sabato 5 novembre 2011

San Benedetto del Tronto (AP): "Pesca con ferimento e abbandono del pescato".. Il danno e le beffe!

S. Benedetto del Tronto - Gara di "Pesca con rilascio del pescato" alla Sentina - La chiamano pesca ambientalista (sic.) ?!

 
Pesce-donna sirena - Dipinto di Franco Farina


Devono sentirsi una via di mezzo tra gli apostoli pescatori e il poverello d'Assisi che parla alle creature, quelli della "Pesca sportiva con rilascio" in gara il 12 nov. 2011 alla Riserva naturale Sentina col "prezioso aiuto", fra tanta santitudine, del D'Angelo custode (nomen omen) e dei suoi apostoli-vigilanti.

     Perchè buona e giusta e ambientalista sarebbe la "pesca-con-rilascio-del-pescato". Sganciata dalla sua componente nutrizionale, recita il santo evangelo del martinpescatore sportivo, il Catch & Release è quella nobile pratica in cui si rilascia il pescato immediatamente dopo la cattura procurandogli il minor danno possibile. E' evidente che a cotanti apostoli dell'ambiente non è balenato che il "minor danno possibile" è unicamente lasciar campare il pesce senza sottoporlo, per il proprio svago beota, a tale barbarie. E che a gareggiare sulla misura del pesce catturato sono maschi adulti passati con uguale soddisfazione dalle infantili gare sulla misura del pistolino, al nuovo intelligente passatempo.

     Le norme basilari dell'alta disciplina sono illuminanti: evidenziano che, a prescindere dal rispetto o meno di quelle, il sollazzo che i suoi cultori e la stampa compiacente chiamano sport  è vera barbarie.


Nè potrebbe essere qualcosa di diverso, una pratica che ha come assunto l'arrecare il minor danno possibile alla preda. Di quale "sport" si può concepire che rechi danno, pur il minore possibile, a qualcuno?

"La pesca “catch and release” avviene con l’uso di  ami privi di ardiglione. Pur facilitando la slamatura, gli ami privi di ardiglione  sono in grado di provocare danni di una certa entità, specie a carico delle strutture della bocca e della gola del pesce che, nei casi più gravi, muore per l'impossibilità di alimentarsi o per la gravità delle ferite riportate, soprattutto in conseguenza del combattimento. Anche se il pesce riesce a sopravvivere andrà incontro ad un periodo di stress alimentare che potrebbe pregiudicarne la condizione".  E' appena un dettaglio di ciò che lo stress da cattura e le eventuali lesioni causano al pesce dopo il rilascio... Ogni possibile informazione è alla portata di chiunque.

     Non stupisce (ci abbiamo il callo) che le cronache velinino - senza un dubbio, una critica - il trionfale comunicato che spaccia costoro per quelli che cercano di "salvaguardare la fauna ittica" e che sono "molto sensibili ai problemi ecologici", e che li si chiami "atleti" (sic) senza che una valanga di risate li seppellisca per sempre. Non stupisce che benedizione e sostegno vengano da assessori misti di specchiata vocazione ambientalista, distintisi per la lotta dura senza paura contro il verde cittadino e per altre nobili imprese.

E che su tutto scenda la benedizione dei Capitani Coraggiosi della portual Capitaneria, campioni di lucidatura di mostrine.

    Stupisce (anzi no) il "prezioso aiuto" del D'Angelo custode della Sentina; raccapriccia che la Riserva Naturale "vincolata ad area floristica e faunistica protetta" [cfr.depliant informativo] sia teatro dell'evento: un ambiente dove, com'è stato sacrosantamente scritto, "l'uomo dovrebbe entrare in punta di piedi e non come predatore". Perchè la definizione di "pesca sportiva con rilascio" contiene ben tre ossimori, che è già un record mondiale. E che si pratichi in una riserva naturale è il quarto ossimoro.

    "La caccia (come la pesca) non è uno sport, in uno sport tutti e due i contendenti sanno di giocare"


  Sara Di Giuseppe


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