoltre con gli altri personaggi del sogno come “diversi” da sé. Può ciò corrispondere a verità?

Tutti gli aspetti del sogno sono prodotti dalla stessa mente e non sono in alcun modo controllabili e gestibili da alcun personaggio o situazione del sogno. Essendo ognuno di questi elementi semplici componenti “passive” immaginate nella mente del sognatore. Dal punto di vista dell’esperienza “empirica” nello stato di veglia si può dire che il processo di “creazione” sia praticamente il medesimo. Tutti gli oggetti ed i soggetti che reciprocamente si percepiscono (essendo ognuno contemporaneamente soggetto ed oggetto nella percezione altrui) scaturiscono dalla stessa “Mente”, o Coscienza, e si dipanano sullo schermo concettuale degli eventi spazio-temporali.


In effetti, in questo funzionamento totale, non può esistere alcuna volizione o finalità personale, poiché (come nel sogno) ogni cosa si svolge indipendentemente dall’intenzione di qualsiasi dei personaggi sognati. Pur che apparentemente essi assumono su di sé il senso dell’affermazione o della negazione di una loro “volontà”, ma questo avviene solo conseguentemente alla considerazione effettiva degli eventi già vissuti. Ovvero dopo aver “giudicato” i fatti accaduti ed averli assunti come propri (attraverso il senso di identificazione) e quindi definiti come positivi o negativi (ai fini del personaggio).

Da ciò, per estensione, arriviamo all’identità dello stato di veglia e scopriamo che -come nel sogno- a manifestare la vita e le sue componenti non sono i singoli esseri bensì la Coscienza stessa, impegnata com’è nell’opera di vivificazione delle sue emanazioni e manifestazioni, che sono possibili solo per suo tramite.

Per questa ragione è detto che “quando il me scompare l’Io si manifesta” (Ramakrishna Paramahansa), ovvero quando l’identificazione individuale cessa automaticamente la Coscienza impersonale emerge. Si dice che “emerge” in quanto tale pura Coscienza è già insita nell’individuo stesso (come la mente è presente nel personaggio sognato) che la “sostanza” non appartiene alla sembianza mutevole ma è l’essenza che la anima. Ovviamente in caso di “risveglio” al puro Io il senso di identità individuale “muore” ma questo non implica l’automatica scomparsa della sua “sembianza” apparente, che continuerà a restare nella percezione degli “altri” osservatori, ma svuotata al suo interno di ogni identificazione oggettiva, essendo il risvegliato pura e semplice “soggettività” (Consapevolezza priva di attributi).

La spontaneità è la caratteristica “comportamentale” del risvegliato, quando spontaneità significa semplice capacità di risposta, adeguata e consona, alle situazioni in cui egli si imbatte. In un tale essere non permane alcuna ombra di intenzionalità o di giudizio, di desiderio o repulsione, la sua “volontà” corrisponde esattamente agli eventi vissuti senza che lui lo ricerchi. Possiamo definire questo stato: Libertà.

Per significare la vera natura dell’essere ed il “ritorno” all’intrinseca consapevolezza che gli è propria, ammettendo che tale natura è la stessa per ognuno di noi, mi piace riportare una frase di Nisargadatta Maharaj, che disse: “Non importa ciò che fai o ciò che non fai se hai realmente percepito quello di cui sto parlando. Diversamente, non importa nemmeno se tu non hai capito quel di cui sto parlando..” Il che significa che in entrambi i casi la realtà intrinseca non cambia… e quel che è destinato ad avvenire avviene per conto suo….

Succede però che questo discorso, pur essendo a volte intellettualmente accettato, necessiti spesso una digestione ed assimilazione, deve insomma essere fatto “nostro”. Ciò può avvenire attraverso la riflessione, la rielaborazione e il riconoscimento al nostro interno di tale verità. Ora in qualche modo ci sembra di aver compreso ma dobbiamo disintossicarci dalla tendenza speculativa e dall’identificazione con il personaggio incarnato. A tal fine, non per ottenere la condizione che è già nella nostra natura ma allo scopo di scongiurare l’imbroglio della mente, consiglio la lettura ripetuta e la ponderazione sulle immagini contenute nel Libro dei Mutamenti, un compendio di esempi archetipali psicosomatici, descrivente cioè i diversi modelli comportamentali, basati sulle variegate capacità espressive della mente nello svolgimento degli eventi spazio-temporali.


