mercoledì 17 aprile 2024

Cibo sano e biologico - La natura aiuta se stessa...


Risultati immagini per il messaggio e le qualità psichiche delle piante bioregionalismo treia
Basterebbero circa 7 miliardi all’anno per sostenere la riconversione biologica di tutta l’agricoltura e la zootecnia italiana.
Ne abbiamo a disposizione circa 12, tra fondi PAC e Pani di Sviluppo Rurale, dal 2016 al 2020.
Mentre spendiamo oltre 100 miliardi all’anno di terapie per malattie degenerative collegabili in “Concausa aggravante a sinergia negativa moltiplicativa” ai numerosi residui chimici agricoli presenti negli alimenti e nelle acque potabili…
E almeno altri 10 miliardi all’anno a causa dei danni idrogeologici per alluvioni e dissesti, causati anche dall’uso di disseccanti “Agenti arancio”, concimi e pesticidi chimici che hanno distrutto l’humus dei terreni, i quali pertanto non trattengono più l’acqua a monte.
L’uso dei prodotti chimici di sintesi in agricoltura resta sempre e comunque pericoloso e i rischi derivanti dall’esposizione sussistono in ogni circostanza, per cui sempre e comunque prevale il diritto alla salute (Art 32 Cost.), all’ambiente salubre (Art. 9 Cost.) ed all'utilizzo razionale dei suoli (Art. 44) e mai è possibile anteporre qualsiasi interesse economico, quando vi sia un danno arrecato all’interesse sociale (Art. 41, 42, 44 Cost.).
E dal momento che i più deboli rappresentano le principali vittime di patologie cronico degenerative, i Pesticidi che si accumulano nell’ambiente e nella catena alimentare violano anche l’Art. 3 della Costituzione, sul principio di uguaglianza e pari dignità.
Purtroppo, nonostante un referendum tenutosi nel 1992 sui residui di pesticidi, le norme di legge non prevedono il limite massimo ammesso della sommatoria dei diversi residui chimici di sintesi che si possono trovare negli alimenti, ma solo un limite per ogni singolo prodotto chimico.
Ciò espone i cittadini ad assorbire Cocktayls di residui chimici, la cui somma spesso supera di gran lunga quella dei limiti ammessi per ogni singola sostanza chimica pericolosa, i cui danni risultano molto più gravi per la “sinergia negativa di tipo moltiplicativo” scientificamente dimostrata, cui si somma l’interferenza endocrina anche a bassissime presenze.
Ciò ha indotto la comunità europea a definire, in leggi e Regolamenti i Pesticidi chimici impiegati in agricoltura “pericolosi per la salute”, chiedendone la sostituzione attraverso la coltivazione biologica a pagamento pubblico… per non continuare ad essere “avvelenati a norma di Legge”.
I dati statistici ARPA confermano che in un piatto misto mediamente ingeriamo da 8 a 13 residui chimici, ma talvolta si è arrivati a rilevarne oltre 30 …fino a 91!! (Lorenzin et al.)
Infine è assolutamente antiscientifica l’affermazione che le piante producono Pesticidi pericolosi come quelli chimici sintetici, a meno che non si tratti di OGM, organismi transgenici in cui sono stati inseriti pezzi del dna di batteri produttori di tossine, per fortuna in Italia vietati dalla coltivazione.
In realtà, la co-evoluzione di miliardi di anni dei vegetali con gli animali che se ne nutrono e con l’Uomo, molto ben selezionato ed adattato, ha fatto si che proprio le sostanze che le piante producono per difendersi dai parassiti siano preziosi antiossidanti e complessi enzimatici molto utili per la salute umana ed animale.

Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo
Risultati immagini per Giuseppe Altieri

martedì 16 aprile 2024

Manuale di sopravvivenza spicciola...

 


La vera sopravvivenza della nostra specie non è garantita dalle multinazionali che  proseguono nella distruzione del patrimonio genetico delle essenze naturali, portata avanti con l'immissione degli OGM, bensì dalla conoscenza e conservazione dei valori nutritivi delle piante spontanee presenti in natura. La propagazione di questa conoscenza è quel che tentò di fare Linneo, il botanico che amava la natura.

