lunedì 12 settembre 2011

….sono un "vegetariano" non ideologico dal 1973, quindi non pongo mai ragioni animaliste dietro il mio non mangiar carne.


Accetto la dieta "vegetariana" integrata di latte, miele ed uova poiché ritengo che sia la più vicina alla natura frugivora dell'uomo.

Avendo fondato nel 1984  un'associazione che si prefigge lo scopo di divulgare il "vegetarismo" (si tratta appunto del Circolo Vegetariano VV.TT.) spesso mi son dovuto confrontare con "ecologisti" che mi obiettavano: “uccidere un animale od una pianta è la stessa cosa, poiché anche le piante sono vive..”.
Questo è un discorso ricorrente che viene fatto dai carnivori che si definiscono vicini alla natura (forse  per giustificarsi nel voler continuare a mangiar carne…) ed ogni volta  non ho potuto far a meno di insistere sul fatto che non serve “uccidere” la pianta. Infatti se pratichiamo solo la sfogliatura e non il taglio, come d’altronde fanno tutti gli erbivori che brucano, la pianta può continuare il suo ciclo vitale e produrre fiori e frutti e semi. Inoltre ho riproposto l’altra argomentazione, quella ecologica profonda, che dovrebbe riportarci alla alimentazione consona alla nostra natura di animali frugivori (come le scimmie antropomorfe, maiali, orsi, etc.) considerando anche il fatto che l’eccessivo uso di carne, proveniente da allevamenti industriali (e conseguente coltivazione intensiva di foraggio) comporta il maggior tasso di inquinamento per il pianeta, molto di più della produzione industriale ed energetica con sistemi non rinnovabili.

Ciononostante in tanti anni che son vegetariano ho sentito spesso rivolgermi la stessa obiezione, quasi un’accusa: “se veramente vuoi rispettare la vita non dovresti mangiare nemmeno i vegetali perché anch’essi sono dotati di vita..”.. Eppure c’è del vero in quanto affermano questi “difensori della vita”. Anche le piante al pari di uomini ed animali sono dotate di un sistema nervoso primitivo.

Recenti studi effettuati con appositi macchinari confermano la presenza “emozioni” quali: paura, desiderio e persino amore.
Insomma la coscienza vegetale è a tutti gli effetti simile a quella animale da cui si differenzia solo per l’intensità delle percezioni e reazioni, che nelle piante sono più lente e meno evidenti. Da una ricerca compiuta dallo scienziato indiano Bose risulta che le piante rispondono a stimoli di simpatia od antipatia nei loro confronti e di conseguenza la loro vitalità e fruttificazione ne viene interessata. Un risultato dell’attenzione amorevole rivolta alle piante è la maggiore produzione di getti e polloni utilizzabili dall’uomo o dagli animali come cibo, purché l’assunzione avvenga in forma di sfoltitura, essa stessa un aiuto alla vitalità della pianta, in quanto rinforza la radice e incentiva la produzione di fiori e frutti e semi.

La pianta utilizza gli animali e l’uomo per la sua propagazione sessuale. In verità è la natura stessa che rende appetitoso ed utile il frutto e ispira chi se ne ciba a gettarlo lontano dal luogo originario, succede tra l’altro con gli uccelli che inghiottono le ciliegie per poi defecarne altrove i noccioli al volo….

Nella dieta naturale è altamente raccomandato l’uso di crudità e traendo le foglie dalla sfoltitura non comporta uccisione quindi la pianta non verrà danneggiata. In effetti   ho notato che raccogliendo  cimette di ortica, questo fa sì che dalla troncatura vengono emessi due nuovi getti, quindi l’ortica ci “guadagna”..

Le erbe commestibili sono la stragrande maggioranza di quelle esistenti, durante la passeggiata quotidiana che faccio attorno alle rupi di Treia (dove vivo),  riconosco un centinaio di specie vegetali e solo due o tre sono  “velenose” (forse meglio definirle tossiche o psicotrope): due tipi di cicuta, il pandiserpe e l’arbusto del sambuco nano puzzolente. Basti pensare che Plinio menzionava oltre mille vegetali commestibili fra quelli in uso nella cucina romana mentre oggi noi dal fruttivendolo ne troviamo al massimo una trentina e perlopiù originari dalle americhe (patate, pomodori, melanzane, etc.).

Quindi si tratta innanzitutto di riscoprire le fonti naturali di cibo, partendo dalle erbe sponanee bioregionali.

A questo proposito suggerisco la lettura di: http://www.circolovegetarianocalcata.it/alimentazione-ed-ecologia/

Paolo D'Arpini

Presidente Circolo Vegetariano VV.TT.
Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata)
Tel. 0733/216293

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