sabato 11 giugno 2011

Osservazioni sull'alimentazione bioregionale, argomento in discussione all'incontro del 18 e 19 giugno 2011 a Ospitaletto di Marano



Bioregionalismo ed economia ecologica

Le responsabilità primarie della fame e dei cambiamenti climatici sono dovute all’agricoltura e la zootecnia industriale-commerciale “globalizzata”, che oggi producono “troppo cibo per poter mangiare tutti”, mentre, nel contempo, consumano le risorse naturali ed economiche dei popoli, inquinando la biosfera con prodotti chimici di sintesi che si accumulano nelle catene alimentari. Sembra assurdo ma è proprio così. Oggi al mondo alleviamo circa 45 miliardi di animali, corrispondenti ad almeno 10 miliardi di Bovini equivalenti, che consumano più di un SUV…

Questi animali mangiano almeno come  20 – 25 miliardi di Persone!

Mentre 1 miliardo di esseri umani, su 6 miliardi di popolazione terrestre, soffre e muore di fame !!!
Sarà il caso di svegliarsi …finchè siamo ancora in tempo…?

Secondo il recente rapporto del Worldwatch Institute, la CO2 e gli altri gas serra, prodotti dagli allevamenti industriali, superano il 50% delle emissioni totali delle attività umane responsabili dell’effetto serra (industria, energia, trasporti, ecc.). E la maggior parte dei trasporti interessa merci alimentari, che girano per il mondo globalizzato, prodotte al più basso costo possibile, ovvero con il massimo sfruttamento possibile della manodopera, a danno massimo per le risorse della Natura (Disboscamenti, distruzione dell’Humus, inquinamento con Pesticidi e Diserbanti chimici, liquami, ecc.). E durante gli stoccaggi, i trasporti, la trasformazione industriale e la grande distribuzione al dettaglio se ne perde almeno il 20% per deterioramento o scadenza (più quello che buttiamo via dal nostro frigorifero).

Se teniamo conto, poi, che circa l’80% dei rifiuti prodotti dalle famiglie interessa le confezioni alimentari in plastica, forse ci rendiamo conto del disastro economico, ecologico e tossicologico che sta attentando al futuro della specie umana sulla Terra. Un vero e proprio “suicidiolocausto”, che ci vede spesso attori-consumatori inconsapevoli di una realtà oggi drammatica, frutto di un’economia perversa, dove la malattia e la morte rappresentano ormai gran parte del PIL. Sotto l’abile e capillare regia delle multinazionali Nuclearpetrolagrochimicofarmaceuticogm (vedasi: “Il Mondo secondo Monsanto”, di Marie Monique Robin, Arianna Editrice – Film su: http://www.youtube.com/)

Gli allevamenti zootecnici senza terra in capannoni industriali, ad esempio, inquinano con liquami e nitrati, consumando moltissima energia per la climatizzazione. Gli animali mangiano soia, mais, residui di colza e cotone, spesso OGM, derivati da coltivazioni agroindustriali e monocolture che impiegano concimi, pesticidi e diserbanti chimici di sintesi, medicinali veterianari, ormoni, ecc., consumando altro petrolio ed inquinando la biosfera con ossidi di azoto (nella produzione dei concimi), residui tossici non biodegradabili, ogm, che si diffondono ed accumulano nelle catene alimentari. Aumentando ulteriormente gli sconvolgimenti climatici e naturali conseguenti.

E provocando il cancro… in campagna come in città.

La carne degli allevamenti senza terra o di allevamenti  super-intensivi, seppur all’aperto, che mangiano OGM dopo aver distrutto foreste o pascoli naturali, esportata a basso costo, distrugge le economie degli allevatori tradizionali locali, invadendo i mercati con merci “pericolose”, ottenute  spesso sfruttando gli stessi popoli affamati quale manodopera al più basso costo. Si crea così altra fame, per il conseguente fallimento delle economie agricole “autoctone” e la conseguente perdita delle sovranità alimentari nazionali tradizionali.

Partendo dai paesi più poveri, fino ad arrivare a quelli più ricchi.