L'analisi sistematica delle specie vegetali presenti nel mondo iniziò nella fredda Svezia nella metà del '700, dove Linneo e la schiera dei suoi discepoli si presero la briga di raccogliere informazioni sulle specie arboree, sistemando un catalogo botanico di tutto ciò che cresce sulla faccia della Terra. Potremmo dire che Linneo avviò la prima "banca del seme" egli era un ricercatore amante della natura e la sua opera era a vantaggio di tutta l'umanità. Oggi, strano a dirsi, l'onere della conservazione delle erbe commestibili ed officinali è passata dai ricercatori erboristici alle multinazionali (fra cui Monsanto e Syngenta, i due colossi del geneticamente modificato), infatti in un luogo freddo come la patria di Linneo, nell'isola di Spitzbergen nel mare di Barents, esse  hanno costruito una mastodontica superbanca di tutte le sementi presenti nel mondo. Una banca scavata nel granito, con speciali aeratori, portelloni e muraglie in cemento armato a prova di bomba.

Forse ci si aspetta la fine del mondo? Oppure semplicemente si cerca attraverso i brevetti di appropriarsi dei diritti d'autore della vita sul pianeta? Non voglio però assumere un atteggiamento catastrofista, poiché di situazioni drammatiche il pianeta Terra ne ha vissute ben altre. Quello che conta è il mantenimento dell'intelligenza e della capacità di sopravvivenza e tale capacità, come abbiamo visto accadere nell'isola di Bikini, sede degli esperimenti nucleari francesi, ha una forza inimmaginabile. Infatti lì dove ci si aspettava la morte si è invece scoperto un ecosistema eccezionalmente vitale e prospero, soprattutto in "assenza" dell'uomo.

L'isola dei "pazzi stranamore" di Spitsbergen sarà come la torre di Babele, ne son certo, in quel fortilizio del "valore aggiunto" resterà solo un accumulo morto di informazioni. La capacità elaborativa della vita si farà beffe dell'arroganza "scientifica" e, malgrado l'apparente cecità, l'uomo non potrà distruggere la vita (di cui egli stesso è emanazione). E questo nonostante la sterile ricerca umana di "gossip", che ha preso il sopravvento sulla capacità di riscoprire giorno per giorno la freschezza della vita, alla fine la capacità di conservazione saprà "affermarsi". Lo vedo in quel che succede negli interstizi dell'asfalto, in mezzo alle immondizie, tra i veleni più pestilenziali di questa società opulenta e un po' tonta... 


Eppure l'uomo è la somma di una complicata rete di complessi, psicosi, nevrosi, istinti, fissazioni e intuizioni. Sapete poi come le scimmie vengono prese in trappola? Si mette nella foresta una gabbietta inchiodata al suolo in cui è ben visibile un grosso frutto, la scimmia l'afferra con la mano ma poi non può più estrarla, se non lasciando il frutto, ma la sua avidità è talmente tanta che preferisce restar lì finché arriva l'ideatore della trappola e afferra la scimmia per la collottola....


Vediamo cosa succede all'uomo!

Paolo D'Arpini

lunedì 15 aprile 2024

Psicosomatica vegetale e proprietà psichiche delle piante...

 


In natura tutto segue uno schema di corrispondenze. Potremmo affermare che ogni forma vivente assume aspetti psicosomatici che corrispondono alle qualità incarnate.

Questo fatto era noto sin dalla più remota antichità, all’uomo ed agli animali. Infatti confidando nella innata comprensione essi si curavano sentendo attrazione o repulsione per certe specifiche piante o alimenti. Questa naturale pre-conoscenza è stata alquanto offuscata dal momento che l’uomo ha preferito seguire un metodo limitatamente scientifico che, essendo imperfetto data la natura stessa dei mezzi utilizzati, nel corso del tempo ha impedito la continuità di questa innata pre-conoscenza.

Pian piano l’uomo scientifico, per mezzo della sperimentazione empirica, ha tentato di ricostruire un sistema di conoscenza che però –tutto ritorna infine- oggi si scopre sempre più affine alla pre-conoscenza connaturata degli antichi.

Il viaggio a ritroso verso la riscoperta di ciò che era ovvio inizia proprio contemporaneamente alla ricerca scientifico-medica. Una pietra miliare di questa riscoperta è la individuazione degli oligo-elementi le cui tracce sono presenti ovunque nel regno vegetale ed animale. Un’importante parte in questo processo di identificazione fu compiuto dal bolognese Meneghini che nel 1745, in pieno secolo dei Lumi, scoprì la presenza di ferro nel sangue umano. Poi nel 1775 Schelle individuò il manganese nelle ceneri vegetali e da allora la lista degli oligo-elementi non ha fatto altro che crescere. Nell’uomo ne sono stati individuati una ventina, essi risultano indispensabili all’equilibrio fisiologico ed ogni carenza in uno di questi comporta manifestazioni patologiche più o meno gravi.