Per mezzo dell’analisi sarà possibile riconoscere le multicolori forme che la mente può assumere in questo mondo di apparenze, essendo le sue trasformazioni semplici risultanze, risonanze e adattamenti alle condizioni che si trova ad affrontare. Questa è una risposta automatica allo svolgimento delle continue mutazioni e mescolamenti degli elementi basilari della vita.

Ovvio che tali mutazioni sono praticamente infinite ma nel Libro dei Mutamenti si esaminano 64 aspetti/madre, in forma di esagrammi in cui ogni linea è una componente costitutiva con propri significati. Essendo questo testo il risultato di un antichissimo e costante studio ed osservazione di fenomeni naturali e sociali, interpretati e visti sia con la ragione che con l’intuizione, esso si presenta come un complesso integrato dei diversi modi espressivi analitici ed analogici della mente.

“Conoscere la mente per non farsi imbrogliare dalla mente...” affermava Ramana Maharshi.

E nel Libro dei Mutamenti si può dire che vengono fusi sia gli aspetti filosofici speculativi e metafisici che quelli analitici ed empirici (Taoismo e Confucianesimo), perciò la prassi è quella di osservarne le immagini senza volerne assumere i concetti, un buon metodo per avvicinarsi alla corrispondente spontaneità comportamentale del saggio, basata sulla capacità di immediata risposta comportamentale nelle varie situazioni incontrate nella vita, anche in considerazione delle peculiari caratteristiche da ognuno incarnate e nella posizione e condizione in cui siamo. Insomma, conoscere il mezzo per affrontare adeguatamente il percorso.

Siccome la lettura del testo non è immediatamente chiara e assimilabile è consigliabile una ripetizione continuata, ma senza sforzi interpretativi, in modo da sospingere pian piano la nostra mente verso quel necessario “distacco” da finalità precostituite, tralasciando quindi il tentativo di comprensione dei significati razionali e lasciando che le immagini evocate trovino corrispondenza nel nostro inconscio.


Paolo D'Arpini

François come Francese, Hollande come Olandese... all'avanguardia nel rinnovamento della politica europea

François Gérard Georges Hollande


Alcuni analisti economici  prospettano di accrescere i 'Quantitative Easyng'. Venendo  la BCE, dotata dalle facoltà, a tutt'ora assente nello Statuto, di PRESTARE DENARO DIRETTAMENTE AGLI STATI, acquistandone i titoli di debito, A TASSO DI INTERESSE PIU' BASSO, perchè non intermediato dalle Banche private.

A prima vista sembra una mano tesa ad uno scalatore che sta precipitando nell' abisso... MA NON E' COSI', ANZI E' L' ESATTO OPPOSTO. Infatti il senso compiuto della proposta stessa E' QUELLO DI SPINGERE AD UN PIU' "FACILE", PERCHE' A PIU' BASSI INTERESSI, INDEBITAMENTO DEGLI STATI.

QUESTO NELL' INTERESSE DEI NOSTRI ATAVICI STROZZINI, darci la caramella dal sapore dolce, MA COL VELENO DENTRO! Perchè, ASSODATO CHE ANCHE LA B.C.E. E' UNA BANCA PRIVATA COME LE ALTRE, ANZI E' LA ESECUTRICE' DEI VOLERI DI TUTTE LE ALTRE ISTITUZIONI-STRANGOLATRICI.  Non per caso DRAGHI è un sommo dirigente di GOLDMAN SACHS  (COME SUO DIRETTORE PER L' EUROPA FECE ACCRESCERE A DISMISURA IL DEBITO GRECO CON LA GOLDMAN STESSA), chi vi dice che non faccia coi tassi di interesse LO STESSO CHE HANNO FATTO LE ALTRE BANCHE?

Ossia, oggi ti presto all'1%, e domani te lo rialzo fino al 6, 10, 15, 26%, come E' GIA' CAPITATO a certi titoli greci e portoghesi.... E come la BCE STESSA HA GIA' FATTO, DAL 2007 IN POI, CON LA MONETA UNICA-CAMICIA DI FORZA....

Quando l'euro cominciò a circolare dieci anni fa, IL SUO VALORE NEI CONFRONTI DEL DOLLARO era di 0.80 centesimo di dollaro.... Per cinque anni sembrò tutto filare liscio, tranne in Italia dove la quota di adesione, sempre per fare sempre i 'primi della classe', venne fissata IRREALISTICAMENTE, dal governo Prodi-Ulivo, alla 'quota 2000', lire x euro, ed esplosero i prezzi delle merci, perchè la lira, realisticamente, doveva invece essere valutata la metà: 4000 x euro.