Vengono colpiti allevatori locali tradizionali, che sopportano costi maggiori, mandando gli animali a pascolare in modo equilibrato, facendo mangiare loro ciò che l’uomo non può mangiare direttamente, come l’erba in rotazione di coltivazione o dei prati di montagna,. Ma falliscono oggi soprattutto gli allevamenti industriali europei senza terra, dipendenti dai mangimi importati, contaminati da OGM e da elevati capitali di produzione, ormai al capezzale, indebitati fino al collo e tenuti in vita solo dalle flebo della PAC (Politica Agricola Comunitaria) che dissanguano l’economia europea (3 miliardi di € di sussidi alla zootecnia industriale nel solo 2007; fonte: Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione – NEIC- http://www.nutritionecology.org/).

La stessa spirale perversa colpisce frutta, ortaggi, grano, vino, olio, ecc. E finisce spesso in una guerra tra poveri, laddove non ci sono soldi neanche per pagare la manodopera per la raccolta, essendo il prezzo offerto dai commercianti assetati un’offesa alla dignità umana degli agricoltori, per ottenere il massimo sfruttamento dei poveri consumatori, nel sistema della cosiddetta grande distribuzione. L’agricoltura industriale, nell’illusione di poter sopravvivere incrementando al massimo la produzione agricola e il numero di animali allevati, cade in una spirale perversa nella quale si accumulano i pesticidi venduti da una rete fittissima di avvelenatori di professione, legalmente autorizzati (soprattutto nelle carni, nei formaggi, nella frutta, negli ortaggi, nei vini, cereali) e cerca di sopravvivere con la tentazione continua della frode, massacrando le tradizioni alimentari, con il destino inevitabile del fallimento e dell’esproprio della terra, da parte del latifondismo bancario e dei grossi gruppi internazionali di acquirenti della terra.

La globalizzazione delle produzioni di cibi “sotto costo”, che invadono i mercati locali, si attua attraverso importatori selvaggi  e “Supermercati” ad essi collegati, diffusi ovunque, ormai, anche nei piccoli paesini. Luoghi di pornografia del cibo ben “vestito”. Sono loro gli unici che ci guadagnano da questo sistema infernale, insieme alle ditte produttrici di Pesticidi, Sementi, Mangimi, OGM. Oltre alle Multinazionali farmaceutiche che “vivono a spese dei loro clienti ammalati” di patologie degenerative, provocate dall’inquinamento chimico da esse stesse prodotto e dalle diete a prevalenza di Proteine e Grassi animali e OGM.

Supermercati assolutamente da boicottare: “prendi due e paghi tre” !

La salute planetaria è minacciata e danneggiata in maniera vergognosa. L’Italia, ad esempio, oggi spende circa l’80% dei bilanci regionali per la Malattia … ma la chiamano “Sanità”. Non sarebbe molto meglio curare i sani… attraverso la corretta coltivazione e nutrizione biologica, basata su alimenti di stagione, in prevalenza o totalmente vegetariana?

Siamo invece sprofondati, oramai, nell’economia della morte, dove le guerre economiche e tossicologiche, sono dichiarate a “fuoco lento”, preconfezionate o precotte in quarta e quinta gamma mangi 1 e consumi 100.

Pertanto è sicuramente utile ricordare:

Non mangiare carne ed alimenti d’origine animale se non di allevamenti biologici ed al massimo una volta alla settimana, o meglio, al mese. In fondo è molto meglio essere vegetariani… si diventa più sereni e, soprattutto in pace con la “coscienza planetaria”, si corre di più nello sport e si fa anche meglio l’amore, vivendo più a lungo. Ovviamente con varietà e fantasia, a tavola come in tutto il resto.  L’alimentazione a prevalenza vegetariana oggi si impone come atto di civiltà e rispetto della Natura del pianeta Terra e dev’essere la prima risposta dell’Istinto di sopravvivenza della specie Umana.