“L’organismo appare come un tipo di oligarchia in cui un’enorme massa di elementi passivi è dominata da un piccolo numero di elementi catalizzatori” (Gabriel Bertrand) Gli oligo-elementi infatti presiedono agli indispensabili processi catalitici degli scambi di cui il nostro organismo è la sede permanente. Da ciò si può intuire l’importanza degli oligo-elementi nei fenomeni biologici avvalorata dalle funzioni vitaminiche ad essi collegati. Ma torniamo alla pre-conoscenza che ha consentito agli esseri viventi il mantenimento della struttura psicofisica in euritmia.

E qui dobbiamo iniziare un discorso che avrebbe dell’eretico se volessimo ragionare solo in termini di analisi scientifica. Nell’antichità –sotto forma di proverbi e detti popolari- sono stati tramandati alcuni “segreti” sulle qualità delle piante, Purtroppo in Europa in seguito alla grande persecuzione legata all’oscurantismo religioso molti di questi segreti e parecchi liberi pensatori finirono in cenere… Perciò molti “saperi” scomparvero o vennero travisati e
contorti. Ciononostante in varie parti del mondo restò la preveggenza, sia a livello istintuale sciamanico (come nel caso delle tribù primitive dell’Amazzonia che conoscono tutte le qualità delle loro piante) sia a livello di tradizioni popolari più o meno valide. In questo contesto si inserisce la classificazione delle piante e delle loro qualità sulla base del colore, del sapore e della forma…

Questa descrizione psicosomatica –ad esempio- è tutt’ora eseguita nel sistema integrato cinese in cui psiche e natura sono considerate strettamente interconnesse. Questi stessi aspetti sono per altro utilissimi nell’individuazione delle carenze di oligo-elementi.

Altrettanto valida è anche la macrobiotica giapponese ma tali conoscenze non scarseggiano nemmeno nella tradizione erboristica nostrana. Secondo la tradizione popolare la forma il colore ed anche il sapore delle piante che spontaneamente crescono nella propria bioregione di appartenenza sono correlati ed interagiscono con gli organi cui esse corrispondono. Ad esempio la noce, che assomiglia al cervello umano, è correlata ed influisce positivamente con questo organo. Oppure la coda cavallina (che ricorda la coda dell’equino) è raccomandata per le carenze di minerali. Poi scopriamo che le foglie della polmonaria (somiglianti visivamente a questi organi) vengono raccomandate dai contadini come antiasmatico, oppure lo stramonio (una pianta psicotropa detta anche erba del diavolo) con i suoi fiori osceni e cavernosi è abbinato ai mali della psiche… Insomma tutto corrisponde al tutto e per essere in buona salute gli organi del corpo umano debbono mantenere un equilibrio funzionale interno e rapportarsi armonicamente gli uni con gli altri e perciò si dice che la forma, il colore ed il sapore delle piante rimandano all’organo sul quale agiscono. Nella tradizione cinese si fa un preciso riferimento ai colori ed agli organi. I cibi di colore verde sono collegati al fegato (legno), quelli di colore rosso agiscono sul cuore e sulla vista (fuoco), i gialli (terra) su stomaco, milza e pancreas, i
bianchi (metallo) sui polmoni ed infine quelli blu scuro o nero (acqua) espletano un’azione sui reni. Ed anche i sapori hanno una forte influenza sulle funzioni fisiologiche. Il sapore acido è astringente quindi in grado di sciogliere i blocchi che ostruiscono la circolazione dei liquidi interni. Il dolce rilassa, armonizza e porta energia. Il piccante mobilizza l’energia, esteriorizza i liquidi ed è considerato ottimo contro le malattie da raffreddamento. Il salato è emolliente, scioglie noduli e masse.

Questo è solo un piccolo input per approfondire la memoria spontanea di ciò che è sempre stato e sempre sarà. Quella conoscenza –o pre-conoscenza- che consente spontaneamente alla vita di procedere per il suo giusto verso. Termino con una definizione linguistica sul significato di “catalizzatore”. Secondo Polonovsky “i catalizzatori sono sostanze che con la loro semplice presenza, senza alcuna partecipazione attiva, causano reazione che senza di loro non si sarebbero prodotte..”

