domenica 11 dicembre 2011

Religione di stato ed acqua vaticana depurata... ma per l'Italia va bene quella avvelenata..

Acque diverse - Disegno di Lucia Castaldi


L’art. 6 dei patti lateranensi prevede che per l'approvvigionamento idrico del Vaticano, lo stesso riceva l'acqua gratuitamente. Pur avendo il Vaticano una popolazione residente di appena 800 persone, stranamente anche in considerazione dell'enorme utilizzo per innaffiare i giardini vaticani, il consumo è pari a circa 5 milioni di m3, corrispondente al fabbisogno di una città di oltre 100.000 abitanti.

Nè i Patti Lateranensi, né il nuovo Concordato firmato da Craxi, hanno previsto la gratuicità del servizio di depurazione. Ciò nonostante il Vaticano, complice anche le dimenticanze delle amministrazioni governative e municipali a guida clericale (DC) ha sempre fatto"finta" di dimenticarsi e il Comune di Roma di richiedere detto pagamento, che fino al 1999 ammontava a 44 miliardi di lire.

Quando però l'ACEA da Ente comunale è stata quotata in Borsa, gli azionisti privati hanno sollevato il caso e lo Stato Italiano, dove i dirigenti di tutti i partiti fanno a gara per baciare la sacra ciabatta, ha saldato il debito pregresso (ecco come vengono sperperati i soldi dei contribuenti e come si è contribuito a portare in bancarotta le casse pubbliche), dietro l'impegno da parte della Santa Sede di fare fronte ai futuri costi del servizio (2 milioni di euro annui), cosa che ovviamente la Chiesa, sicura che berlusconiani, casiniani e democratici avrebbero fatto a gara per non inimicarsela, non ha fatto.

Berlusconi poi, che cercava di accreditarsi quale paladino della difesa della cattolicità (in pubblico perché in privato il suo comportamento amorale è conosciuto, purtroppo, anche all'estero) che ha fatto? Ovviamente con avallo di Alleanza Nazionale e UDC, nel 2004, ha fatto presentare dal deputato di Forza Italia, on. Mario Ferrara (a lui che non gli fregava, tanto ... paga Pantalone, cioè noi) un emendamento alla legge finanziaria per cancellare tale lonere a carico della Santa Sede e, ovviamente, per farlo pagare a noi.

Così che il Vaticano che avrebbe dovuto pagare 2 milioni annui all'Acea per la depurazione delle acque ha ricevuto uno stanziamento di 25 milioni di euro per il 2004, oltre che 4 milioni di euro a decorrere dal 2005 per dotarsi di un sistema di depurazione proprio.

Le cose cambieranno, lo dubitiamo, i pidiellini e i democratici fanno a gara nel corteggiamento dei centristi (amano evidentemente i Casini e non il Popolo) e per questo c'è il rischio che certi privilegi e sperperi di denaro pubblico non soltanto non cessi ma venga giustificato ed ampliato.

E' per questo che l'opinione pubblica che finora ha sempre taciuto, per ordine di Partito, su tutto ciò, si svegli e gridi finalmente BASTA.

FILIPPO ORTENZI
Dottore in Giurisprudenza, Mediatore Civile

La Tua Voce

Nessun commento:

Posta un commento