Nel contempo è necessario interrompere il sostegno agli allevamenti industriali, oggi calcolato sul numero di capi venduti o sulle quote di latte prodotto, che dissangua le finanze europee per sostenere ormai solo il mercato dei mangimi e dei farmaci, essendo gli allevatori in perdita netta. Spostando tali immense risorse sulla Zootecnia Biologica, che in un paese civile dovrebbe essere semplicemente obbligatoria, non foss’altro per la sofferenza degli animali allevati in veri e propri lager o in gabbie (…e di coloro che se li mangeranno).
Chiudiamoli, prima che falliscano definitivamente, portandosi dietro la disperazione degli allevatori ed agricoltori, oggi indebitati fino al collo.

Mentre le acque “potabili” sono sempre più inquinate di nitrati e pesticidi, diserbanti, ecc., spesso fuorilegge, come denunciano le ARPA nei loro resoconti pubblicati recentemente in un convegno a Perugia. Speriamo che non si aumentino ancora i “limiti di (in)tolleranza” di Pesitcidi nelle acque, come è già successo in passato, “legalizzando la violazione dei diritti inviolabili” alla salute e all’ambiente…

Mangiare prevalentemente cibo locale e di stagione, così come è previsto dal nostro organismo vivente, regolato in maniera perfetta dal suo DNA, memoria genetica evolutasi in miliardi di anni di vita sulla Terra. Andando quindi a far la spesa in campagna o, laddove non sia possibile, nelle reti specializzate biologiche, stando bene attenti alla provenienza degli ingredienti in etichetta: “biologici, italiani, possibilmente locali e rigorosamente al 100% liberi da OGM”, ovviamente. Ed organizzando gruppi familiari di acquisto locale, equo e solidale.

Aumentare l’Humus dei terreni agricoli, con opportune rotazioni delle coltivazioni, vietando l’uso di disseccanti o diserbanti chimici, attraverso l’inerbimento delle coltivazioni arboree, le concimazioni organiche, ecc. La sostanza organica dei terreni fissa quantità enormi di CO2 atmosferica, ma negli ultimi 50 anni abbiamo distrutto più del 50% dell’humus agricolo, provocando, di conseguenza, alluvioni e frane, in quanto la terra non trattiene più l’acqua. Il protocollo di Kyoto stabilisce che coloro che dimostreranno dei crediti di carbonio (fissazione della CO2) e riduzione degli altri gas serra, hanno diritto a pagamenti per il beneficio sociale complessivo. Per l’Agricoltura Biologica si aprono, pertanto, prospettive di grande opportunità finanziarie. Altre centinaia di Miliardi di € che si potrebbero distribuire a chi dimostra di aver incrementato l’humus stabile nei propri terreni, invogliando in tal modo i contadini all’Agroecologia. Essendo, tra l’altro, gli agricoltori le prime vittime economiche e sanitarie dell’attuale situazione disastrosa, oltreche distruttiva della biodiversità planetaria.

Si rammenta inoltre che l’humus è il principale elemento di trattenimento dell’acqua nei suoli e la perdita di sostanza organica causa alluvioni, erosioni e frane… cronaca drammatica della nostra Italia massacrata dalla Chimica in Agricoltura. E’ necessario obbligare al mantenimento delle siepi e degli inerbimenti nei frutteti e delle coperture vegetali prima delle coltivazioni, vietando immediatamente ogni impiego di disseccanti chimici (Roundup e similari), tossici e controproducenti.

Gli OGM rappresentano un vero fallimento premeditato per gli agricoltori… con rischio di perdita della sovranità alimentare delle Nazioni… da cui deriva solo miseria e FAME. Oltre 200.000 sono i contadini suicidatisi in India, negli ultimi 10 anni, per il fallimento delle coltivazioni OGM.

Si pensi, inoltre, al fatto che molte erbe infestanti sono ormai resistenti al Raundup, l’erbicida chimico che verrebbe irrorato in modo massiccio sulle coltivazioni OGM, assorbendosi nei semi (di soia e di mais, cotone, colza, ecc.) delle piante OGM “resistenti ai disseccanti chimici totali”. Con conseguente accumulo nell’ambiente e nelle acque.

La Natura che vogliamo salvare.

Una tradizione ricevuta in eredità dai Padri, ma soprattutto… in prestito dai nostri Figli.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo,  agernova@libero.it

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