Paolo D’Arpini - Rete Bioregionale Italiana



domenica 14 aprile 2024

Porre fine all’occupazione USA-NATO e UE!

 


L’Italia è un Paese occupato e dobbiamo liberarlo. 

Evidenza  dell’occupazione sono:


- le 120 basi USA-NATO ufficialmente presenti su suolo italiano e per le guerre di aggressione in Africa, nel Medio Oriente e nel sostegno militare al governo fantoccio di Zelensky in Ucraina e allo sterminio del popolo palestinese da parte dei sionisti di Israele. Molte di queste basi e poligoni sono strumento di morte e devastazione anche per la stessa popolazione italiana, civile e militare, che all’interno e nei pressi di queste basi ci vive o lavora (esemplare il caso della Sardegna);


- le decine di progetti di natura militare in cui sono coinvolte le università, i centri di ricerca e altre istituzioni italiane con gli istituti della NATO, con aziende e agenzie israeliane e aziende italiane (esemplare la Leonardo) e straniere (esemplare la RWM) produttrici di armamenti e sistemi di controllo;


- la mano libera concessa alle multinazionali come Stellantis (ex FIAT), ArcelorMittal, Whirlpool, ecc. e ai fondi di investimento come KKR e Melrose di saccheggiare le risorse del nostro paese e successivamente di delocalizzare e produrre altrove, lasciando decine di migliaia di lavoratori sul lastrico, grazie alla collaborazione dei governi delle Larghe Intese che si sono succeduti negli ultimi trent’anni...


Chiedere a simili governi di cambiare rotta, di essere più generosi con i lavoratori e più coscienziosi nello sperpero di denaro pubblico per le missioni militari all’estero, per la guerra in Ucraina e nel sostegno allo Stato sionista di Israele intento a sterminare il popolo palestinese, è da illusi o da imbroglioni. Dobbiamo liberarci dai governi delle larghe intese...!



Delegazione del (nuovo)PCI -  delegazione.npci@riseup.net 





sabato 13 aprile 2024

La produzione energetica (verde o nera che sia) porta alla distruzione del pianeta...

 


In alcuni Paesi del nord Europa (ma anche in alcune Regioni italiane) hanno ‬ iniziato a produrre energia elettrica realizzando barriere anti-rumore fotovoltaiche‬ lungo ‎autostrade‬ e ‎ferrovie‬. Secondo i  dati   si stima che  1 km di queste barriere è in grado di generare energia sufficiente a coprire il fabbisogno di elettricità di 50 famiglie. In Italia‬ la rete autostradale è di circa 6.757 km mentre quella ferroviaria di 24.299 km. In tutto 31.056 km, sufficienti a coprire il fabbisogno di più di 1milione e mezzo di famiglie, dando lavoro a centinaia di operai per la realizzazione dell’installazione, la manutenzione degli impianti e la gestione energetica.‬.. 

Certo queste  soluzioni tecnologiche  piacciono al sistema economico, e consentono di diminuire l'uso di combustibili fossili,  ma non è detto che siano ottimali dal punto di vista  strettamente ecologico. Poiché comunque sono collegate al funzionamento di una società industriale. 

Tra l’altro nessuno parla della fonte più pulita in assoluto che ci sia, quella a cui non è associata nessuna nocività né presente né futura, che è l’energia non consumata…

In Italia  non avremmo affatto bisogno di tutta questa energia, in realtà innecessaria alla vita ma utile al funzionamento tecnologico della nostra "civiltà".  Oltretutto osserviamo che  ad ogni centrale da fonti rinnovabili che si installa non si chiude una centrale a combustibili fossili. Insomma si continua a produrre energia forsennatamente inventandosi nuovi sistemi e mantenendo in piedi anche i vecchi.   

Ad esempio ho assistito a come c’è stata una corsa all’istallazione dei pannelli solari a terra, che deturpano le campagne, o di pale eoliche nei posti più belli d’Italia (dove spesso non tira nemmeno vento) senza nemmeno considerare  l'incidenza dell'inquinamento legato alla produzione e allo smaltimento successivo di tali apparati. 

La strada da intraprendere è quella di smetterla di pensare che occorra crescere, crescere, crescere... Tutta questa “fame” di energia è assolutamente ingiustificata, in realtà siamo affetti da “bulimia” energetica, cresciamo in tutto meno che nel buon senso.  Usiamo la nostra testa per imparare a fare a meno di tanta energia: già adesso se ne può risparmiare tantissima, è questa -per me- la strada per avviarci alla transizione ….