Poi, nel 2007, CON L' AGGRAVARSI DEL DEBITO USA A CAUSA DELLE GUERRE DI TERRORE E SACCHEGGIO, PER CONSEGUIRE IL DOMINIO MONDIALE DEI CERTIFICATI FAMOSI, DALL' AFGHANIA ALL'IRAQ, questo è stato tutto caricato SULLE NOSTRE SPALLE DI 'INDEBITATI-STROZZINATI'.

Come? COL SALVATAGGIO DELLE BANCHE D' AFFARI ANGLO-AMERICANE, TUTTE FALLITE: MA SALVATE A SPESE DELLA B.C.E. DI TRICHET, che, per realizzare la liquidità PROFUSA GRATIS AGLI SPECUALTORI D'OLTREMANICA, ALZO' I TASSI DELL' EURO FINO AL 6%, CREANDO LE CONDIZIONI PER:

1) L' AUMENTO DEL VALORE DELL 'EURO, CHE SCHIZZO' DA 0.80 FINO AD 1.60 SUL DOLLARO;

2) IL RADDOPPIO DEL DEBITO DEGLI STATI EUROPEI STESSI;

3) IL RADDOPPIO DEL COSTO DEL LAVORO;

4) L' AUMENTO ESPONENZIALE DEI TASSI DI INTERESSE SUL DEBITO,  PROPRIO A CAUSA DEI PUNTI PRECEDENTI.

Onde adesso siamo in questa situazione.



CHIARISSIMO che GIAMMAI DOBBIAMO ACCETTARE COME 'ESTREMO SALVAGENTE' l'ipotesi di ULTERIORMENTE INDEBITARCI  "a tassi più bassi", perchè poi gli strozzini-creditori CI STRINGEREBBERO ANCORA PIU' LA CORDA al collo.... ECCO PERCHE' "IL PORCO" SOSTIENE A SPADA TRATTA I  'QUANTITATIVE EASYNG' DELLA BCE AGLI STATI NAZIONALI.

MA QUESTO PUNTO NON E' AFFATTO PRESENTE FRA I 35 PUNTI DEL PROGRAMMA DI HOLLANDE, CHE SI LIMITA CHIEDERE, GENERICAMENTE, "MISURE PER LA CRESCITA" AL POSTO DEL "FISCAL COMPACT", includendovi 'emissioni di eurobond' per progetti di scopo, giammai per sanare altro debito!

Ma la stampa italiana è arrivata a livelli di servilismo vergognoso, come mai prima, e in nessun altro posto del mondo: si pensi che sul quotidiano  LA STAMPA  c'era un articolo avant'ieri, a firma ALBERTO MATTIOLI, che 'inventava', letteralmente, la notizia che HOLLANDE volesse la creazione di 'una Rete Energetica Integrata Europea', il che in Francia, UNO STATO-NAZIONE COME SI DEVE, equivale a una bestemmia PERCHE' SIGNIFICHEREBBE DE-SOVRANIZZARE L'INTERA RETE DI BEN OTTANTA CENTRALI NUCLEARI CHE RENDONO LA FRANCIA ENERGICAMENTE QUASI AUTOSUFFICIENTE! 
IN FRANCIA NON CI SONO 'PRIMI DELLA CLASSE', COI COMPLESSI DI COLPA VERSO GLI USA ED ALBIONE!

'Primi della classe' ieri come oggi, siamo invece noi 'Italyetti'..... e, come dice un assioma, CHI TRADISCE UNA VOLTA, TRADISCE SEMPRE. Dunque i sempre sospetti di ULTERIORE TRADIMENTO, DEVONO STARE SEMPRE SUPINI A FARE I COMPITI ASSEGNATI DAL BADRONE SENZA ESALARE UN FIATO.... E sostenere CON IL GOVERNO MONTI-NAPOLITANO, la dittatura usuraia del FISCAL-COMPACT, MENTRE HOLLANDE LO RIFIUTA!

AD USCIRE DALLA  'SITUAZIONE DISPERATA' ITALIANA NON CI VUOLE PROPRIO NIENTE, PERCHE' NON E' VERO CHE LA SITUAZIONE E' DISPERATA, TANTO DA DOVER CANCELLARE integralmente I DIRITTI DEL LAVORO, ED OBERARE DI TASSE ANCHE LA PRIMA CASA.....

BASTA USCIRE DALL' EURO, IN MANIERA CONCORDATA, COME OGGI CHIEDE ANCHE L'OLANDA.

Gianni Caroli