Svegliamoci, diamo vita al cambiamento!


Paolo D'Arpini




giovedì 11 aprile 2024

Gli alberi salveranno il pianeta... (non le auto elettriche!)



Auto elettriche = uguale conversione ecologica?  Ma  l'elettricità per far andare le auto elettriche con cosa si produce?   E la costruzione dei nuovi autoveicoli  quanta CO2  comporta? Come pure  il loro smaltimento che, a una certa data, andrebbero obbligatoriamente sostituite. Dove andranno a finire le carcasse e le batterie esauste?

 L'energia più pulita è quella che non si consuma.

Qualcuno dice che  le rinnovabili  sono la soluzione energetica   ma  pannelli solari,  pale eoliche,  persino il nucleare (che alcuni definiscono pulito), ecc. come si producono? L'industria tecnologica non è essa stessa inquinante?

 Il problema della costruzione dei nuovi autoveicoli e delle batterie (anch'esse inquinanti, sia nella produzione che nello smaltimento)  e la produzione di CO2 che comporta  l'impianto industriale come pure dello smaltimento delle vetture che, a una certa data, andrebbero obbligatoriamente sostituite. Dove andranno a finire le carcasse? 

Faccio un esempio concreto: ho acquistato un auto a metano nel 2020, di piccola cilindrata, faccio si e no 10.000 km in un anno e in prospettiva anche meno, perchè dovrei  cambiarla con una elettrica, quando la costruzione di un'auto nuova comporta quello che  ben si sa in termini di consumo di risorse? E non siamo certo noi in Italia ad avere quelle risorse? 

Un altro sistema sicuro, secondo me, per andare incontro all'ambiente  è quello di non deforestare ulteriormente e di    piantare nuovi alberi oltre a, come ho già detto,  ridurre il consumo di energia. Evitare il consumismo in genere: ridurre i voli aerei, ridurre il consumo di prodotti di origine animale, ridurre la cementificazione ed il consumo di suolo, l'avvelenamento  dei terreni con  l'agricoltura anch'essa industriale e chimica. 

Il problema è che il vivere ecologicamente non piace al sistema  perché  solo  il consumismo e la tecnologia   e simili  comportamenti portano movimenti di denaro e fanno crescere il PIL...

 Ritornando al discorso  del cosiddetto "sviluppo sostenibile" e delle "rinnovabili", bisogna ammettere che sono rinnovabili fino a un certo punto: i pannelli fotovoltaici o le pale eoliche a fine carriera sono riciclabili e in che misura? Le materie prime per produrli da dove arrivano? Non è per caso il solito atteggiamento predatorio di andare ad approvvigionarsi di materie prime in paesi poveri, ecc?  E quello che non si può riciclare dove va a finire?

Intanto si tagliano  larici secolari per fare una  pista da bob che dura  un inverno,  due mesi e via...

Caterina Regazzi - Rete Bioregionale Italiana

mercoledì 10 aprile 2024

Benessere animale? Allevamenti intensivi basta!



Ora o mai più!

Bisogna chiudere immediatamente tutti gli allevamenti industriali e riportare gli animali al pascolo,
facendoli nascere e vivere in simbiosi olistica con gli esseri umani e la natura
per la protezione dei territori montani e marginali ormai distrutti dall'abbandono ed erosione…
recuperando energia e fertile letame per aumentare l'humus dei terreni…

Agroecologia unica via…
senza bisogno di integralismi,
ne carni sintetiche per ammalati di mente
o insetti dei grani ammuffiti… 
per pseudo-dietisti rimbambiti e allegenizzati
o, peggio, ogm con vegetali e riso combinati con geni di porci e polli…
insalate al vaccino e altre porcherie...
per l'allevamento Umanimale…
schiavizzato e torturato, 
attraverso il super-mercato…
Plastica e Pesticidi, ogm e cibi sintetici...
dai campi di stermino allo sterminio dei campi,
con biglietto di ritorno a pagamento, salato…
per il colpo di grazia che la chemioterapia ti ha dato
…o per il diluvio universale
morir nel liquame, affogato... 
mentre sui corpi dei padri e figli
pur di tirar fuori il naso immerdato
…la bestia Umana sale...

Giuseppe Altieri


















Altiernativa Agroecologica




...............................

Articolo collegato: Il “benessere” mortale degli animali d’allevamento -   https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2024/04/10/il-benessere-mortale-degli-animali-dallevamento/